L'amica Geniale: intervista a Pio Stellaccio

L’Amica Geniale: intervista a Pio Stellaccio


Vessatori, molesti, spesso spietatamente egoisti. Elena Ferrante ne L’Amica Geniale descrive gli uomini e il ruolo occupato da essi nella società senza esitazione. L’ambientazione si rifà a un passato recente, facendoci credere che si tratti di qualcosa che non ci riguarda più, che ci siamo evoluti in tal senso. Ma la narrazione, pungente e precisa, ci mette a disagio quel tanto che basta per chiederci: è ancora oggi così?

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L’autrice del libro del secolo descrive i suoi personaggi senza tralasciare i dettagli sulle loro fragilità e ambiguità. Rendendoli imperfetti e meravigliosamente umani. Ferrante non risparmia nessuno… o quasi.

Enzo Scanno

“L'amica geniale” su Rai 1: Pio Stellaccio svela il finale tra Enzo e Lila. E su identità di Ferrante, calo d'ascolti e critiche su Rohrwacher e Gifuni... - MOW - Mowmag.com

Fonte foto: Mow

Uno dei pochi protagonisti della serie che non esercita la propria volontà attraverso la ferocia della violenza è Enzo Scanno.

Enzo, innamorato da sempre di Lila, non prevarica su di lei, non tenta di appropriarsi del suo corpo con la forza. Enzo rimane sullo sfondo per anni, e compare nella vita di Lila adulta in punta di piedi, mirando soprattutto a una connessione mentale.

Nell’ultima stagione della trasposizione televisiva a interpretarlo è Pio Stellaccio. Abbiamo parlato con lui della responsabilità di tale compito.

Quando Saverio mi ha chiesto se volessi fare io la regia dell’ultima stagione dell’Amica Geniale, mi è sembrata la realizzazione di un desiderio che avevo provato anni fa, quando avevo saputo che si sarebbe girata una serie tratta dai romanzi di Elena Ferrante.

Così ho deciso subito di accettare questa grande sfida, girare tutti e dieci gli episodi del quarto e ultimo libro dell’Amica Geniale, entrare nel mondo della Ferrante ed entrare nel mondo della serie.

Laura Bispuri

Il motore propulsivo

Partiamo da Pio bambino: cosa ti ha spinto a pensare di fare l’attore? È stato un sogno di infanzia a indicarti la strada o è stato casuale?

“È un’aspirazione diventata qualcosa di concreto molto più avanti dell’infanzia, sebbene quando fossi ragazzino tutti mi dicevano che avevo ottime doti comunicative. In realtà è nato poi tutto intorno ai vent’anni per superare dei limiti di timidezza. Allora mi confrontai per la prima volta col palco e vi riconobbi quasi subito il mio posto e la mia strada.”

Quali studi hai intrapreso per fare l’attore?

“In seguito attraverso gli studi presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico, ho fatto diventare questa ‘passione terapeutica’ un vero e proprio lavoro.”

Il percorso artistico

Dopo la formazione, quali sono stati i tuoi primi lavori? Qual è stato, invece, il ruolo che per te ha segnato una svolta sia dal punto di vista lavorativo che di maturazione personale? E quello che hai amato di più?

“Ho lavorato per i primi anni molto a teatro, poi la possibilità di farmi conoscere in diverse serie televisive italiane, tra le prime Il maresciallo Rocca, con la straordinaria possibilità di lavorare con Gigi Proietti; in seguito un’importante ruolo di svolta da coprotagonista con Il clan dei camorristi (dove ho potuto sperimentare la tenuta del personaggio sul lungo periodo lavorativo), per giungere dopo diversi anni al ruolo di Enzo Scanno ne L’amica geniale che ritengo il personaggio che mi ha portato maggiori soddisfazioni.”

Il personaggio di Enzo

Ne L’Amica Geniale hai interpretato uno dei protagonisti dell’ultima stagione, Enzo. Come ti sei preparato per calarti nella parte?

“Per affrontare il personaggio di Enzo ho cercato di studiare al meglio il lavoro che già aveva fatto Giovanni Buselli cercando di arricchirlo con le caratteristiche di maturità che il ruolo richiedeva in questa ultima stagione.”

Enzo è un personaggio positivo, uno dei pochi maschi che Elena Ferrante “salva”. Hai sentito la responsabilità di questa chiave di lettura?

