Jim Carrey,le migliori interpretazioni

Jim Carrey, le sue migliori interpretazioni

Folle, istrionico e versatile, Jim Carrey ha saputo dimostrare nel corso della sua carriera di possedere delle eccellenti doti sia comiche che drammatiche, facendosi amare dal pubblico di tutto il globo. Con una  vasta gamma di interpretazioni memorabili, l’attore di origini canadesi – partito inizialmente come cabarettista – ha saputo ergersi fino all’Olimpo delle star del cinema più venerate della storia.

Gli ultimi anni, come noto, non sono stati facili per Carrey. Dopo che nel 2015 la sua ex fidanzata Cathriona White fu ritrovata morta suicida, l’attore iniziò ad entrare in una fase di forte depressione. Carrey si è dunque per un periodo allontanato dalla celebrità, ritrovando una dimensione più intima in cui vivere e limitandosi all’attività di pittore e produttore. Negi ultimi due anni è però tornato anche a recitare, apparendo nella serie TV Kidding e nei due film di Sonic.

Ricordiamo i ruoli più appassionanti che Jim Carrey ha interpretato sul grande schermo.

Ace Ventura, regia di Tom Shadyac ( 1994)

Prima di vestire i panni dell’eccentrico Acchiappanimali, Jim Carrey era un semplice comico televisivo abbastanza conosciuto negli States ma praticamente estraneo al resto del mondo. Nel ‘94 però l’attore ottenne un successo globale, con l’uscita, a pochi mesi di distanza, di tre film quali Ace Ventura – L’acchiappanimali, Scemo e più Scemo,  e The Mask .

Questi divennero veri e propri cult degli anni ’90 e diedero la spinta necessaria alla carriera dell’attore. Vero e proprio protagonista assoluto di questa bizzarra indagine riguardante il mondo animale, Carrey concentra su di sé tutta l’attenzione, facendo passare in secondo piano tutti gli aspetti negativi di un film altrimenti debole nella sua scrittura.

Jim Carrey, le migliori interpretazioni

The Mask, regia di Chuck Russel (1994)

Stanley Ipkiss è un mite impiegato di banca. Ma si ritrova trasformato in uno stravagante e maniacale supereroe dalla pelle verde, che ha la capacità di piegare la realtà a suo piacimento, dotato di invulnerabilità fisica e numerosi poteri ,che violano qualunque legge della fisica e della realtà. Tutto questo è possibile grazie ad una misteriosa maschera di legno, che pare sia stata creata da Loki, il dio nordico del male.

Jim Carrey qui ci regala la sua “sfumeggiante” performance, passando fluidamente dal timido e imbranato Ipkiss all’esaltato piantagrane dalla faccia verde, il cui personaggio sembra sia stato scritto proprio su misura per l’attore. E non è tanto per dire… Gli sceneggiatori infatti hanno dichiarato che, nel momento della stesura dello script, il protagonista del film è stato realizzato avendo Jim Carrey in mente, pur senza alcuna certezza riguardo un suo possibile coinvolgimento. A quanto pare la cosa ha funzionato!

The Truman Show, regia di Peter Weir (1998)

In questo  dramma distopico e psicologico, Carrey interpreta Truman Burbank, un venditore di assicurazioni ignaro del fatto che tutta la sua vita è uno show televisivo. Truman non sa che la sua vita, da trent’anni, è costantemente ripresa, 24 ore su 24, da un infinito numero di telecamere per il programma intitolato “The Truman Show”, appunto.

Il film deve gran parte del suo successo ad uno straordinario Jim Carrey. Peter Weir stesso quando prese in mano il film, fin da subito, ebbe in mente il nome dell’attore. È stata una grande opportunità per Carrey, nonché la prima possibilità di recitare in un ruolo drammatico.

