si dice

Si dice che sia tutto apposto. Sarà.

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Si dice che posso reggere parecchio, ma c’è un numero limitato di volte che posso leggere apposto. Scritto così, proprio, apposto. Eh, oh, non ci posso fare niente: non lo reggo, proprio. Eppure…

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Non è un errore!

Assolutamente no, chiariamolo subito, proprio: apposto non è un errore. Ta-dah! Si tratta infatti del participio passato del verbo apporre. Se la vostra intenzione è quella di usarlo in tal senso, siete a posto (e non apposto): passate pure oltre.

Se invece…

Mettiamo che invece la vostra intenzione sia quella di fare le cose per benino…se volete vederle a posto, insomma, ecco, è proprio così che vi dovete muovere: con una preposizione semplice ed un sostantivo. Ottenendo un nuovo sostantivo, un aggettivo o persino un avverbio; a posto può essere tutte queste cose.

Ma no, qua il raddoppiamento fonosintattico lo dovete lasciare a casa. Non esiste modo in cui a posto inteso nel senso di tutto in ordine possa scriversi apposto. Sarà sempre e comunque errore. In particolari espressioni dialettali, effettivamente, il suono può essere esattamente quello di apposto, ma ciò è vero solo per una questione fonetica, vale a dire solo per via orale. Il che spiega anche, dato il basso approccio alla lettura di molti italiani (quelli che sbagliano, almeno), il motivo per cui la trasposizione grafologica dell’espressione tende ad essere raffigurata esattamente come la sentono.

Come in ogni cosa, l’eccezione

A parte che, come abbiamo detto, è corretto sia tutto a posto che tutto apposto (dipende dal contesto), la stessa valutazione del contesto può rendere corretto anche l’uso errato. Si tratta, in questo caso, del contesto ironico (soprattutto in ambito artistico) usato per rimarcare l’uso errato dell’espressione. Mi piace sottolineare, tuttavia, che in tale contesto proprio per enfatizzare il gioco avrei anzi usato l’espressione tuttapposto, comunque in uso anch’essa.

Di affianco parliamo la prossima volta. Giuro. Tuttassieme ‘ncelapossofà…

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