Padri è il terzo ed ultimo (per ora) romanzo di Giorgia Tribuiani, edito da Fazi Editore, nonché citato e candidato al Premio Strega 2022. Non è la prima volta che i lettori di Hermes Magazine si trovano davanti ad un’autrice promettente come Tribuiani. L’avevamo lasciata con la tormentata e compulsa vita di Ginevra Blu e la ritroviamo con una scrittura carica di emozioni e messaggi non scontanti, di cui vi parlerò in questo articolo.
La trama
Il ritorno a casa di Diego Valli dopo circa quarant’anni di assenza, sorprende tutti. Non perché un padre dovrebbe essere sempre presente e non gironzolare per il mondo, ma perché il signor Valli è concretamente risorto, in una giornata qualunque, e vuole riappropriarsi dapprima della sua casa e poi della sua vita (ancora da vivere). Quando, però la chiave entra nella toppa della porta purtroppo non gira. Qualcuno deve aver cambiato la serratura. E già da questa prima immagine potrebbero partire tantissime riflessioni, come quella sulla consapevolezza che, spesso, per entrare nelle vite degli altri bisogna non solo bussare, ma anche cercare di capire che forse il passato che vuole rientrare senza chiedere permesso (anche se in modo straordinario) prima di tutto deve essere “accettato” tra le mura di casa e tra le crepe che infliggono l’anima.
Il passato che torna ed il presente che…
Tra le orbite di questo “ritorno miracoloso” ruotano altre vite, e non solo quella del figlio Oscar, bensì anche quelle della sua famiglia che risente non poco di quello che accadrà in futuro. La moglie Clara e la figlia Gaia sono due componenti fondamentali della storia. L’una troppo concreta nel suo essere donna, moglie e madre, tanto da non riuscire ad accettare ciò che sta accadendo, e che finisce con l’accusare il marito di aver dato di matto quand’egli gli rivela chi è quell’uomo che vuole entrare nella sua casa. L’altra, Gaia, che guardando una fotografia riesce a capire che quell’uomo, tornato forse da un mondo parallelo, è proprio il nonno. Quel nonno che non ha mai conosciuto.
La copertina del libro
Un libro che apre le porte al passato, anche se la chiave non gira
Padri è uno di quei romanzi che hanno una potenza inaudita su lettori particolarmente sensibili come la sottoscritta, è un libro che parla di legami, di storie che s’intrecciano e altre che s’incrociano e hanno quasi paura a sfiorarsi. È un racconto che sfata il mito della morte. È un luogo non comune che non esclude il ritorno. Perché, in qualche modo, anche se non così prepotentemente come nel caso di una resurrezione, il passato torna sempre e ci chiede il conto. Ma soprattutto si addebita anche a chi è arrivato dopo quel passato che ha forgiato quello che siamo.
Chi è il padre?
Eppure (…) prima o poi i figli crescono, e scavano, e le trovano le tue debolezze. E ti odiano per questo, per esserti dimostrato invincibile. Ho perdonato mio padre dopo aver avuto te; l’ho perdonato in nome di tutti i miei errori concedendogli di essere umano.
Giorgia sfata il mito dei genitori supereroi e rende umani i loro tratti, le loro fragilità e persino il loro modo di vivere un qualcosa che sta al di fuori dall’umana quotidianità alla quale tutti siamo abituati. Li rende umani operando su carta l’impossibile e facendolo diventare uno di noi. L’inumano che si rende umano. La morte che diventa vita. Un uomo risorto che sbaglia e un figlio che ha risentito della morte prematura e devastante del padre quando ancora era bambino, si rincontrano e quest’ultimo, si ritrova a fare da padre ad un padre. Un figlio che diventa padre “dopo che…” e che nel contempo è già in quel ruolo grazie alla figlia Gaia, ma pare non esserlo per niente, con quel determinato legame. Oscar, per certi versi un padre non l’ha mai avuto. Oscar non ha mai avuto l’esempio di Diego, eppure quell’esempio prova a ricercarlo nella sua seconda possibilità. Il problema è che anche nelle seconde possibilità si incontra la vita. E si sbaglia. E si cresce sempre insieme.
Legami che non comunicano
C’è una frase che di questo libro mi ha toccato molto più di altre. Ed è stata proprio questa:
“Ci fate poco con le ultime parole se non ascoltate le prime.”
Nella vita di ognuno di noi, qualunque legame viviamo, siamo portati spesso a non ascoltare ma a pretendere di avere sempre l’ultima parola. Accade proprio per questo, che molti di noi si rifiutano di sentire e di ascoltare ciò che c’è dietro ad ogni storia, e siamo portati a dare dei giudizi. Questi giudizi se ripresi in un contesto “padri e figli” determinano delle dinamiche famigliari in cui ognuno vuole prevalere sull’altro senza però comprendere a fondo ciò che sia i genitori sia i figli chiedono. Non solo, certe dinamiche di non ascolto, di rifiuto e di chiusura portano alla disgregazione del proprio essere cosi come alla lacerazione dei rapporti.
L’insegnamento
Questo libro ti scava dentro, ti arriva nel profondo perché i personaggi hanno tratti estremamente umani, estremamente sfumati, estremamente sensibili. Sono personaggi che soffrono, vivono, chiedono in continuazione, fanno domande, si ritrovano e si perdono. Passato, presente e futuro che condividono la stessa stanza (o in questo caso la stessa pagina). Morte e vita che si rincorrono. Che si cercano. Parole che spesso s’intrecciano in un eccellente gioco di ruoli che non è mai fine a sé stesso.
Padri è un trattato d’amore, incentrato sulle piccole cose del quotidiano che ci fanno piangere, ridere e ci tengono legati anche a quelle che nella realtà fuori dal libro non vediamo (purtroppo) più.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.