Incitazione a delinquere, giallo per persone coltivate e con forti pulsioni omicide è un libro particolare e ironico, come il titolo già suggerisce ampiamente.
Si tratta, infatti, di una nuova edizione di un romanzo pubblicato già nel 1984 che ai tempi aveva riscosso parecchio (e meritato) successo all’estero. In Germania, in Austria e in Svizzera, esso è stato apprezzato tanto da essere ristampato in versione tascabile e pubblicato a puntate da una nota testata giornalistica tedesca. Tuttavia, in Italia non è inizialmente riuscito a riscuotere lo stesso successo.
Ma andiamo con ordine.
Lodovica San Guedoro, autrice apprezzata e compresa fuori Italia
Si sa, nessuno è profeta in patria, e così pare che sia stato anche per Lodovica San Guedoro, scrittrice di origini siciliane che – per sua stessa ammissione – è riuscita a fare successo più all’estero che in casa propria.
Lodovica ha frequentato la facoltà di Filosofia alla Sapienza e successivamente, si è cimentata nella stesura dei suoi primi romanzi. Incitazione a delinquere, in particolare, è stato fin da subito conteso dalle case editrici tedesche.
Per quanto riguarda il grande amore per i libri, l’autrice afferma:
“La passione per la scrittura nasce in me, come in tutti gli scrittori autentici, da una vita profondamente vissuta e da circostanze biografiche uniche e irripetibili.”
Di cosa parla Incitazione a delinquere?
Edito da Felix Krull Editore nel 2018, il romanzo inizia proprio con la narrazione di un delitto misterioso in una non definita cittadina toscana. Gli avvenimenti cruenti si svolgono in un quartiere borghese e apparentemente tranquillo, in cui un episodio del genere riesce ovviamente a scuotere gli animi di tutti gli abitanti.
Chi sarà stato ad uccidere il signor Rubinacci?
Le indagini vengono svolte in parallelo dal commissario della città e da un investigatore privato, rendendo così il racconto ancora più vivace.
Perché non farselo sfuggire
Si tratta di un giallo quanto mai singolare (nell’accezione migliore del termine), scorrevole e a tratti divertente: le vicende sanguinose, infatti, vengono spesso smorzate da dialoghi esilaranti, colpi di scena inaspettati e descrizioni sui generis. Lo stile richiama un tipo di scrittura d’altri tempi, in cui il narratore esterno non appare forzato ma, anzi, accompagna il lettore per mano e stempera i momenti in cui il pathos potrebbe diventare eccessivo.
I personaggi sono ben strutturati e, seppur a tratti bizzarri, aderiscono perfettamente alla realtà. Le descrizioni sono minuziose senza appesantire il racconto e permettono alla nostra mente di immaginare un intero mondo nel mondo: il quartiere di Via dei Gelsomini.
Le regole del poliziesco classico vengono rispettate già a partire dalla scelta dei protagonisti: troveremo infatti il commissario, gli abitanti curiosi, i suggeritori e quelli che vogliono depistare le indagini.
L’enigma si risolve piano piano, le azioni si svolgono con il giusto ritmo, riuscendo nell’impresa di incuriosire il lettore senza perderne però l’attenzione.
Un testo raffinato e leggero allo stesso tempo. Assolutamente consigliato!
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.