Pentedattilo, le 5 dita del diavolo

Pentedattilo, le 5 dita del diavolo

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Fonte foto: agoda.com

Dal particolare aspetto e dal fascino misterioso, oggi parliamo di Pentedattilo, il borgo incastonato nella rupe a forma di mano, del monte Calvario, nella frazione di Melito Porto Salvo di Reggio Calabria. Conosciuto come il paese fantasma è legato a leggende spaventose.

Storia

Pentedattilo (dal greco Penta, Daktylos, ossia 5 dita), viene anche definito come il paese fantasma, appunto dovuto ad un prolungato stato d’abbandono del posto. 

Partendo dalle origini, la fondazione del borgo risalirebbe al IX secolo, venne costruito per la difesa del territorio reggino dalle incursioni Saracene. In questo periodo il borgo diventa un importante punto strategico, da cui poter controllare gli attacchi nemici, inoltre divenne anche un rinomato centro economico. 

Con l’avvento dei Bizantini le cose cambiano, il paese subisce un forte declino, fino al arrivare al XII secolo, quando venne assoggettato al potere dei Normanni. In seguito a costituire la storia di Pentedattilo sarà la faida tra gli Alberti e i Abenavoli, fino a che non avverrà la cosiddetta Strage degli Alberti. 

Nel 1780 il borgo fu distrutto da i continui terremoti, che videro fino al 1800 l’abbandono totale del luogo. Solo grazie all’intervento dei volontari delle Associazioni Pro Pentedattilo e dell’Agenzia dei borghi solitari. Ora il borgo gode di un rinomato entusiasmo, di fatto grazie a queste iniziative, Pentedattilo torna a vivere. 

Strage degli Alberti

Per anni il borgo è stato vittima di leggende e misteri, che gli ruotavano intorno. Tra queste spicca la famosa Strage degli Alberti, la cui tragica storia vede come protagonista la faida tra le due casate degli Alberti e gli Abenaboli.

Per mettere pace tra le due casate fu promessa, al barone Bernardino Abenaboli, Antonietta Alberti la figlia del marchese. Il fratello di Antonietta, Lorenzo, divenne marchese e sposò Caterina Cortez, figlia del consigliere del viceré di Napoli. Durante il matrimonio dei due, il fratello di Caterina, Don Petrillo Cortez si innamorò follemente di Antonietta e quando chiese la sua mano, Bernardino Abenaboli decise di vendicarsi. 

Infatti  1686, Bernardino entrò di soppiatto nel castello degli Alberti con i suoi uomini armati. Sparò due colpi e diverse pugnalate a Lorenzo Alberti e suo figlio Simone. Dopodiché prese in ostaggio Don Petrillo Cortez e rapì Antonietta, che infine sposò a Montebello. 

La notizia arrivò fino al Governatore di Reggio Calabria, il quale mosse l’esercito affinché fossero rilasciati gli ostaggi. Senza alcun successo, non riuscì a catturare il barone, che fuggì insieme a sua moglie a Malta, dove morì in una spedizione militare. 

Antonietta, in preda ai sensi di colpa, oltre ad ottenere l’annullamento del matrimonio, divenne monaca di clausura. D’allora si dice che nelle notti di luna piena o in quelle più fredde dell’inverno, si sentano ancora le voci delle vittime gridare, dalle rovine del castello. 

Cosa vedere

Se siete di passaggio, non fatevi suggestionare dalle storie che girano intorno al luogo. Piuttosto godetevi il fascino di Pentedattilo. Potreste visitare quello che resta del famoso Castello, visitando alcune stanze rimaste in piedi dopo la Strage. 

Non perdetevi la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, godendo delle bellezze di origine bizantina. La chiesa possiede una navata unica, inoltre visitandola esternamente potrete assistere a due facciate una di tipo bizantino e l’altra di tipo baracco. 

Non finisce qui! Grazie all’intervento dei vari volontari venuti da tutta Europa, Pentedattilo da l’opportunità di godere la visita di diversi eventi. Uno tra questi, importante in tutta la Regione è il festival per la tradizione etnica, che nasce nel ’97 e coinvolge tutti gli anni i paesani e i turisti di passaggio. Ad accompagnare il festival, concerti, danze, incontri e novità enogastronomiche. L’evento venne premiato nel 2011 dal ministro del Turismo, che aiutò smettere in luce la cultura del luogo. 

Se trascorrerete almeno una serata a Pentedattilo, non potete non passare nelle diverse botteghe, per acquistare un ricordo fatto a mano dagli artigiani. 


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