I segreti dell’antica cucina ligure


 

Quando si cita l’antica cucina ligure, a tutti viene da pensare al pesto o alla gustosa focaccia; tuttavia la tradizione culinaria di questa terra racchiusa tra il mare e le montagne ha origini e sapori molto antichi e, nella stessa misura, ricette che sono rimaste patrimonio di ancestrali tradizioni.

I “testajeu”

Come i “Testajeu” (testaiò), una pietanza i cui contenitori sono stati trovati anche nelle necropoli liguri del Neolitico.

La preparazione è quasi un rito primigenio: si utilizza una serie di recipienti rotondi e piatti, con i bordi leggermente rialzati, fatti di polvere di manganese compattata. Vengono posti su un fuoco vivo di un falò o di un caminetto finché non diventino incandescenti. A questo punto, tolti dal fuoco, si riempiono con una semplice pastella di farina, acqua e sale e si impilano l’uno sull’altro, affinché la pastella si cuocia velocemente all’interno, diventando una sottile focaccina. Le crépes  così ottenute vengono poi bagnate per ammorbidirle, condite con olio e formaggio grana o con pesto e di nuovo impilate in piccole torri, tagliate a spicchi e naturalmente mangiate. Il gusto possiede il sapore remoto del fuoco e dei prodotti della terra.

Una cucina rurale

La peculiarità del cibo ligure è l’utilizzo prevalente dei vegetali o dei prodotti caseari. Gli animali come mucche o capre raramente, e solo in occasioni speciali, venivano macellati e quindi i pasti quotidiani avevano come ingredienti principali verdure dell’orto, erbe selvatiche e formaggi.

Il “prebuggiun”

In primavera si colgono ancora i primi radicchi selvatici, ancora teneri e dolci per preparare il “Prebuggiun” (prebogiòn). Dopo una breve bollitura le erbe vengono scolate e successivamente impiegate per minestre, frittate, torte salate, per il ripieno dei pansotti, che saranno poi conditi con la salsa di noci, o gustate insieme alle patate bollite come contorno.

La “Prescinseua”, un prodotto caseario tipico

La “Prescinseua” (prescinsoa) è una cagliata di latte vaccino, tipica del genovesato, che ha una consistenza  simile alla ricotta, con un sapore leggermente acidulo. Viene utilizzata negli impasti della torta di verdura, nei ripieni dei “Barbagiuai” (i tourtons francesi) o come intingolo per il pinzimonio, insieme a olio e erba cipollina.

Un’arte culinaria che si è sviluppata nel corso dei secoli per il sostentamento della popolazione ligure che viveva in una terra così poco adatta alle grandi coltivazioni. Ora è un patrimonio ricco di sapori e di particolarità della storia e della tradizione gastronomica di questa regione.