San Leo il borgo tra Meraviglia e Mistero

San Leo il borgo tra meraviglia e mistero

Sito in provincia di Rimini il comune di San Leo fa parte delle meraviglie dell’Emilia-Romagna, a rendere famoso questo comune che conta meno di 3000 abitanti sono il borgo, facente parte dei Borghi più belli d’Italia e il fantasma di Cagliostro.

Un po’ di storia

Il borgo prende il nome da uno dei santi che ha evangelizzato parte della costa della Dalmazia, la simbologia dei nome scelti per il borgo e la montagna che lo ospita sono forti indicatori di questo processo. Infatti se il nome del borgo richiama il cattolicesimo, il nome della montagna ricorda la pratica dei culti pagani del luogo: Montefeltro ovvero monte Feretrio e quindi dedicato a Giove Feretrio. La conferma del culto precedente è attestata dalla documentazione che ci indica come la cattedrale di San Leo sia stata costruita sui resti di tempio pagano dedicato proprio a Giove Feretrio. San Leone arriva in questo territorio per volere di San Martino che vuole porre l’accento su chi deve stanziare nella zone che a cavallo tra sesto e settimo secolo è contesa fra Goti e Longobardi. Così, tra una faida e l’altra, il nome del borgo passa da Montefeltro a Civitas Sanctis Leonis. Ora, cambiato nome si potrebbe pensare che anche le faide territoriali siano risolte, non è così. Il territorio di San Leo continua ad essere conteso tra due famiglie: i Malatesta di Rimini e i Montefeltro di Urbino. Alla fine è solo con un referendum del 2006 che il borgo ottiene di passare, per volontà popolare, dall’essere territorio marchigiano a territorio dell’Emilia-Romagna.

Il centro storico

I cenni storici ci aiutano a capire la particolarità di questo borgo che ha rappresentato un punto militare strategico importantissimo e che, grazie alla morfologia del territorio e al modo in cui è stata sfruttata dall’uomo per creare una fortezza inespugnabile, nel corso del tempo ha affascinato Umberto Eco e Dante, terrorizzato San Francesco e imprigionato Cagliostro. Questo perché arrivando da basso ci si trova davanti ad una sorta di nave forzetta, sensazione che si tramuta in esperienza sensoriale poiché per accedere al centro del borgo si deve passare dall’unica via di accesso: una strada scavata direttamente nella roccia. L’unica strada catapulta il visitatore in un’altra epoca che, passando dalla Porta di Sopra del Torrione Trincera, si trova direttamente in Piazza Dante (l’unica piazza del borgo).

La fontana e la Pieve

Il cuore del borgo è dato dalla fontana, accanto alla quale un tempo c’era l’Olmo di San Francesco e dove ancora oggi si trova la Pieve, la chiesa più antica presente sul territorio di Montefeltro. La nascita di questa chiesa si perde nella storia dell’evangelizzazione di Montefeltro, infatti pare che sia proprie la Pieve la chiesa dalla quale prende vita la cristianizzazione della zone e la leggenda vuole che sia stata costruita dalle mani dello stesso San Leone, noto per la sua abilità nell’intagliare la pietra. A rendere ancora più particolare l’edificio, che viene edificato tra III e IV secolo, è il caratteristico dislivello che ivi si trova sotto le 3 navate e dove sono stati collocati il Sacello di San Leo e la cripta.

La Torre Civica

Si tratta di una torre campanaria con la struttura ancorata direttamente alla roccia della montagna che si presenta esternamente con pianta quadrata. All’interno del quadrato però la struttura si rivela essere a pianta circolare. La spiegazione a questa particolarità sembra essere stata dettata dalla scelta di inglobare la vecchia torre a pianta circolare all’interno della struttura più recente. Di questa curiosa torre si sa poco o niente, fatta eccezione per il fatto che è stata lavorata con i medesimi materiali usati per la Pieve ma è risalente all’epoca del Duomo.

Il Duomo

Famoso per essere uno dei rarissimi esempi di architettura romanico-lombarda il Duomo di San Leo vende l’inizio della sua edificazione nel corso del VII secolo. Questa prima edificazione viene fatta sorgere sui resti di una roccia di arenaria conosciuta perché utilizzata dalle popolazioni precedenti per onorare le antiche divinità. La chiesa inizia ad assumere l’aspetto del Duomo che possiamo ammirare ancora oggi nel 1173, anno in cui hanno inizio i lavori di ristrutturazione e di ampliamento dell’edificio. Al termine della sua edificazione (XII secolo) faceva parte del centro nevralgico del borgo poiché a fargli compagnia in questo periodo ci sono, con grande probabilità, battistero, foresteria, palazzo vescovile e ospedale. Oggi nulla di tutto questo è più presente e anche il Duomo subisce successivi restauri in stile rinascimentale che, non sono andati ad intaccare la bellezza del romanico-lombardo che ci mostra, nel sue arcate a sesto spezzato, i primi accenni di gotico. Nonostante i vari interventi la classica impostazione a pianta latina a tre navate.

Palazzo Mediceo

Sito tra la Pieve e il Duomo il palazzo rinascimentale, edificato tra il 1517 e il 1523, oggi ospita il museo di arte sacra. I segni della storia sopra accennata si palesano sulla facciata che sfoggia il tipico Giglio della città di Firenze. Il palazzo viene impreziosito ad inizio del seicento dalla costruzione della sala del teatro per volontà della famiglia ligure I della Rovere. 

Palazzo Nardini


Divenuto tardo rinascimentale in corso d’opera, Palazzo Nardini domina una bella fetta di Piazza Dante. A rendere famoso il Palazzo noto oggi come Oratorio di San Francesco, è l’incontro che voci sostengono si sia tenuto all’interno delle sue mura l’8 maggio del 1213, tra San Francesco e il Conte Orlando. A seguito dell’incontro Francesco riceve in dono dal Conte Orlando il monte della Verna.

Rocca San Leo

Infine, a dominare la sommità del monte c’è la Rocca, fortezza austera e forte che domina oggi come ieri la vallata del Marecchia e che come ieri, ancora oggi pare ospitare, come vi avevo raccontato nell’articolo I castelli più spettrali d’Italia, Cagliostro. Infatti, dopo essere stata un’importantissima struttura di difesa a partire dal 1631 la Rocca viene convertita a carcere dallo Stato Pontificio ed è qui che la controversa personalità di Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Franco Balsano, noto al mondo come Cagliostro, passa i suoi ultimi e infelici anni di vita (1791-1795).

Il balsamo di Cagliostro

Quei pochi anni di infelice soggiorno alla rocca sono bastati a San Leo per essere ricordato non solo per la sua caratteristica storia ma come luogo infestato dallo spirito inquieto e sofferente di un uomo unico nel suo genere. La peculiare storia di Cagliostro si lega così ad un luogo che doveva passare alla storia come faro della cristianità e che invece onora uno dei più grandi truffatori ed esoteristi che hanno vissuto sulla nostra penisola nel corso del 1700 con il prodotto tipico del luogo: Il balsamo di Cagliostro; un digestivo a base di liquirizia.