“È stato un lavoro di grande responsabilità considerando l’affetto che il pubblico già nutriva per le innate doti positive del personaggio tracciate dalla Ferrante nei precedenti capitoli e per quello che si aspettavano i lettori che già conoscevano l’evoluzione della sua storia con Lila.”

Sul set si sentiva l’influenza dell’autrice? È capitato di dover cambiare qualcosa perché poco attinente al libro o per rispettare la volontà di Ferrante?

“Tutto il lavoro di sceneggiatura è già stato fatto a monte e durante le riprese personalmente non ho avuto percezione di rimaneggiature in corsa rispetto al libro che non fossero già state previste. A tutto ciò probabilmente ha contribuito il fatto di essere riusciti a girare quasi tutto secondo un principio di sequenza cronologica degli avvenimenti, episodio dopo episodio.”

C’era una supervisione rigida rispetto a questa cosa?

“Devo dire che mi ero creato delle idee ben precise di direzione del personaggio ma sul set ho sempre ascoltato senza pregiudizio ogni alternativa direzione registica, soprattutto nell’ottica dell’arricchimento.”

Domanda ostica: hai letto i libri per capire di cosa si trattasse o ti sei lasciato guidare dal regista?

“Per quanto riguarda la lettura dei libri sono andato a ritroso dall’ultimo verso il primo (a differenza delle serie in tv che avevo già visto) perché non li avevo letti precedentemente ed avevo la necessità di partire dal materiale con cui avrei avuto un più diretto e profondo contatto.”

Quanto c’è di Pio in Enzo e viceversa?

“Credo ci sia stato un bello scambio tra Pio ed Enzo durante questo lavoro: io ho cercato di donargli con sincerità alcuni miei tratti di fragilità, ricevendone in cambio diverse sfumature di forza e determinazione. Porrei dire che ci siamo ascoltati tanto da diventare due ottimi amici.”

Non solo L’Amica Geniale: altri successi e progetti futuri

Tra le altre serie note al grande pubblico a cui hai partecipato, in quale hai preferito lavorare?

“Le serie in cui ho preferito lavorare sono quelle in cui ho avuto la possibilità di arricchirmi non solo professionalmente ma anche umanamente. Anche serie minori che ho girato mi hanno permesso di fare incontri con persone che oggi stimo e che ritengo amiche.”

Quali sono i tuoi progetti futuri? Ti vedremo presto in scena?

“Presto ci sarà la possibilità di rivedermi in un film tv per la Rai sulla vita di Peppino di Capri. Interpreterò Bernardo Faiella, suo padre, e con la direzione di Cinzia T.H.Torrini ho cercato di raccontare quanto anche il loro rapporto padre/figlio abbia influito sulla carriera artistica di Peppino.”

Pio Stellaccio

Stellaccio Pio | Studio Segre l'amica geniale

Fonte foto: Studio Segre

Pio Stellaccio, nato a Salerno, vive a Roma dal 2003, anno in cui ha iniziato gli studi presso l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Diplomatosi in recitazione nel 2006 è stato diretto in teatro da registi quali Lorenzo Salveti, Piero Maccarinelli, Fausto Paravidino, Silvio Peroni e Mattew Lanton. Due volte vincitore del premio teatrale ‘Attilio Corsini – Salviamo i talenti’, è stato protagonista di “Riccardo e Lucia”, spettacolo rappresentato sia a Palazzo Montecitorio che nel festival ‘Inscenany’ a New York. Per il cinema è stato diretto da Rocco Mortelliti, Stefano Incerti e Marco Cassini ed ha vinto col corto “Totore” di Stefano Russo il premio come miglior attore nei festival di Gaeta, Istrana e Novara. Attivo anche in pubblicità, in televisione ha preso parte a fiction quali “La nuova squadra”, “Il maresciallo Rocca e l’amico d’infanzia”, “Don Matteo”, “Che Dio ci aiuti”, “Mina Settembre” e “Un Professore”; rivestendo i panni di coprotagonista nelle serie tv “Il clan dei camorristi”, “Il Sistema”, “L’Isola di Pietro”, “Il metodo Fenoglio”, “L’amica geniale” (ultima stagione) e nel film “Champagne” (biopic su Peppino Di Capri) attualmente in lavorazione. Vincitore del premio ‘Explosive talent Award’ al Giffoni Film Festival, fa anche parte dal 2011 della Nazionale Calcio Attori.