Il 17 agosto 1953 è nata Herta Müller, Premio Nobel per la Letteratura 2009

Il 17 agosto 1953 è nata Herta Müller, Premio Nobel per la Letteratura 2009

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Fonte foto: blogspot.com

A Nițchidorf, Romania, nasce il 17 agosto 1953 Herta Müller. La scrittrice, apparteneva alla minoranza tedesca in Romania: i suoi genitori parlavano tedesco e tedeschi si sentivano; il padre militò nelle Waffen-SS durante il secondo conflitto mondiale. La Romania era infatti alleata della Germania nazista, ma poi passò sotto il controllo Sovietico di Stalin nel gennaio del 1945, il quale ordinò la deportazione di tutti i rumeni di madrelingua tedesca di età compresa tra i 17 e i 45 anni. Fra i deportati c’era anche la madre della scrittrice.

Vita dell’autrice

Herta Müller studia Letteratura rumena e tedesca presso l’Università di Timisoara ed entra a far parte del collettivo di scrittori germanofoni anti-comunisti Aktionsgruppe Banat. Nel 1976 inizia a lavorare come traduttrice per un’azienda ingegneristica, che però la licenzierà tre anni più tardi perché la scrittrice rifiuta di collaborare con la Securitate, ossia i servizi segreti del regime comunista rumeno.

Si guadagna quindi da vivere come maestra d’asilo e insegnante di lingua tedesca e nel 1982 il suo primo libro vede la luce: Niederungen; libro che, però, subirà pesanti rimaneggiamenti da parte della censura. La versione integrale sarà pubblicata in Germania soltanto due anni più tardi.

Dittature e ideologie

Se consideriamo che l’argomento dell’opera è la dittatura del regime di Ceausescu, è facile capire perché la censura sentì il bisogno di rimaneggiare l’opera. Il lettore osserverà il regime dittatoriale con occhi di un bambino, che è protagonista dell’opera.

Müller è una donna di una forza straordinaria che non ha paura, non teme il regime e ha il coraggio di criticarlo in maniera aperta, così come ha il coraggio di criticare la polizia segreta che l’accusa ingiustamente di prostituzione e cambio in nero di valuta, di conseguenza denunciandola ai media tedeschi.

La situazione diventa presto insostenibile. Dopo le accuse ingiuste, arrivano anche le minacce di morte nel 1987 e insieme al marito, lo scrittore Richard Wagner, è costretta a lasciare la Romania. Vanno a Berlino Ovest, ma Herta Müller non si ferma e continua, con coraggio, ad attaccare il regime totalitarista Rumeno.

Nel maggio del 1989, Roland Kirsch, uno dei suoi migliori amici ed ex-membro del gruppo di dissidenti germanofoni romeni, viene trovato impiccato nel suo appartamento di Timisoara. Il caso viene archiviato come suicidio, ma la scrittrice non ha mai dato credito a questa versione, che cozza pesantemente con ciò che i testimoni raccontano.

Come nasce la scrittrice

Dopo la perdita del lavoro a seguito del rifiuto di far parte del corpo della polizia segreta come spia, Herta Müller si avvicina alla scrittura, che diventa il modo di denunciare il regime e nonostante la brutale oppressione, le minacce, le accuse ingiuriose, la fortissima censura, i suoi libri raccontano e denunciano, senza paura, la dittatura di Ceausescu.

Nel 2009 pubblica il romanzo Atemschaukel (L’altalena del respiro), un’opera che denuncia gli orrori che i rumeni di madrelingua tedesca hanno dovuto subire una volta deportati nei campi di lavoro sovietici. Il libro avrebbe dovuto avvalersi della collaborazione di Oskar Pastior, poeta rumeno di lingua tedesca ed ex-deportato e, quindi, testimone diretto che ha vissuto sulla sua pelle gli orrori della prigionia. La sua esperienza di vita tragica e dolorosa fu d’ispirazione per la trama, ma nel 2006 Pastior muore; viene così meno il contributo diretto, tuttavia la scrittrice non rinuncia a mandare avanti il progetto. 

Riconoscimenti

Il romanzo avrà grande successo e un consenso di critica e pubblico tali che le varrano la candidatura al Deutscher Buchpreis, uno fra i più prestigiosi premi letterari tedeschi. L’8 ottobre dello stesso anno Herta Müller riceve il Premio Nobel per la Letteratura con tale motivazione:

«Con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa, dipinge il paesaggio degli spodestati».

Innegabile il suo costante lavoro di denuncia, innegabile il coraggio, i i sacrifici fatti e l’importanza del lavoro svolto dalla Müller, innegabile quanto questo Nobel per la Letteratura sia meritato.


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