"Peaky Blinders", di cosa parlerà il film?

“Peaky Blinders”, di cosa parlerà il film?

Riprendete i vostri completi in tweed e i vostri berretti (senza lame, mi raccomando), Peaky Blinders sta per tornare con il suo film conclusivo. Il regista Steven Knight ha annunciato che il film, già in lavorazione, continuerà  storia riprendendo la storia degli Shelby da dove l’avevamo lasciata e possiamo presumere che risponderà a tutte le grandi domande rimaste in sospeso dopo la fine dell’ultima stagione della serie. Possiamo dunque iniziare a sperare per la risoluzione di tanti dubbi: Tommy e soci si scontreranno con i nazisti? Cosa sussurra Tommy al figliastro Duke nell’ultimo episodio?

Mentre irrequieti ricamiamo le nostre ipotesi, sembra dovuto rinfrescare le nostre menti con un ricapitolo di tutto ciò che di rilevante è accaduto in Peaky Blinders, per prepararci meglio al finale.

Il trauma della Grande Guerra

Siamo nella Birmingham del 1919, “Peaky Blinders” racconta la vicenda dei fratelli Shelby e della loro gang criminale. Dal ritorno dalla guerra in Francia i fratelli Thomas, Arthur e John Shelby praticano attività illegali come il contrabbando di armi,  le scommesse sulle corse di cavalli, se non omicidi su commissione, ma che siano pratiche immorali o proibite questo a loro poco importa. I personaggi infatti partono tutti da un a storia drammatica legata alla guerra: gli Shelby hanno condiviso la Grande Guerra e il trauma di essere quasi morti in trincea, ragion per cui mostrano il loro quasi stoicismo di fronte ai problemi che ostacolano il raggiungimento del loro successo.

In particolare Tommy Shelby, l’ormai iconico protagonista interpretato da Cillian Murphy, nelle sei stagioni della serie affronta una vita tormentata che per lui è come una pena da scontare. La realtà malavitosa è frenetica e nel corso delle sei stagioni della serie i nemici e i rivali della famiglia Shelby sono incalcolabili e imprevedibili. In questo Peaky Blinders rappresenta un esempio emblematico per le serie tv gangster: è un’opera capace come poche di mostrare la drammaticità della raltà criminale e di rielaborarla attraverso uno sguardo cinematografico contemporaneo.

I nemici dei “Peaky Blinders”

I guai iniziano con l’arrivo in città dello spietato ispettore di polizia Chester Campbell (un subdolissimo Sam Neil), mandato dell’allora segretario di Stato alle munizioni Winston Churchill, e della sua bella assistente irlandese Grace Burgess. Quello di Grace è un personaggio chiave: riesce a infiltrarsi  in poco tempo nel clan Shelby e a conquistare la cieca fiducia di un uomo come Thomas, freddo e imperturbabile. La storia tra Grace e Tommy rappresenta uno dei grandi cardini nella trama della serie. Lei diventa l’unica fiamma in grado di scaldare il cuore di lui, l’unica che conosce davvero ogni sua debolezza, e dopo la sua tragica e imprevista morte la sua presenza persiste in qualche modo durante tutto l’arco narrativo della serie. Tra un tentativo e l’altro di sopravvivere in un mondo in cui Grace non esiste, Tommy la immagina ovunque e si sente costantemente in colpa.

Oltre Campbell ci ricordiamo, appunto, della famiglia dei Changretta, colpevoli dell’omicidio di Grace.  I Peaky Blinders, dopo altri diversi traumi, tutti cercano di rifarsi una vita: Polly vive stabilmente con il figlio Michael, John si è trasferito con Esme e i loro figli in campagna e Arthur vive con la moglie Linda e il figlio Billy in una fattoria. Tommy, invece, vive una vita monotona quasi parlando principalmente con la futura compagna Lizzie, il figlio Charles e la sua domestica. Purtroppo per loro, però, il passato torna a bussare e il destino decide che gli Shelby saranno costretti a riunire di nuovo le loro forze dinnanzi al nemico.

