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Una città come Venezia riserva tantissime curiosità e misteri. Vediamoli insieme quelli più interessanti.
Il braccio di San Marco
San Marco Evangelista fu il primo vescovo di Alessandria d’Egitto e per questo motivo era solito fare avanti e indietro da Aquileia ad Alessandria d’Egitto. Durante uno di questi viaggi fu sorpreso da una tempesta in prossimità della laguna veneta e costretto ad approdare sulle isole Realtine. Quella notte, in sogno, un angelo rivelò al vescovo che sull’isola avrebbero trovato casa le sue spoglie mortali. La profezia si avverò quando nell’828 il corpo del vescovo venne trafugato dal tempio di Alessandria per essere riportato a Venezia. Pare che anche questa attraversata in mare verso Venezia venne accompagnata da una significativa tempesta e mentre il corpo del vescovo fluttuava tra le onde la sua anima avvisava in sogno il doge Giustiniano Partecipazio. Quest’ultimo poté così disporre i preparativi per accogliere la salma e ordinare la costruzione della Basilica di San Marco. I lavori e i rimaneggiamenti sulla struttura furono innumerevoli al punto che ormai più nessuno sapeva dove fosse finita la sepoltura del santo. Come fecero a ritrovarla? Leggenda vuole che il 25 giugno del 1094 durante le suppliche per ritrovarla uno dei pilastri si sgretolò per rivelare il braccio del santo. Tale braccio divenne così il simbolo della città.
Le chiese non solo come luoghi di culto
In chiesa però non si andava solo per pregare e onorare i santi, i veneziani erano famosi per essere grandi giocatori d’azzardo e adoravano scommettere. Ogni cosa, anche il sesso del bambino di una donna gravida diventava motivo di scommessa, ecco perché a partire dall’aprile del 1553 entrò in vigore una legge molto aspra che vietava le scommesse. Gli scommettitori non rischiavano solo di essere multati ma anche punizioni corporali estreme come l’estrazione di un occhio. Come fare allora per non rinunciare al gioco? Gli scommettitori incalliti si rifugiarono in chiesa facendo perno sul diritto d’asilo.
Una sposa ostile e capricciosa e la festa della Sensa
Per tentare di placare la forza del mare e averne meno paura veniva celebrato, il giorno dell’Ascensione, lo Sposalizio del Mare. La cerimonia avveniva sul Bucintoro (galea dorata lunga 35 metri della quale potete ammirare reperti e modelli presso il museo Civico Correr), in questo giorno di festa e musica oltre al sodalizio con la forza distruttiva e inquieta delle acque si apriva anche la stagione teatrale di prosa e musica. Il doge a bordo della sua imbarcazione arrivava nei pressi del porto di Lido e all’altezza dell’isola di Sant’Elena si incontrava con il patriarca che benediceva l’anello per le nozze mistiche. Nei pressi del porto veniva gettata in acqua una giara di acqua santa seguita dalla fede e durante questo rito l’unione veniva suggellata con queste parole: “Ti sposiamo, o mare, in segno di vero e perpetuo dominio”.
Le gondole
Erano ben 10000 le gondole che navigavano i canali veneziani nel Cinquecento. Ogni gondola aveva la sua particolarità, lo sfarzo era tale che il Magistrato alle Pompe finì per dover mettere delle regole precise. Per prima cosa mise il divieto sugli addobbi di lusso per il falze sostituendoli con la rascia (un panno di lana di colore nero che nei periodi caldi poteva essere sostituito con felci ed erbe). Anche i ferri di poppa e di prua non vennero risparmiati, quello di poppa venne completamente eliminato mentre quello di prua modificato assumendo la forma che conosciamo ancora oggi.
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Casino degli Spiriti
Nella suggestiva cornice della laguna c’è palazzo Contarini dal Zaffo famoso anche come il Casino degli Spiriti. Perché proprio questo nome? Molti sostengono che la nomea del posto faccia riferimento ai rumori che vi si possono udire; prodotti dal vento e dall’eco. Ci sono però altre due ipotesi, la prima è che ci fosse una famiglia Spirito un tempo della quale si sono perse le tracce e che gli eco non siano che un fortuito modo di consolidare il nome della casata. L’ultima opzione, decisamente la più suggestiva, vuole che in questo luogo si riunissero gli spiriti più illustri del cinquecento.
Il diavolo a Venezia
Ci sono svariati posti che ricordano il re degli Inferi, non si tratta solo di folklore, nella vita di tutti i giorni determinati reati venivano puniti proprio attraverso l’umiliazione in piazza messa in atto con l’esibizione sulla testa del condannato di una o più paia di corna. Gli atti ricordano anche un avvocato che nel 1514 venne condannato per falsa testimonianza e per questo costretto a pubblica umiliazione su un palco allestito in Piazza San Marco con indosso una corona di diavoli. Vi lascio un piccolo elenco dei luoghi che rivendicano il passaggio o la presenza dell’oscuro signore: la calle del Diavolo nel sestiere di Castello, la corte del Diavolo nel sestiere di Santa Croce, il ponte del Diavolo a San Severo.
Gli scheletri di Costanziaco
L’isola di Costanziaco, nonostante tutti gli sposalizi con il Mare, è la dimostrazione pratica della scarsa presa che tale vincolo ha avuto sulle acque. Battuta senza sosta dalle correnti marine da fiorente città si trasformò in palude. In breve tempo gli abitanti scelsero di spostarsi e l’isola iniziò a essere popolata unicamente da serpi e da briganti. Siccome l’isola era caduta in una condizione di disgrazia irreversibile il comune scelse di adibirla a ossario.
La bambina del Cimitero
Chiudiamo il nostro giro con un fantasma famoso, la bambina del cimitero di Venezia San Michele in Isola. Era una notte buia e piena di foschia, era il 29 novembre del 1904 quando un vaporetto a causa della scarsa visibilità non si accorge di due gondole e le travolge. Solo poche delle persone a bordo si salvano ma solo un corpo viene rapito per sempre dal mare, quello di Giuseppina Gabriel Carmelo. Pare però che la sua piccola bara galleggiante compaia nelle notti di fitta nebbia illuminata da quattro candele per evitare che qualche traghetto le arrivi addosso.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.