Cannes 2020: un Festival che non si farà

Giunto alla sua 73esima edizione, anche il Festival del Cinema di Cannes 2020 ha subito gli effetti della pandemia che ha colpito l’intero globo. Inizialmente in programma dal 12 al 23 maggio, per ovvie ragioni il management dell’evento ha annunciato in data 14 aprile l’impossibilità di far svolgere la kermesse nella sua “forma originale”, dichiarando che eventuali modalità di svolgimento restavano ancora da esplorare.

 

Inizialmente, l’idea degli addetti ai lavori fu quella di far slittare il Festival a luglio. In seguito alle dichiarazioni del Presidente francese Emmanuel Macron di impossibilità di svolgimento di tali manifestazioni fino ad almeno la metà dello stesso mese, però, anche l’ipotesi dello slittamento è sfumata.

 

 

Immagine tratta da Dailymotion

 

Altre idee circolate in rete furono la possibilità di proiettare i film selezionati direttamente in sala (ipotesi altrettanto azzardata vista la situazione di incertezza che avvolge il settore di cinema e teatri) e un ulteriore slittamento al mese di ottobre: questo, tuttavia, causerebbe non pochi problemi, risultando in concomitanza con altri importanti eventi quali i Festival del Cinema di Venezia, Roma e Toronto.

 

La cancellazione

 

Sebbene attendendo fin troppo tempo, il direttore artistico nonché delegato generale del Festival di Cannes Thierry Frémaux ha ufficializzato infine la cancellazione della kermesse, sebbene in precedenza avesse dichiarato:

 

Cancellare l’edizione 2020 non è mai stata un’opzione. Per noi è il modo migliore per aiutare il cinema, concentrarsi sui film che usciranno nei prossimi mesi. La riapertura delle sale, dopo mesi di chiusura, è una questione cruciale. Il Festival intende accompagnare questi film e sostenere la loro carriera in Francia e all’estero, nonché confermare l’importanza delle sale.”

 

Lo scorso 3 giugno, quindi, ecco che in diretta streaming lo stesso Frémaux ha annunciato i titoli internazionali che, in condizioni normali, avrebbero gareggiato per ottenere l’ambita Palma d’Oro. Tra le molte pellicole, stupisce che non ne spicchi nemmeno una italiana. La decisione di pubblicare la Selezione Ufficiale nonostante non si terrà alcuna manifestazione non è stata accolta da tutti di buon grado. Com’è noto, infatti, durante il Festival del Cinema di Venezia (che stando alle parole del Governatore della Regione Luca Zaia si terrà regolarmente dal 2 al 12 settembre) vengono proiettate solamente anteprime mondiali: la decisione della kermesse francese di esporre, quindi, la lista dei film selezionati anche senza l’avvento materiale del Festival è stata presa come modo di penalizzare la concorrenza italiana (le pellicole rientranti nella lista di Frémaux, infatti, non potranno essere messe in gara a Venezia).

 

Sebbene l’occasione mancata, i film selezionati dagli addetti ai lavori potranno comunque uscire nelle sale cinematografiche accompagnati dal bollino del Festival di Cannes, ritenuto da sempre simbolo di garanzia e qualità della pellicola.

 

I film selezionati

 

Data la loro presentazione, non resta che dare uno sguardo alle cinquantasei pellicole internazionali che si sarebbero contese la Palma d’Oro. Di seguito, ecco la Selezione Ufficiale:

  •  

 

    • The French Dispatch – Wes Anderson
    • Eté 85 – François Ozon
    • Asa ga Kuru (True Mothers) – Naomi Kawase
    • Lovers Rock, Mangrove – Steve McQueen
    • Druk (Another Round) – Thomas Vinterberg
    • ADN (DNA) – Maïwenn
    • Last Words – Jonathan Nossiter
    • Heaven: To The Land of Happiness – Im Sang-soo
    • El olvido que seremos – Fernando Trueba
    • Peninsula – Yeon Sang-ho
    • In the Dusk (Au crépuscule) – Sharunas Bartas
    • Des hommes – Lucas Belvaux
    • The Real Thing – Koji Fukada
    • Passion simple – Danielle Arbid
    • A Good Man – Marie-Castille Mention-Schaar
    • Les Choses qu’on dit, les choses qu’on fait – Emmanuel Mouret
    • Souad – Ayten Amin
    • Limbo – Ben Sharrock
    • Rouge (Red Soil) – Farid Bentoumi
    • Sweat – Magnus von Horn
    • Teddy – Ludovic e Zoran Boukherma
    • February (Février) – Kamen Kalev
    • Ammonite – Francis Lee
    • Un médecin de nuit – Elie Wajeman
    • Enfant terrible – Oskar Roehler
    • Nadia (Butterfly) – Pascal Plante
    • Here We Are – Nir Bergman
    • Septet: The Story of Hong Kong – Ann Hui, Johnnie To, Tsui Hark, Sammo Hung, Yuen Woo-Ping, Patrick Tam e Ringo Lam
    • Falling – Viggo Mortensen
    • Pleasure – Ninja Thyberg
    • Slalom – Charlène Favier
    • Casa de antiguidades (Memory House) – Joao Paulo Miranda Maria
    • Broken Keys (Fausse note) – Jimmy Keyrouz
    • Ibrahim – Samir Guesmi
    • Beginning (Au commencement) – Dea Kulumbegashvili
    • Gagarine – Fanny Liatard e Jérémy Trouilh
    • 16 printemps – Suzanne Lindon
    • Vaurien – Peter Dourountzis
    • Garçon chiffon – Nicolas Maury
    • Si le vent tombe (Should The Wind Fall) – Nora Martirosyan
    • John and The Hole – Pascual Sisto
    • Striding into The Wind (Courir au gré du vent) – Wei Shujun
    • The Death of Cinema and My Father Too (La Mort du cinéma et de mon père aussi) – Dani Rosenberg
    • En route pour le milliard (The Billion Road) – Dieudo Hamadi
    • The Truffle Hunters de Michael Dweck – Gregory Kershaw
    • 9 jours à Raqqa – Xavier de Lauzanne
    • Antoinette dans les Cévennes – Caroline Vignal
    • Les Deux Alfred – Bruno Podalydès
    • Un triomphe (The Big Hit) – Emmanuel Courcol
    • L’Origine du monde – Laurent Lafitte
    • Le Discours – Laurent Tirard
    • Aya to Majo (Earwig and The Witch) – Goro Miyazaki
    • Flee – Jonas Poher Rasmussen
    • Josep – Aurel
    • Soul – Pete Docter