Sbarca a Birmingham Luca Changretta ( un Adrien Brody in vesti di mafioso italiano), diventato uno dei maggiori boss di New York: tornato in Inghilterra per vendicare il padre e il fratello Angelo, uccisi dai Peaky Blinders, trova la sua prima vittima in John, che viene crivellato di colpi nella sua tenuta dove desiderava fare una vita tranquilla. Ecco un altro momento chiave della serie.

È nello stile di Tommy Shelby, qui più rancoroso che mai, prendere il controllo della situazione in modo silenzioso, con piccoli passi, per costruire grandi progetti invisibili. Ed è qui, nel finale di terza stagione, che ci sarà uno dei momenti più alti della serie, tra inganni e colpi di scena. Zia Polly ( la fantastica Helen McCrory),  preoccupata per l’incolumità del figlio Michael, ci dà l’illusione di aver stretto un patto con Luca: offrirgli la vita di Tommy in cambio di quelle del resto della famiglia. L’imbroglio ovviamente è dietro l’angolo e tutti questi elementi ci portano ad un finale di stagione rocambolesco.

Tommy, apparentemente tradito da Polly, viene scovato dagli uomini di Luca, sembra circondato e spacciato, ma in realtà è una trappola: una volta attirati i nemici in una piccola corte, questi vengono sterminati con una mitragliatrice. Poco più tardi sarà anche il turno dello stesso Changretta. Tommy annuncia di avere stretto un’alleanza oltreoceano (tramite Michael) con le altre famiglie mafiose di New York, escludendo definitivamente i Changretta dal controllo della città e comprandosi la fedeltà dei suoi uomini. Poco dopo fa il suo ingresso un redivivo Arthur, che aveva finto la propria morte solo per convincere Luca a organizzare l’incontro. Changretta viene eliminato, e l’omicidio di John vendicato. La macchina dei “Peaky Fuckin’ Blinders” è stata ancora una volta scatenata.

All’alba del Fascismo

Con la quinta e sesta stagione di “Peaky Blinders” arriviamo a tempi più recenti. Siamo nel 1929, con il crollo della Borsa di Wall Street e i primi contrasti europei che confluiranno nella Seconda Guerra Mondiale. Tommy stesso entra in contatto con un personaggio non proprio raccomandabile: dopo essere riuscito ad ottenere illegalmente un seggio in Parlamento, conosce il collega laburista Oswald Mosley, il quale si sta apprestando a fondare nientemeno che l’Unione Britannica dei Fascisti. Quest’ultimo ben presto sfrutta le sue conoscenze sulle attività losche di Tommy per costringerlo a diventare vicesegretario del suo nuovo partito: Tommy deve per forza accettare, ma pianifica di collaborare assieme ai suoi contatti nei servizi segreti per smantellare il partito fascista dall’interno.

Andiamo verso la fine della serie, il personaggio di Tommy Shelby è forse destinati davvero a redimersi? Probabilmente pensa alla sua defunta moglie Grace, l’unica donna che ha amato dopo la fine della guerra, anche quando tenta di boicottare il nascente movimento fascista di Monsley. Proprio in queste occasioni sembra che Thomas cerca di riscattarsi facendo del bene, non solo per la sua famiglia, ma anche per l’intera nazione,  in quanto il movimento fascista minaccia e discrimina le diversità all’interno del Regno Unito.

Andrebbe tutto secondo i piani se non fosse però per una perdita, a questo punto della storia, di quella coesione che inizialmente teneva uniti i membri dei Peaky Blinders, adesso ognuno allo sbando e privo di motivazione. Si arriva ad una sconfitta di fatto: il premeditato assassinio di Mosley durante un suo comizio fallisce clamorosamente. Nell’ultima scena dell’ultimo episodio della quinta stagione vediamo Tommy, disperato, tentare il suicidio con una pistola puntata alla bocca.

