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In questo articolo andremo alla scoperta di Santa Severina, un borgo meraviglioso, immerso nella natura e affacciato su una rupe tra il Mar Ionio e i monti della Sila. Eccoci in Calabria, terra meravigliosa, ricca di storia, arte e cultura. Questa volta ci troviamo in provincia di Crotone, in un piccolo comune, ma non per questo da sottovalutare. Come molti posti poco conosciuti è infatti una vera chicca da non perdere per chi si trova a passare da quelle parti.
Dovete sapere che questo borgo viene chiamato anche “la Nave di Pietra”. Questo perché la sua posizione le dà un aspetto molti simile ad una nave incastonata tra gli scogli.
Cosa vedere
Di antiche origini medievali, deve il suo nome ai Bizantini i quali la occuparono fino al 1076, facendola diventare sede metropolitana sotto il volere di Bisanzio. Successivamente arrivarono i Normanni ai quali si deve la costruzione del meraviglioso castello, simbolo di questo borgo suggestivo. Gli scavi fatti durante il restauro degli anni ’90 portarono in superficie dei materiali appartenenti all’epoca greca.
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Attualmente il castello di Santa Severina ospita il Museo Diocesano, dove potete ammirare i reperti portati alla luce dagli scavi. Affacciato sulla bella piazza Campo, vi è collocata anche la Biblioteca Storica Diocesana.
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Non perdetevi poi anche il Battistero di Santa Severina, in architettura bizantina con i suoi affreschi del X-XII secolo. Lì accanto, poi, troverete la Cattedrale di Sant’Anastasia, appartenente alla fine XIII secolo.
Gli eventi imperdibili
Se desiderate visitare questa magnifica località dell’entroterra calabrese, vi consiglio di segnarvi due date da non perdere. La prima è il 1° maggio, giorno in cui si celebra la festa medievale, tra rievocazioni storiche in abiti tipici, folclore e cibo tipico locale. La seconda data è il 29 ottobre, festa patronale di Santa Severina.
Due giorni importanti per questo piccolo ma meraviglioso borgo, ottimi per scegliere di visitarlo e respirare a pieno le sue tradizioni.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.