Roberto Benigni: una leggenda che ci somiglia

Fonte foto copertina: caricatura di Benigni realizzata da Matteo Paolelli

Ne vediamo di attori, ne vediamo di bellissimi, muscolosi, con gli occhi che stregano, sex symbol e seduttori. Siamo abituati a Tom Cruise, a Brad Pitt, a Ian Somerhalder e a molti altri, che solo a guardarli, paiono irraggiungibili. Eppure, nessuno di loro, ha l’influenza mediatica e la potenza comunicativa di un nostro connazionale, nato a Castiglion Fiorentino, il 27 ottobre del 1952, attore, comico, regista, professore del popolo e sceneggiatore e monologhista teatrale, dalla comicità ironica, irruenta, caciarona e dissacrante. Personaggio pubblico tra i più conosciuti e apprezzati nel bel paese, ma probabilmente anche su Marte. Le sue interpretazioni cinematografiche e teatrali e le sue apparizioni televisive mettono in scena un carattere gioioso, vivace, semplice ma profondissime facendo leva, in quest’ultime, sulla totale sovversione del clima dei programmi di cui è ospite e che conduce. Si vi sto parlando di lui, per dirla come direbbe la grande Sofia Loren: “And the Oscar goes to..Roooooooooobertooooo nella notte degli Oscar, del 21 marzo 1999, una primavera in anticipo per la carriera di Benigni, all’epoca, infatti il suo film “La vita è bella” aveva toccato gli animi di molti e ancora oggi è una delle commedie tragiche più viste, perché capace di spiegare con il sorriso uno dei periodi storici più drammatici della storia dell’umanità, la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento.

Spicchi di vita

Un ragazzo allegro ed espansivo sin da giovanissimo, si trasferisce nel 1958 con tutta la famiglia in provincia di Prato, prima nella frazione di Galciana e poi in seguito in quella di Vergaio, dove vive tuttora la sua famiglia di origine. Non molti lo sanno ma Roberto, prima di diventare l’uomo che tutti conosciamo era iscritto ad un seminario nel fiorentino, che però decide di abbandonare a seguito dell’alluvione del 4 novembre 1966, per continuare il suo percorso di studi presso l’istituto tecnico commerciale Datini di Prato, conseguendo il diploma di ragioniere. Ma sappiamo che ad una farfalla bianca non si possono spezzare le ali, e per Roberto il sogno piu grande è il mondo multidisciplinare dello spettacolo.

Ed è proprio durante le riprese di un film (Tu mi turbi) del 1983 che s’innamora di Nicoletta Braschi, sua compagna e moglie dal 26 dicembre 1991, che da quel momento sarà una delle costanti anche nella vita lavorativa di Roberto.

Le commedie e l’incontro con Fellini

Fonte foto: formiche.net

Come compagni d’avventura ho scelto Benigni e Villaggio. Due geniali buffoni, due aristocratici attori, unici, inimitabili, che qualunque cinematografia può invidiarci tanto sono estrosi. Penso che possano essere gli amici ideali per inoltrarsi in un territorio che non ha mappe, né segnaletica.”

Nel 1988 Benigni collabora con la moglie, e con lo sceneggiatore Vincezo Cerami per tre commedie che hanno lasciato un segno nella storia ovvero: Il piccolo diavolo, il famosissimo Jonny Stecchino e Il Mostro. In questi film mette a tacere la sua vena più aggressiva e popolana per concentrarsi, sempre con lo strumento comico dell’equivoco, su tematiche scottanti e attuali come appunto quella che in quegli anni stava segnando la storia dell’ Italia e della Toscana, ovvero l’orribile realtà del mostro di Firenze e sulla mafia. Benigni, però, ha la possibilità di continuare a parlare di tematiche scottanti anche con il regista Fellini, che lo accoppia a Paolo Villaggio per il film “La voce della luna”, tratto dal libro “Il poema dei lunatici” di Ermanno Cavazzoni. In questa pellicola l’attore rinuncia per la prima volta alla maschera comica per tratteggiare un personaggio lunare e inquieto, tutto teso ad ascoltare voci misteriose provenienti da un pozzo.

La scelta di scritturare Villaggio e Benigni viene così sintetizzata dal maestro di «Benigni e Villaggio sono due ricchezze ignorate e trascurate. Ignorarne il potenziale mi sembra una delle tante colpe che si possono imputare ai nostri produttori». Il film voleva spostare l’attenzione sull’ importanza del “silenzio contro il frastuono della vita contemporanea” e fu filmato in un contesto rurale e notturno, l’opera si pone «come un elogio della follia e una satira sulla volgarità dell’odierna civiltà del caro Berlusca.

In questo periodo, fino alla metà degli anni 1990, rimangono davvero celebri anche le sue numerose ospitate televisive, in programmi di varietà come Fantastico dove inscena numerosi sketch totalmente improvvisati col grande Pippone nazionale e anche di attualità come il celebre “Il Fatto” al fianco del leggendario Enzo Biagi. Tali apparizioni televisive crearono però dei forti contrasti tra i mass media italiani, il pubblico italiano tra chi le giudicava divertenti e chi invece le riteneva grottesche e a tratti troppo esagerate.

La vita è bella

Fonte foto: Corriere della sera

Film vincitore della categoria Miglior Film Straniero candidato agli Oscar nel 1999 era l’italianissimo “La vita è bella”, con la regia del grande Roberto. Quella sera, non se la dimentica nessuno, perché nessuno può scordare la grandezza e la capacità di quest’uomo nel raccontare con una leggerezza fuori dal comune, la non vita dei lager nazisti. Già dal titolo, infatti, la storia da una prospettiva alla vicenda completamente diversa da quella che ci viene sbobinata dai grandi capolavori che hanno raccontato il tema: dallo straziante Schindler’s List di Steven Spielberg a Il pianista di Roman Polański (successivo al film di Benigni), il registro narrativo con cui viene affrontato il tema dell’Olocausto e del genocidio ebraico è sempre stato: tragico, angosciante, cupo, buio e tragico. Invece nella pellicola di Benigni, la tragedia viene lasciata in secondo piano e vengono portati sul podio l’amore di Guido verso il figlio Giosuè, la moglie Dora e il coraggio dei suoi protagonisti.

Dante e la Costituzione

Per concludere, ricordiamo che Benigni, in questi anni si è prodigato per portare sul grande schermo, la Divina Commedia di Dante, recitando le parti e cercando di trovare, la bellezza e la potenza della vita, in un poema che non in tutte le sue pagine e facile da leggere, studiare e vivere. Inoltre con “La piu’ bella del mondo”, Benigni ha deciso di omaggiare anche la nostra costituzione attraverso i suoi monologhi teatrali. Rendendole giustizia, e rispetto piu’ di quanto hanno fatto i nostri attuali politici.

Di Benigni, si può raccontare ancora molto, ma tutto si riassume con l’umanità che contraddistingue la sua allegria: un uomo in grado rendere, bella la vita, anche quando appare nel suo lato peggiore.