fonte foto: tgvercelli.it
Ci troviamo in Piemonte, in provincia di Vercelli. Qui, precisamente a sud della Valsesia, si trova Gattinara, una località ricca di storia, conosciuta anche come città del vino. Venne infatti dominata dai Romani nel II secolo a.C., i quali furono i primi ad arricchirla con coltivazioni di vite. Solamente nel XVI secolo, però, quest’ultima diventò famosa e per questo dobbiamo ringraziare il Cardinale Mercurino Arborio di Gattinara: egli fu colui che fece conoscere il vino della città ai nobili europei. Nel 1242, Gattinara diventò poi un borgo libero la cui indipendenza venne confermata dai Visconti e dai Savoia.
Cosa vedere
Numerose sono le architetture da visitare a Gattinara. Tra queste i resti del Castello di San Lorenzo, il quale venne costruito nel 1187 sull’omonimo monte per poter controllare le strade Valsesia e Ossola. Non mancano poi le chiese, come ad esempio la Madonna del Rosario, in stile barocco e resa tale solo nel ‘500, in quanto prima era un oratorio; la Chiesa di Santa Maria della Consolazione, che si trova all’entrata del centro abitato, ricca di affreschi tra cui quello con la Vergine circondata dai santi, datato 1526; la Chiesa di Santa Marta, di origini quattrocentesche. Ricche di storia anche le ville e i palazzi: il Palazzo di Città venne edificato nella prima metà dell’800 dall’architetto gattinarese Pietro Delmastro, in stile neoclassico ancora del tutto integro.
Le feste organizzate dal Comune
Se volete andare a visitare l’arte di Gattinara, vi consiglio di farlo a settembre o a novembre. In questi due mesi ci sono infatti due grandi feste che vi permetteranno di immergervi maggiormente nell’atmosfera di questa città piemontese. Ad inizio settembre potrete assistere alla festa dell’uva, dove troverete delle taverne in cui potrete rifocillarvi con cibi tipici e il famoso vino Gattinara. Il secondo martedì di novembre, invece, potrete partecipare alla Fiera di San Martino, durante la quale potrete perdervi tra le numerose bancarelle.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.