Il borgo di Amelia: un pozzo di storia nel cuore di Terni

Avvolto da un’imponente cinta muraria, sull’appennino umbro laziale, si trova il borgo di Amelia.

Un borgo dalle origini antichissime e leggendarie, che ci saprà conquistare con le sue storie, i suoi reperti storici e la bontà della sua cucina.

Il borgo di Amelia

Il borgo di Amelia si trova attualmente in provincia di Terni. Le sue origini però sono antichissime e risalgono al 1134 a.c.. Il suo nome allora era Ameria, e derivava dal nome del suo fondatore: Re Ameroe. Fu Ameroe a rendere il borgo uno dei primi centri italici. I segni della sua antichità sono ancora visibili grazie alle mura megalitiche situate nella parte alta della città e datate molti anni dopo, intorno al VI-VII secolo a.c.. Ma ancora più possenti e affascinanti sono le mura che cingono la città: le mura poligonali. Si tratta di mura gigantesche, poste qui intorno al IV secolo a.c., senza l’uso della malta. In pratica l’enorme cinta muraria, che cinge la città per 2km, è composta da uno strato di blocchi di calcare massiccio posti l’uno sull’altro per combaciare perfettamente e chiudersi attorno al borgo. Come ci siano riusciti in quell’epoca è ancora un mistero al punto che, persino i romani le chiamavano mura ciclopiche, perché credevano che a costruirle fossero stati i ciclopi. Ad oggi il mistero resta irrisolto.

L’antica Roma ad Amelia

Chi arriva ad Amelia probabilmente entrerà da una delle più belle delle sei porte che si aprono sulla cinta muraria: Porta Romana. La porta è così chiamata proprio per le sue decorazioni tipicamente romane. L’unico elemento che scosta da questo stile è la madonnina posta sull’arco a protezione della città nel 1703, dopo un forte terremoto che colpì il borgo.

La presenza degli antichi romani nel borgo è testimoniata anche dalla dalle antiche cisterne romane, che servivano per distribuire l’acqua e attualmente visitabili in un percorso sotterraneo, e dal sensazionale ritrovamento nel 1963 di una rara statua in bronzo: Germanico. Una statua possente, alta 2 metri, ritrovata a pochi passi dalla Porta Romana, in via ortana. Con la statua di Germanico, soprannome di Nerone Claudio Druso, vi furono trovati anche un capitello romano, trofei, prore di navi e un’ara. Elementi non di poco conto che ovviamente vedono il borgo spesso oggetto di scavi archeologici.

Ancora storia ad Amelia

Se le leggende sui ciclopi che hanno costruito le mura di Amelia e i ritrovamenti sensazionali di epoca romana vi hanno stupito, aspettate di leggere delle crociate. Presenti infatti nel Duomo di San Firminia, risalente al secolo 1000, potrete ammirare, oltre alla splendida chiesa, anche alcuni stendardi sottratti ai turchi vinti nella Battagli di Lepanto. Chissà che i templari, che si crede siano passati nella Chiesa di Santa Pudenziana di Narni, non siano passati anche di quà.

È invece sicuramente passato ad Amelia San Francesco d’Assisi, che fu ospitato nella piccola Chiesa di Santa Maria delle Cinque Fonti.

Infine non possiamo ricordare che qui è nato colui che ha reso possibile la scoperta dell’America. Cristoforo Colombo? Nono. Parliamo del vescovo Alessandro Geraldini, figura decisiva in quanto amico di Cristoforo Colombo e confessore di Isabella di Castilla. Fu grazie alla sua insistenza che Isabella si convinse a consentire il viaggio di Colombo.

Cosa mangiare ad Amelia

Impossibile non terminare un tour ad Amelia senza non aver prima assaggiato le sue prelibatezze culinarie. Parliamo innanzitutto dei fichi girotti, i fichi secchi farciti di cioccolata e frutta secca, che sono la specialità di Amelia.

Se invece preferite qualcosa di salato potete provare un’acciaccata, la pizza tipica del luogo, cucinata sotto il fuoco, o meglio sotto la cenere, proprio come si faceva nel medioevo.