In Italia, esistono ancora moltissimi borghi di medio-piccole dimensioni, molti dei quali sorgono in prossimità di zone rurali, sparsi lungo tutto lo Stivale.
In questo articolo vi proponiamo tre borghi italiani da visitare a Natale.
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Borghi italiani del Nord: Polcenigo
Detto Polcenic in friulano e situato nella provincia di Pordenone, in Friuli Venezia Giulia, Polcenigo è un comune aderente al network Borghi più belli d’Italia. Conta in totale poco più di 3 mila abitanti e comprende anche le frazioni di Coltura, Gorgazzo, Mezzomonte, Range e San Giovanni.
Merita una prima visita il Palù di Livenza, uno dei più antichi siti palafitticoli nell’Italia settentrionale che, nel giugno 2011, è entrato ufficialmente nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Polcenigo, infatti, ha radici preistoriche: qui sono state rinvenute tracce di insediamenti risalenti al Neolitico, probabilmente villaggi di palafitte, numerosi anche grazie all’abbondanza di acqua che attirava piante e animali.
Il territorio di Polcenigo è, pertanto, ricco di sorgenti e corsi d’acqua.
La più famosa è la sorgente del Gorgazzo, un affluente del Livenza, fiume lungo 112 km che sfocia nel golfo di Venezia. Le acque del Gorgazzo sono estremamente limpide e cristalline, e scorrono nei pressi del Santuario della Santissima (frazione di Coltura).
Oltre alle numerose architetture religiose, tra cui ricordiamo la Chiesa di Ognissanti o della Madonna della Salute, vi sono anche perle architettoniche civili, come ad esempio il Castello di Polcenigo, villa edificata nel Settecento sui resti di una fortezza medievale.
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Un altro posto imperdibile è il Museo dell’Arte Cucinaria, facente parte dell’Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane Lis Aganis. Il museo contiene preziosi manufatti sull’arte della cucina, come gli antichi attrezzi e ricettari appartenuti ai cuochi dell’Alto Livenza.
Uno degli eventi più importanti di Polcenigo è la Rassegna di Presepi, che ha luogo tra dicembre e gennaio. In questo periodo, gli abitanti espongono i propri presepi sui davanzali delle finestre, ma anche nei giardini e lungo le strade del borgo, dove si accendono le luci e la musica entra nelle case.
La specialità del borgo è, infine, la trota, pesce che vive nel Livenza.
Borghi italiani del Centro: Oratino
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Ancora meno popolato di Polcenigo è il comune molisano di Oratino (Loretinum il nome originario).
Si tratta di un borgo di circa 1700 abitanti, a 800 metri di altitudine nei pressi della valle del fiume Biferno. Sul colle sorge infatti il centro abitato, che ha l’accesso privilegiato a un suggestivo panorama naturalistico.
Uno dei monumenti storici di Oratino è Palazzo Giordano. La struttura fu costruita nella seconda metà del XV secolo, anche se altre fonti fanno risalire la sua edificazione all’epoca dei Giordano, la famiglia da cui prende il nome attuale. In origine il palazzo era circondato da fossati e separato dal resto del centro abitato.
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Il 24 dicembre ha luogo il celebre rituale della Faglia. Questo rituale arcaico prende il nome dal latino fax, che significa torcia, fiaccola.
Nella festa della Faglia, viene accesa una grande torcia alta 13 metri allo scopo di indicare il cammino spirituale all’intera popolazione. La “faglia” viene prodotta da volontari del paese ed è costruita con delle canne che prendono fuoco nell’ambito della celebrazione, dando vita ad un evento che attira centinaia di turisti nel paese.
La cultura gastronomica di Oratino è ricchissima e variegata: spiccano in particolare la minestra di “laganelle” (lasagne fatte a mano) e il “cacio e ova” a base di formaggio di capra e uova cotte nel sugo di salsiaccia.
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Borghi italiani del Sud: Viaggianello
Viggianello, detto Vingianieddu in dialetto locale, è un comune italiano in Basilicata che conta quasi tremila abitanti, situato nella provincia di Potenza. Si trova ai piedi del massiccio del Pollino, i cui abitanti principali sono il cervo, il lupo e il grifone, ed è bagnato dal fiume Mercure-Lao.
Viggianello ha antiche radici magno greche; è stato attraversato dagli eremiti bizantini, dominato dagli arabi, e conquistato anche dai normanni. Qui, infine, vi ha abitato la potente casata dei Sanseverino, che trasformarono la fortezza militare del borgo in residenza nobiliare.
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Degni di nota sono i numerosi edifici di culto, tra cui spicca la chiesa madre dedicata a Santa Caterina d’Alessandria.
Ricostruita dai baroni Bozzuto nel 1634, la chiesa conserva tuttora una fonte battesimale in alabastro risalente al Cinquecento; l’altare in marmo è di epoca settecentesca, l’organo a canne risale al 1880, mentre il coro ligneo è del Seicento.
Tra gli edifici civili, nel centro storico sorgono il complesso architettonico di Palazzo De Filpo, Palazzo Marino e, infine, Palazzo Caporale.
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Da sempre dedito all’agricoltura e all’allevamento, Viggianello offre al visitatore i sapori semplici di una volta. Piatti poveri, ma dal gusto unico che fanno del borgo una meta molto ambita.
Tra i piatti più iconici abbiamo la zuppa “rappasciona”, un misto di cereali e fagioli; la minestra “mbastata“, che è impastata con patate e verdure di stagione; la frittata, condita con peperoni e salsiccia; infine, i fusilli (qui chiamati “rascatièddi“).
Nasce a Milano il 31 agosto 1998 da madre e padre egiziani, originari del Cairo e cresce con il piede in due staffe: da un lato, viene educata in seno alla cultura italiana, ampiamente assorbita sui banchi di scuola iscrivendosi al liceo classico, dall’altro si nutre di tutto ciò che ha a che fare con il mondo arabòfono. Di fatto è bilingue, ma non chiedetele quale dei due idiomi preferisce: sarebbe come scegliere tra mente e cuore. Inoltre, mentre cerca di capire cosa fare da grande (in verità le piacerebbe tornare bambina e passare i pomeriggi a guardare cartoni animati alla televisione), si dedica alla scrittura di articoli online per testate giornalistiche.