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Una storia curiosa e affascinante aleggia intorno alla nascita di questo libro, che cattura l’attenzione ancor prima di addentrarci tra le pagine del romanzo. “Io ti cercherò”, scritto da Massimo Bavastro ed edito da Longanesi, rappresenta un caso d’eccezione nello scenario bibliografico contemporaneo, in una duplice forma. Esso, infatti, non soltanto è nato dalla trasposizione delle immagini di una serie televisiva sul candore della carta di un libro, ma è stato anche un lavoro che è cresciuto e si è sviluppato insieme alla rappresentazione cinematografica stessa, creando un parallelismo inedito, uno dei tanti che si affacciano timidamente sulla soglia dell’epoca moderna. Assistiamo spesso al successo di un romanzo, al punto tale che questo viene preso, smembrato nelle sue parti essenziali, ricompattato e adornato di immagini, per essere poi rappresentato sul grande o piccolo schermo. Qui, invece, si parte dalla fine di questo procedimento che, visti i tempi, potrebbe rappresentare l’archetipo del modus operandi del nuovo millennio.
“Io ti cercherò” nasce dall’omonima serie televisiva andata in onda sulla Rai dal 5 ottobre 2020, avente come protagonista Alessandro Gassmann nella veste di Valerio, un trasandato benzinaio in servizio ad Anzio. Lo sguardo diafano, disperso in chissà quale angolo di una vita passata, lascia trapelare tracce di un animo irrequieto, sciabordato dalle vicissitudini della vita da un estremo all’altro di una disperazione latente. Un tempo Valerio era un poliziotto, cacciato via dalle forze dell’ordine a seguito di circostanze poco chiare, per cui è stato additato dai suoi ex colleghi come “traditore”. Come spesso accade alle persone schiacciate dal peso delle proprie scelte, persi il lavoro e la famiglia, il protagonista decide di isolarsi dal mondo.
Valerio ha anche un figlio, con il quale però non parla da almeno un anno; in tutto questo tempo non ha avuto alcuna notizia di lui, se non quella, tanto improvvisa quanto straziante, della sua morte, avvenuta qualche giorno prima, in uno dei suoi tanti risvegli a una vita abbandonata. Il cadavere di Ettore viene ritrovato nelle acque del Tevere. I risultati delle prime indagini parlano di suicidio, e i fantasmi della colpa ingombrano di nuovo la mente di suo padre e della madre, che gli rimprovera di essere stato un genitore assente. Tuttavia Sara, una collega di Valerio, al quale è legata da una storia mai veramente finita, gli confida di avere molti dubbi sulla morte di Ettore, perplessità corroborate da diverse prove.
In effetti, Ettore non poteva essersi suicidato. Martina, la sua ragazza, non può credere a una cosa del genere: ribelle, idealista e altruista, il suo fidanzato era sempre pronto ad aiutare il prossimo; la sera prima della sua morte, lo aveva salutato mentre lui studiava ed elaborava mille progetti per il futuro. Una persona così non avrebbe voglia di ammazzarsi, nemmeno se fosse l’ultima cosa al mondo da fare. Alcuni elementi lasciano pensare che in realtà Ettore sia stato ucciso perché aveva fatto delle scoperte scabrose, che non potevano essere rivelate. Così Valerio decide di tornare a Roma per fare chiarezza sulle vicende, un viaggio che gli permetterà di conoscere meglio suo figlio, in un modo inusuale. Attraverso gli oggetti, i ricordi e le parole di chi aveva vissuto sulla propria pelle la persona che era Ettore.
Autore di opere teatrali (Cecchini, premiato al “Festival di Riccione”; Naufragi di Don Chisciotte, finalista al “Premio Ubu” e “Premio della Critica”), di serie televisive (Ultimo 3 – L’infiltrato; 48 ore; Caccia al re – La narcotici) e di cinema (L’ultima stazione, realizzato con Benvenuti-De Bernardi; Quello che cerchi, realizzato con Marco S.Puccini), Massimo Bavastro ha scritto la sceneggiatura di “Io ti cercherò” insieme a Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Monica Rametta. Dopo il suo primo romanzo “Il bambino promesso”, si è cimentato in questo interessante lavoro letterario.
Sviluppandosi tra una periferia e l’altra di Roma, “Io ti cercherò” non è solo un poliziesco e un noir, come apparentemente si potrebbe pensare, ma è un romanzo che scava nel profondo dell’Io umano. Un romanzo di formazione di grande potenza narrativa, che affronta in modo incisivo i rapporti familiari tra genitori e figli, dimostrando come sia possibile cambiare e migliorarsi anche a cinquant’anni. Questa storia non è altro che il riflesso un po’ estremizzato – ma non sempre – di quella di molte famiglie: le difficoltà di dialogo tra genitori e figli, le incomprensioni e i dissidi che si attruppano sotto un unico tetto, contenuti tra le mura di una fragile casa e influenzati dal mondo esterno, che con i suoi miasmi penetra le pareti, incanalandosi nelle intercapedini più strette, fino a colpire chi vive al suo interno.
Mi sono laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Napoli \”Federico II\” e in seguito ho realizzato varie esperienze di studio e di lavoro all’estero (Egitto, Francia, Spagna). Tornato in italia, ho inizato a specializzarmi nel settore della scrittura e dell’editoria. Dopo aver collaborato per un breve periodo con la casa editrice Einaudi, mi sono trasferito a Parigi, dove vivo tutt’ora. Al momento collaboro con la casa Editrice Italo Svevo Edizioni in qualità di Responsabile di progetti di coedizione internazionale, occupandomi di curare i rapporti con alcune case editrici francesi e di altri paesi europei ed extraeuropei. A partire dal mese di settembre 2020 scrivo per Hermes Magazine, di cui sono anche responsabile della sezione libri.