Se è vero che la bellezza originale italiana è racchiusa nei piccoli borghi, seguitemi in questo viaggio a pochi km dalla città che ospita i Bronzi, dov’è situato un piccolo comune ormai abbandonato che dista dalla costa circa 10 km. Si tratta di Roghudi vecchio, paese che venne evacuato negli anni 70 a seguito di un’alluvione che fece divenire fragile il terreno e lo rese inagibile.
Da quel momento il territorio comunale si divide in Roghudi vecchio – situato alle pendici meridionali dell’Aspromonte – e Roghudi nuovo, che ne rappresenta la parte attualmente abitata. I due comuni distano però 40 km e durante questa transizione gli abitanti (circa 1650 persone) furono costretti a spostarsi nei pressi di Melito di Porto Salvo, paese che sorge accanto al nuovo Roghudi.
Caratteristica del comune è far parte dei cosiddetti ellenofoni, nei quali la presenza greca rimase impressa nel dialetto e nella cultura sino agli anni ’30 del periodo fascista, quando fu fortemente osteggiata in quanto minoranza linguistica.
Geograficamente Roghudi vecchio è incastonato in Aspromonte e costeggiato solo dalla fiumara Amendolea, caratteristica che lo rese profondamente isolato nel corso dei secoli. Alle spalle del tessuto che un tempo era abitato, sorge il Monte Cavallo alto 1331 metri che protegge ulteriormente le ormai vuote abitazioni e la suggestiva fiumara.
Tutt’ora raggiungere il borgo “fantasma” non è semplice poiché è collegato alla costa da una strada provinciale in parte sterrata. L’isolamento costituì anche una fortuna per la salvaguardia del dialetto. La rinnovata attenzione per la minoranza linguistica ormai quasi scomparsa la si deve al glottologo tedesco Gehrards Rohlfs.
L’identità calabro – greca non è però riducibile alla sola lingua, ma è semmai espressione della cultura calabrese (specie) del periodo bizantino. In passato tale identità era dominante in tutta la Calabria centro – meridionale, restringendosi successivamente a qualche zona della Locride e alla vallata dell’Amendolea.
Riguardo la condivisione della cultura popolare, Il Festival Paleariza che è ospitato in alcuni dei comuni d’area grecanica svolge un fondamentale ruolo, salvaguardando la tradizione musicale etnica.
Lo spostamento coatto per motivi precauzionali della popolazione fu molto sofferto dagli abitanti e lo si può ancora osservare. L’immagine che il borgo restituisce al visitatore è la presenza di case vuote ancor piene di mobili e oggetti personali sintomo di estrema difficoltà nell’abbandono della terra. Ma oltre l’isolamento e lo svuotamento, il borgo di Roghudi è immerso in una fitta vegetazione che ha oramai preso il sopravvento sulle poche case rimaste.
Perché addentrarsi in pieno Aspromonte, visitando luoghi lontani dal modo di vivere i luoghi che oggi ci appartiene? Per rispondere a questa domanda vi rimando alle parole del cantautore calabrese Dario Brunori che qualche anno fa girò un video musicale in prossimità della fiumara Amendolea:
“E in mezzo a rocce secolari
E letti di fiumare
Attraversando le stagioni
Riconsegnarmi al mare”
Se anche voi avete voglia di immergervi nella natura ed esplorare senza spostarvi di molto, respirando a pieni polmoni un misto di aria montana e iodio, siete nel posto giusto. Benvenuti in area grecanica, benvenuti nella vera Calabria.
Sociologa calabrese con specializzazione in sviluppo del territorio, particolarmente interessata ai temi delle aree interne e della loro valorizzazione e ripresa economica.
Con questi obiettivi ho creato Let’s CA, una piattaforma che racconta il territorio dal punto di vista paesaggistico, culturale e associativo. Ne portale si supportano le piccole realtà, pubblicando costantemente le esperienze da vivere nella Locride e nell’Area Grecanica. Di recente insieme ad altri soci è stata costituita l’Associazione di promozione sociale Let’s Ca – Andiamo in Calabria, che porta avanti i valori nati da questo percorso.
Su Hermes scrivo di svariati temi, anche se prediligo gli argomenti di experience ed di arte.