“La guerra di domani”, diretto dal regista di Lego Batman Chris McKay sarebbe dovuto uscire al cinema con i suoi 200 milioni di budget e invece è stato costretto ad accontentarsi di un’uscita streaming su Amazon Prime Video a causa della pandemia. Il successo però non ne è stato inficiato. Tutti ne parlano, tutti recensiscono, tutti lo hanno visto.
Le guerre del futuro si vincono cambiando il passato. O almeno, questo è quanto ci ha insegnato la fantascienza al cinema, mostrandoci soldati del domani inviati a cambiare il nostro presente o loop temporali in cui si cerca di dare una nuova speranza al futuro. Da Terminator a L’esercito delle dodici scimmie, passando per The Edge of Tomorrow, la narratologia fantascientifica sembra avere sancito che sia il futuro a poter cambiare il presente, ma in La Guerra di Domani (The Tomorrow War), il film dell’estate del servizio streaming del colosso dell’e-commerce, viene proposta una visione diversa, che comunque non risulta propriamente originale, pur presentando una visione spettacolare e avvincente.
Trama
La terra viene sconvolta dall’irruzione di un gruppo di soldati in arrivo da una trentina d’anni nel futuro, precisamente dal 2051,atterrando da una porta spazio temporale nel 2022, per mettere in allarme il mondo. Gli alieni hanno invaso ogni continente, e la brutta notizia è che l’umanità sta perdendo la guerra (di domani).
La salvezza si cerca esattamente dal passato. Sembrerà una premessa trita e ritrita, ma il film di cui oggi vi proponiamo la nostra recensione, La guerra di domani, mette in campo molte tematiche e situazioni già viste, sì, ma proposte in modo nuovo, riuscendo a generare una storia appassionante che mescola bene le carte tra azione e sentimenti, sfiorando un lato filosofico dell’esistenza umana non trascurabile.
Senza svelare troppo della trama, possiamo dirvi che c’è bisogno della partecipazione dell’uomo del passato alla guerra nel futuro. In particolare questa ha bisogno di scienziati, più che di soldati puri e semplici. La selezione recluta molte forze, in maniera non proprio volontaria: la disperazione impone metodi poco ortodossi.
Chi viene arruolato è però solo chi a quella data, il 2051, sarà già morto. Un particolare inquietante che suscita sgomento e rabbia, ma che fomenta la determinazione nei soggetti reclutati a concorrere a salvare il mondo anche se sembra non esserci nessuna speranza di riuscita. Chi viene selezionato si trova così, catapultato nel futuro in un mondo devastato che ha le ore contate, schiacciato dagli alieni.
Focus
Al centro del film, che lancia definitivamente Chris Pratt – protagonista nei panni di Dan Forester, dopo i Guardiani della galassia, – come eroe americano, è proprio il tempo e la possibilità di percorrerlo in avanti e indietro. Ne La guerra di domani Dan insegna biologia al liceo mentre cerca un lavoro finalmente degno delle sue ambizioni, e della sua preparazione come scienziato. Un laboratorio vero, sarebbe il suo sogno, ma le sue speranze sembrano cadere nel vuoto. Vorrebbe fare qualcosa di speciale nella sua vita per realizzazione personale, ma soprattutto per essere un esempio di grandezza di cui sua figlia e sua moglie possano andare fiere.
Dan Forester avrà la sua occasione proprio nel futuro. Giocherà ovviamente un ruolo importante nel tentativo disperato di salvare il mondo. La situazione si presenta ingarbugliata e coinvolge tutte le generazioni della famiglia di Dan, anche il padre con cui ha troncato ogni rapporto, e odia perché lo ha abbandonato. Un reduce del Vietnam interpretato da J.K. Simmons, un nome tutt’altro che sconosciuto.
Anche qui i contenuti sono già proposti in molti film e si avverte il sapore del riciclo, ma lo svolgersi incalzante degli eventi, la spettacolarità delle azioni, fanno presto dimenticare i temi ricorrenti nel ciclo narrativo di tante pellicole.
Il messaggio
Il film di Mckay gioca sulle antitesi: presente e futuro, padri e figli, superficialità e profondità. Queste contrapposizioni sono ben evidenti allo spettatore che sa sempre cosa succede e di cosa si parla. L’efficacia della storia è quella dell’aver dato spessore e risalto ai sentimenti, alle emozioni dei protagonisti, al rapporto genitori/figli senza scadere nel melenso o andare fuori tema. Perché il sacrificio che deve compiere un genitore per salvare a tutti i costi il futuro del figlio coinvolge più della salvezza del mondo intero.
La Guerra di Domani, nella sua accezione emotiva risponde, dunque, a un interrogativo ben preciso: cosa siamo disposti a fare per le generazioni future? Il concept del viaggio nel tempo, in questo caso, viene sfruttato per analizzare la genitorialità in senso più ampio, non solo focalizzandosi sulla famiglia Forester, ma sull’intero genere umano. Qui attenzione, c’è sottointeso, e lo lasciamo tale, un piccolo spoiler.
L’interpretazione del protagonista è magistrale. Riesce a esprimere umanità, potenza, coraggio, tenerezza nei vari ruoli e situazioni che deve affrontare e sostenere e rende godibile la visione di un fantasy un po’ scontato, ma reinventato in maniera ponderata perché diventi spettacolo avvincente.
Vi lasciamo qui il trailer ufficiale.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.