Il coronavirus sta cambiando tutte le nostre abitudini e cambierà sicuramente anche il modo in cui viaggeremo la prossima estate. Il turismo si presta ad essere di prossimità, alla lenta riscoperta delle regioni italiane e sui sentieri meno battuti. E proprio di sentieri si parla: l’Italia ne è attraversata da nord a sud. E allora perché andare ad ammassarsi su una spiaggia, senza riuscire a mantenere il distanziamento sociale, quando ci si può immergere nella natura? L’estate 2020 sarà dedicata ai cammini.
La Via degli Dei
Tra i cammini italiani più celebri e spettacolari vi è la Via degli Dei. Vero e proprio trekking, permette in 130 chilometri, da suddividere in circa sei tappe in base alla propria forma fisica, di raggiungere Firenze partendo da Bologna, attraversando una buona parte degli Appennini e piccoli paesi caratteristici che rivivono oggi grazie al percorso. La Via è detta “degli Dei” poiché alcune delle località attraversate dal percorso hanno nomi di divinità: Monte Adone, Monzuno (da Mons Iovis), Monte Venere, Monte Luario.
La Via degli Dei ha origini antiche: una strada tra Fiesole e Felsina era già presente in età etrusca. I Romani, poi, una volta fondata Bononia sui resti di Felsina, la collegarono con Arezzo e con Roma utilizzando parte del tracciato etrusco per costruire una vera e propria strada, la Flaminia Militare. Nel Medioevo, nonostante la strada continuasse a essere utilizzata, l’incuria trasformò l’elegante e ampio lastricato romano in una semplice mulattiera. Negli anni Ottanta, infine, alcuni escursionisti tracciarono il percorso della Via degli Dei proprio sulla base degli antichi tracciati, permettendo di riportare addirittura alla luce alcuni tratti della pavimentazione romana originaria.
Per chi vuole intraprendere il trekking sulla Via degli Dei, la partenza è in Piazza Maggiore, a Bologna. All’Infopoint si può richiedere la credenziale, che verrà poi timbrata ad ogni tappa. Dal centro della città, si parte subito in salita: quella che porta al Santuario di San Luca, con i suoi infiniti portici dalle 666 arcate. Da qui in poi sarà tutto un susseguirsi di paesaggi naturali spettacolari, come il Monte Adone, e luoghi storici, come i tratti ancora visibili della Flaminia Militare e il più grande cimitero tedesco in Italia al Passo della Futa. A questo punto si lascia l’Emilia-Romagna per entrare in Toscana, che ci regala perle antiche come la pieve medievale di Sant’Agata e il convento di Bosco ai Frati e importanti luoghi religiosi come il Santuario di Monte Senario. Senza tralasciare il Castello di Trebbio: ora proprietà privata, ma dove pare che fu organizzata la Congiura dei Pazzi. Anche un po’ di mistero non fa male, e lo troviamo al passo della leggendaria Osteria Bruciata, con la sua macabra storia.
Tutto ciò è solo una minima parte di quello che si può trovare sulla Via degli Dei: i sentieri si snodano per chilometri in boschi silenziosi e su crinali panoramici, fino a sfociare nella splendida valle del Mugello, che vi porterà fino a Fiesole, borgo in cui vale la pena di passare qualche ora prima di arrivare all’ambitissima meta, Firenze. La Via degli Dei termina in Piazza della Signoria, e la città, dopo tanta fatica, vi sembrerà ancora più bella del solito.
La Via degli Dei non è solo cammino. Dopotutto, si attraversano due regioni che in quanto ad accoglienza e sapori territoriali sono sicuramente eccellenze italiane. Ad ogni tappa ci si può rifocillare con generose porzioni di tagliatelle al ragù di cinghiale, taglieri di formaggi e salumi e fiumi di vino, per recuperare le molte energie dissipate durante il cammino. Fino a chiudere in bellezza con una buona fiorentina una volta giunti alla meta.
Eterna indecisa e vagabonda, mi sono laureata in Lingue e poi in Economia, studiando tra Italia, Spagna e Francia. Ora divido le mie energie tra il lavoro in ambito export, Hermes Magazine e il mio blog The Worldwide Journal. Oltre a scrivere e organizzare compulsivamente viaggi e gite, leggo parecchio. Ho un debole per i soffitti affrescati, l’est del mondo e i cactus.