Due eventi esterni hanno poi cambiato in modo significativo il destino di “Peaky Blinders”: la pandemia di COVID e la morte di Helen McCrory, che interpretava Polly. Il primo ha rallentato i tempi delle riprese della sesta stagione e causato la cancellazione della settima, poi confluita in un film; mentre la scomparsa dell’attrice, avvenuta nell’aprile del 2021 proprio al momento delle riprese, ha portato gli sceneggiatori a dover ristrutturare l’intera storia senza il personaggio. Knight ha spiegato che ha dovuto fare di necessità virtù “sfruttando” la scomparsa di McCrory per mettere in moto alcuni importanti eventi dell’ultima stagione.

La sesta stagione si apre infatti in un contesto tutt’altro che incoraggiante: Tommy, reduce dal suo tentato suicidio, scopre della morte di Polly, assassinata dall’IRA durante un momento di distrazione di Tommy. Nella prima puntata assistiamo infatti allo straziante funerale della donna, durante il quale la famiglia Shelby le dice addio bruciando il suo corpo in una carrozza con i suoi averi.

Ma un grande personaggio come quello di Polly, sempre presente nelle scelte di Thomas, continua ad avere una grande influenza. Viene ripescato, in particolare, in un flashback un discorso che la donna aveva fatto nella quinta stagione rivelatasi, poi, in qualche modo profetico: diceva sempre, infatti, che uno tra Tommy e Michael sarebbe morto se avessero iniziato una guerra. Tanto è vero che questo conflitto avviene, partendo da Micheal che torna dagli Stati Uniti (accompagnato dalla persuasiva moglie, interpretata da Anya Taylor-Joy) con l’intenzione di sostituire lo zio nella leadership dei Peaky Blinders, e si concluderà con la fine per il giovane ragazzo.

Cosa succederà nel film?

I dettagli specifici sulla storia del film sono pochi. La serie principale poneva le sue basi nelle devastanti conseguenze della Prima Guerra Mondiale, perciò è ragionevole pensare che il seguito del film si concentrerà sull’ altro terribile conflitto globale.

Saremo probabilmente di nuovo a Birmingham, con la Seconda Guerra Mondiale alle porte. Uno sguardo più ravvicinato alla guerra potrebbe arrivare grazie ai protagonisti più giovani: Finn, il figlio di Ada, Karl Thorne, il figlio di Tommy, Charlie, e anche il suo figlio illegittimo, Duke. Tutti avrebbero raggiunto l’età per diventare soldati. Dopotutto, le persone che l’hanno già vissuta conoscono bene le cicatrici lasciate dalla guerra, quindi dover vedere i propri figli venir costretti a vivere la stessa esperienza potrebbe creare un perfetto set up per il film, persino per il disturbo da stress post-traumatico che Knight vuole continuare a trattare.

Ricordiamo poi il clou del finale di stagione, in cui vediamo la foto del matrimonio di Mosley che il fantasma della figlia Ruby porta all’attenzione di suo padre Tommy,  il quale convinto di avere una malattia terminale ai polmoni era sull’orlo del suicidio. Nella foto vediamo il medico Holford, proprio colui che gli aveva diagnosticato la malattia, che si rivela essere membro del partito fascista di Mosley, quindi razzista e ostile a quell’uomo di stirpe gitana che è riuscito a ricoprire posizioni di enorme potere. Probabilmente è da qui che ripartiremo.

Tommy è finalmente libero. Il suo impero criminale è in buone mani, come il progetto sull’edilizia popolare (di cui si occupa Alfie Solomons). A questo punto potrebbe lasciarsi alle spalle la sua vecchia vita, ma Tommy ha accennato ad Arthur – nel finale di Peaky Blinders – che ora è motivato principalmente dal fare del bene. Il suo accordo per costruire alloggi a prezzi accessibili poneva i suoi obblighi sociali anche al di sopra della ricchezza (o almeno così sosteneva) e la sua opposizione a Mosley e ai fascisti era stata a lungo una questione di principio. Tommy potrebbe diventare un vendicatore solitario? Potrebbe addirittura trovarsi a combattere il male rappresentato da Adolf Hitler?

Lo scopriremo presto. Al momento non c’è una data certa per l’uscita del film, ma possiamo sperare nel 2025.