Ozark: l'inizio della fine

Ozark: l’inizio della fine

Ci siamo. L’inizio della fine è arrivato. Le 7 puntate mancanti andaranno in onda dal 29 aprile,  ovviamente su Netflix. Le prime tre stagioni e mezza sono andate, troppo in fretta. Alla fine della seconda parte delle quarta stagione conosceremo l’epilogo delle famiglie Byrde, Langmore, Navarro e di tutte le altre ancora in vita? Io non sto più nella pelle. 

Perché guardare Ozark?

L'inizio della fine dal 29 aprile su Netflix

Fonti immagini: Emmy Awards, Screen Actors Guild Awards, Ozark su Netflix

Se avete già visto le prime stagioni, la risposa è banale. Per chi ancora mancasse, eccovi quattro buoni motivi: dramma senza censure; sceneggiatura incredibile; regia sorprendente; interpreti da urlo. Se Jason Bateman (Arrested Development, La famiglia Fang, Hancock) e Laura Linney (the Truman show, Kinsey, The big c) non vi bastano, allora avrete anche delle stelle nascenti. Su tutte Julia Garner (Inventing Anna) anima e forza irriducibile della maledetta famiglia Langmore. È lei la vera rivelazione della serie e da sola rende l’intensità drammatica e cinica dell’America lontana dallo splendore delle coste grazie a un’interpretazione, e una voce, indimenticabili (per chi può, è da guardare in lingua originale). Ma in sostanza quando sono bravi questi attori?

    • Julia Garner: due Emmy 2019 e 2020 come Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica
    • Jason Bateman: Emmy 2019 come Migliore regia in una serie drammatica e Screen Actors Guild Award nel 2021 Miglior attore in una serie drammatica

Le nomination a tutto il cast ve le risparmio. Se non bastasse, il popolo di IMDB ha sancito il suo giudizio finale: 8.5 (fonte Ozark su IMDB).Il sito professionale Rottentomatoes, invece, gli assegna 86% di voti della critica e 90% del pubblico.

Andiamo con ordine

L'inizio della fine dal 29 aprile su Netflix

Fonte immagini: Ozark su Netflix

Un genio della finanza e il suo estroverso socio decidono – insieme alle rispettive mogli – di riciclare i proventi illeciti del secondo più grande cartello della droga colombiana: i Navarro.

Tutto andava bene, fino a quando il socio estroverso inizia a fare la cresta. Otto milioni di dollari, confesserà durante un interrogatorio drammatico e spietato che si concluderà in un’esecuzione quasi totale. Infatti il nostro Marty Byrde riesce a convincere l’emissario del cartello, Dal Rio, che sarà in grado di restituire il denaro rubato dal socio e rilancia con un ulteriore azzardo: sarà in grado di riciclare una somma mai realizzata prima grazie a un’iniziativa già avviata a Ozark – che in realtà era solo la meta delle prossime vacanze – area turistica tra laghi e fiumi nel cuore del Missouri. Il capo dei narcotrafficanti, Navarro, accetta. I Byrde vendono tutti i loro averi e in pochi giorni i genitori e i due figli adolescenti si trasferiscono nella ben poco ridente località turistica. Marty inizierà a cercare un modo per riciclare 500 milioni di dollari in cinque anni per placare i Navarro, sorvegliati a vista dai loro associati. Non è più un mero esercizio del genio finanziario, non è più semplice avidità o desiderio di una bella vita piena di soldi e cose. È lotta quotidiana per la sopravvivenza. E siamo solo alla prima puntata.

La banalità del male

Ozark - Dramma famigliare

Fonti immagini: Ozark su Netflix, Breaking bad su Netflix, Weeds su Rottentomatoes

Come in Breaking Bad e anche Weeds, Ozark ci mostra la discesa all’inferno di Marty, di tutta la sua famiglia e di chiunque incrocerà la loro strada. Come i Langmore, famiglia maledetta di Ozark composti da balordi che vivono di espedienti. O i Snell, i perfetti interpreti di ‘gli spacciatori della prateria’. I Cosgrove. I Dal Rio. I Wilks. Un tempo pensavo che la serie portasse in scena il dramma di “cosa sei disposto a fare per salvarti”, ma in realtà è più calzante “la banalità del male”. Quello che colpisce sono le giustificazioni che queste persone si danno per sfuggire alle loro responsabilità, alle loro scelte. In primis i Byrde: il loro mondo è cambiato per una loro decisione, eppure si considerano vittime e non carnefici.  E se solo per un attimo vi sembrerà che almeno la famiglia sia un nucleo sacro, una linea dietro la quale non è concesso indietreggiare, la chiesa della propria vita, avrete delle sorprese. Sembra quasi un racconto di MacCormack per quanto riguarda la seduzione del denaro facile (Non è un paese per vecchi e The counselor di cui consiglio film e libro). E a pensarci bene anche a un dramma di Shakespeare, per l’incapacità dei protagonisti di cambiare il proprio destino e la successiva mancanza di speranza che di solito porta alla morte di tutti. Amleto docet.

L’inizio della fine

Ozark - l'inizio della fine

Fonte immagini: Ozark su Netflix

Dicevo che la sceneggiatura è eccezionale, e gli sceneggiatori sono folli. Ad esempio, la quarta stagione inizia con la famiglia Byrde stranamente sorridente e che parlano del futuro, almeno fino a quando un incidente in auto, i cui esiti restano sospesi, chiude l’incipit. I primi sette episodi della quarta stagione parleranno poi degli ultimi mesi prima dell’incidente, e di quanto più i Byrde si avvicinano alla libertà, più la loro candela si consuma.

Come andrà a finire? Io non sto nella pelle.