La performance di Jim Carrey in The Truman Show gli valse un Golden Globe, ma non l’Oscar, nemmeno una candidatura. Nell’anno in cui trionfò Roberto Benigni, Carrey però presenziò alla serata presentando l’Oscar per il Miglior Montaggio e ovviamente ne approfittò per sottolineare parodicamente il misfatto…

 

Man on The Moon, regia di Milos Forman (1999)

Una biografia dello showman Andy Kaufman, criticato in vita per la sua comicità irriverente e a tratti aggressiva, che ci trasporta in un mondo di illusioni e beffe. Kaufman era infatti celebre per la sua capacità di realizzare performance surreali, in cui persino i suoi amici più cari non riuscivano a cogliere il passaggio dallo scherzo alla realtà.

In questo film si vede la grandezza di Jim Carrey, il quale si immedesima a tal punto nei panni del rivoluzionario artista, da non interpretarlo semplicemente ma facendolo rivivere in carne ed ossa.

 

Il Grinch, regia di Ron Howard (2000)

Tra le più amate storie natalizie c’è quella di un buffo personaggio che il Natale, invece, lo odia. Dopo Tim Burton, che nel 1993 aveva costruito un mondo per certi aspetti simile in Nightmare Before Christmas (solo che Jack Skeletron, a differenza del Grinch, non sa cos’è il Natale), anche il regista Ron Howard si addentra nel territorio della favola distopica.

Tratto da un racconto per bambini dello scrittore Theodor Seuss Geisel (da cui, tra l’altro, anche Tim Burton aveva preso spunto), il personaggio del Grinch è rozzo e dispettoso; rifiutato dalla società perbenista, si rifugia su un monte e da lì progetta di rovinare il Natale a tutti gli abitanti del villaggio di Nonsochi. A porre rimedio sarà la piccola Cindy Lou, l’unica a credere che ci sia del buono dietro la corazza malvagia del “mostriciattolo” verde.

Il film in sé è piacevole, ma senza troppe pretese. Soprattutto se si è adulti si fa forse un po’ fatica a seguire una vicenda infarcita un po’ troppo di dolcezza e sentimenti benigni. Il tutto, come sempre, regge grazie alla insuperabile mimica facciale di Jim Carrey che rende tutto più coinvolgente.

Una Settimana da Dio, regia di Ton Shadyac (2003)

Jim Carrey torna a collaborare con il regista del primo Ace Ventura in questa commedia demenziale, ma divertentissima e ricca anche di spunti di riflessione sulla vita.

Dopo l’ennesima disgrazia, il giornalista Bruce Nolan se la prende con Dio, a cui domanda un aiuto, concreto e tempestivo. Detto fatto: attraverso un cercapersone, sarà lo stesso Creatore,a mettersi in contatto con Bruce, a cui affida il compito impegnativo di reggere il destino degli abitanti della sua città, Buffalo.  Al fianco di Morgan Freeman (che dopo questo film è iconicamente visto da tutti come “Dio in persona”) e della fantastica Jennifer Aniston, anche qui Jim Carrey ha modo di mettere in mostra le sue doti istrionesche che salvano il film dal rischio banalità.

Dopotutto, “La vita è un biscotto, ma se piove si scioglie!

Jim Carrey, le migliori interpretazioni

Eternal Sunshine of the Spotless Mind, regia di Michael Gondry (2004)

Una contorta commedia romantica che è il risultato del lavoro di due artisti altrettanto singolari, il regista Michel Gondry e lo sceneggiatore Charlie Kaufman. È un film originale, straordinariamente scritto, diretto ed interpretato. Un romantico film di fantascienza che segue una coppia separata, Carrey nei panni di Joel Barish e Kate Winslet nei panni di Clementine Kruczynski, due persone che si sono cancellate a vicenda dai loro ricordi per non ricordare la loro tumultuosa relazione.

Il personaggio di Joel è molto riservato e poco spontaneo e pare che la cosa abbia ostacolato non poco Jim Carrey, abituato com’era ad improvvisare. A quanto pare, Gondry era solito parlare ai due attori protagonisti in due stanze separate, dicendo alla Winslet “lasciati andare, è una commedia!”, per poi andare da Carrey e dirgli “è un film drammatico, non una commedia.”

Beh, comunque direi che il risultato finale è magnifico!

Jim Carrey, le migliori interpretazioni

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