“Nun ce credo che finisco.”
La frase che apre il trailer del film evento “Mi chiamo Francesco Totti“. E ad oggi, neanch’io ci credo ancora che sia successo, Capitano.
Sono sincero, chi scrive ha il cuore mezzo giallo e mezzo rosso da sempre; non una patologia medica, ma una passione calcistica per la AS Roma che pulsa nel petto, un’eredità famigliare che trascende il tempo e veicola il sentimento come una bandiera mossa dal vento, un “Amor” poetico che supera le vittorie o le delusioni sportive custodito in un “…e Sempre Forza Roma!”.
C’è un vecchio detto della tifoseria che dice, “I giocatori passano, ma la maglia resta.”, e specialmente negli ultimi anni, durante la discussa era americana di Pallotta, i tifosi ne hanno visti di giocatori passare come pendolari a Trigoria, in attesa di un treno migliore da prendere. Abbiamo imparato ad accettare l’addio dei calciatori più forti per il bene del bilancio, del Fair Play finanziario, cose che al tifoso non fanno battere il cuore, ma convive con l’idea del calcio moderno incentrato sul puro business dell’intrattenimento. Eppure, in quel malinconico 28 Maggio 2018 c’è un addio che non si dimentica, che non passa, e forse mai lo farà. È un ricordo dolce e amaro insieme. Un’immagine scolpita nella storia, come ritrovarsi ai piedi del Colosseo ad osservare un’imponente struttura che il tempo consuma nel ricordo di un antico splendore. C’è stato un giorno in cui la Capitale si è fermata per rendere omaggio a uno dei suoi figli più amati, con lo Stadio Olimpico animato da una silente attesa, quasi mistica, con gli sguardi lucidi e i sospiri smarriti, gli abbracci al vicino di posto e le sciarpe stese verso il cielo. Il giorno in cui il Capitano, Francesco Totti, lasciò il calcio giocato dopo 25 anni di carriera sempre con la stessa amata maglia, divenne l’epilogo di una delle più emozionanti storie sportive che ha commosso il mondo, e ora rivivranno in un film.
“Mi chiamo Francesco Totti” è il documentario del regista Alex Infascelli che racconta la notte che precede l’addio al calcio di Francesco, un uomo allo specchio che ripercorre le tappe più importanti della sua carriera, tra vita sportiva e quella privata, ma anche in ricordi inediti al pubblico, in un racconto narrato in prima persona dal calciatore stesso. L’idea del film è basato sul libro “Un Capitano” scritto da Totti e Paolo Condò, ed edito da Rizzoli.
Il regista Alex Infascelli è noto al pubblico internazionale per l’apprezzato documentario “S for Stanley” uscito nel 2017 e che racconta l’amicizia nata tra l’iconico regista Stanley Kubrick e il suo autista italiano, Emilio D’alessandro. In “Mi chiamo Francesco Totti”, Infascelli si è occupato anche del soggetto e della sceneggiatura, prodotto da Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia Valsecchi per la The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con la collaborazione di Vision Distribution, Rai Cinema, Sky e Amazon Prime Video.
“Mi chiamo Francesco Totti” sarà presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2020, in programma dal 15 al 25 Ottobre, e distribuito nelle sale italiane nelle date evento del 19, 20 e 21 Ottobre, distribuito da Vision Distribution.