È stata inaugurata il 20 febbraio 2024 e proseguirà fino al 23 giugno 2024 la mostra a Palazzo Braschi “Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visione dal Giappone”: una grande retrospettiva in cui sono esposti 150 capolavori giapponesi realizzati tra il XVII e il XIX secolo che riguardano moda, luoghi naturali, usi e costumi, vedute urbane del favoloso Giappone.
Finalità e titolo della mostra
L’obiettivo della mostra è quello di fare un resoconto degli scambi tra Italia e Giappone grazie anche al contributo dei due collezionisti italiani Vincenzo Ragusa e Edoardo Chiossone. I vari manufatti provengono dal Museo della Civiltà romana e appunto da quello di Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova. Il termine “Ukiyoe” si riferisce allo stile giapponese basato su immagini fluttuanti monocromatiche che fluiscono come se galleggiassero sulla corrente dell’acqua, realizzando visioni leggere e fluide della realtà circostante che devono ispirare soprattutto bellezza e piacere. Fondatore di questa corrente è Asai Ryoi che definiva questo stile come un “volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio…ed essere come una zucca vuota che galleggia sulla corrente”.
Opere più importanti in mostra
Tra le opere più interessanti c’è in particolare la celebre “ Grande onda di Kanagawa” realizzata da Hokusai, qui una stampa xilografica, preceduta dalla mostra di varie opere e di strumenti musicali del periodo a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo (liuto, cetra, tamburo a clessidra). Interessante anche la sezione dedicata alle arti performative per le strade e ai teatri kabuki (come l’opera di Toyoharu). Infine non manca la sezione dedicata allo svago e all’intrattenimento, come ad esempio i “giga” in cui immagini di pesci o di gatti vengono composte come figurine umane assemblando in modo grottesco attori nascosti per divertire il pubblico: è quanto si ritrova nelle silografie policrome di Utagawa Kuniyoshi, come a esempio in “Tanti uomini insieme fanno un uomo” (1847). Non mancano infine foto di meravigliosi paesaggi che incantano lo spettatore provenienti dal Museo d’arte orientale Chiassone come ad esempio “il monte Haruna sotto la neve” di Kozuke.
Insomma un caleidoscopio di prospettive che compongono il puzzle del Giappone per entrare a fruire degli aspetti più significativi e meno noti dell’arte dell’Estremo Oriente. Di certo è però uno stimolo in più alla creatività e alla fantasia, come anche al desiderio di fare un bel viaggio in quei Paesi e scoprire di persona le meraviglie del Sol Levante.