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Il Natale non è realmente un “Natale” se non ri-guardiamo almeno una volta “Mamma ho perso l’aereo”, un film che ha poco più di 30 anni (uscito nel 1990) e che ad oggi rappresenta un cult inimitabile.
La storia è ormai conosciuta da tutti: ci troviamo a Chicago, la numerosissima famiglia McCallister (tra genitori, figli, zii e nipoti) è pronta a partire per Parigi per trascorrere le vacanze di Natale. Ma la mattina della partenza, nella confusione e nella fretta di raggiungere l’aeroporto in tempo, il figlio più piccolo, Kevin (interpretato dall’ormai iconico Macaulay Culkin), viene accidentalmente dimenticato a casa.
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Perché questo film ci piace così tanto?
“Home alone” (titolo originale) è una di quelle commedie per famiglie riuscitissime, cosa non da poco. Con la regia di Chris Columbus – che, non dimentichiamocelo, ha diretto tra gli altri i primi due film della saga di Harry Potter – risulta un film genuinamente divertente, non demenziale, perfetto nei tempi e anche abbastanza commovente per alcuni aspetti. Oltre la commedia, sono presenti anche temi più seriosi, ma affrontati con grande semplicità: la separazione dalla famiglia, il senso di inclusione e di accettazione, le apparenze ingannevoli, e il Natale vissuto dal punto di vista di chi si ritrova a fare i conti con un passato che gli ha sbattuto la porta in faccia.
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La vicenda dell’anziano vicino di casa, Marley (il quale, grazie anche al sostegno di Kevin, si riappacifica con suo figlio e sua nipote dopo un litigio), è emblematico nella comprensione generale del senso del film: il Natale non è soltanto regali, cenoni e feste; esso è innanzitutto stare insieme alla propria famiglia, godersi la compagnia e l’allegria che in certi casi mancano da troppo tempo. Prescindendo anche dall’interpretazione religiosa, che si sia credenti o meno, le feste natalizie possono rappresentare l’occasione perfetta per ricongiungersi con le persone amate o per contattare quell’amico che non vediamo da tanto tempo. Questo messaggio nel primo film, ma anche nel secondo Mi sono smarrito a New York, è trasmesso magistralmente anche se in teoria si tratta di film “per bambini”.
Le avventure di Kevin e i due ladri
Dopo la scoperta dell’ abbandono e il timore iniziale, viviamo con Kevin la sua pacchia e la sua libertà nell’essere finalmente il solo a dover decidere per se stesso. Perché, ammettiamolo, tutti siamo un po’ Kevin, quando restiamo soli in casa… Quel senso di autonomia e di “chissene” degli altri non ce lo toglie nessuno!
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Passando anche per momenti in cui un bambino come lui prova la solitudine e la paura per i pericoli esterni, Kevin giunge effettivamente ad avere contatti con due malviventi che hanno adocchiato la sua benestante famiglia.
Pronto a proteggere se stesso e la sua abitazione come un bravo soldato, Kevin elabora una serie di stratagemmi per difendersi dai due ladri ( gli esilaranti Joe Pesci e Daniel Stern) che vogliono rapinare la sua casa. Si tratta di trappole terribili e complesse, orchestrate da Kevin con facilità, in tempi brevissimi e apparentemente senza alcuno sforzo, affidandosi spesso a principi fisici con una naturalezza che un bambino difficilmente potrebbe avere.
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I suoi scherzi – che, stando ad un’interpretazione razionale, avrebbero nella realtà conseguenze gravissime- a partire dalla seconda parte del film ci fanno entrare in una dimensione giocosa, divertente, ma anche avvincente: in fase preparatoria, con le coinvolgenti musiche di John Williams (anche lui associato ad Harry Potter, per avrne composto la colonna sonora), empatizziamo inevitabilmente con Kevin e la sua paura di essere solo ad affrontare delle “visite non gradite”.
Fonte: movieplayer.it
Il lieto fine e il ritrovo con la famiglia
Dopo il trambusto, come in ogni family movie che si rispetti, c’è il lieto fine, che ci mette gioia ma anche malinconia ( anche perché ci rendiamo conto che il film sta per finire, di nuovo! ). Del resto, si sa, il Natale amplifica le emozioni e queste emozioni contrastanti sono quelle che proviamo con la nostra famiglia. Li amiamo, ma poi li odiamo. E sono gli stessi sentimenti che ritroviamo con Kevin, arrabbiato e deluso per essere stato dimenticato dai propri genitori, ma che riserva comunque un grande sorriso pieno di gioia nel rivedere sua madre nella scena finale del film. E noi commossi sorridiamo con lui.
E voi guarderete “Mamma ho perso l’aereo” quest’anno?
Laureata in Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio Culturale alla Federico II di Napoli. All’età di 5 anni volevo fare la “scrittrice”, mentre adesso non so cosa di preciso mi riserverà il futuro. Ma una cosa certa è che la scrittura risulta essere ancora una delle mie attività preferite, una delle poche che mi aiuta di tanto in tanto ad evadere dal mondo.