In passato Napoli era definita la città dei sette castelli: Castel Nuovo o Maschio Angioino, Castel dell’Ovo, Castel Capuano, Castel Sant’Elmo, Castello del Carmine, Castello di Nisida e il Forte di Vigliena. Essi furono costruiti tutti in maniera strategica, per difendere la città ed il Golfo di Napoli.
Il celebre Castel Nuovo, anche conosciuto come Maschio Angioino è uno storico castello medievale e rinascimentale, che domina Piazza Municipio. Secondo il re Carlo I d’Angiò non poteva essere una residenza degna del re e decise che il luogo più adatto per un nuovo castello dovesse essere laddove sorgeva la Chiesa di Santa Maria ad Palatium. Per questo motivo, il Castel Nuovo divenne una fortezza e nei sotterranei furono costruite la fossa del coccodrillo, utilizzata come deposito del grano e la prigione dei Baroni.
Il Castel dell’Ovo, invece, fu fatto costruire dal re normanno Guglielmo I, detto il Malo. La sua storia ha origini e leggende molto particolari, infatti si dice che il castello tragga il nome dal poeta Virgilio, che avrebbe posto sotto l’isolotto di Megaride un uovo chiuso in una gabbia. La sua rottura provocherebbe la fine della città.
Anche Castel Capuano fu fatto ergere da Guglielmo il Malo. Questo edificio fu costruito sulle rovine di un’antica costruzione ducale e fu chiamato così data la vicinanza di Porta Capuana. Il castello ospitava principalmente nobili, ma in un secondo momento il vicerè spagnolo don Pedro de Toledo decise di riunirvi tutte le corti di giustizia cittadine della città di Napoli.
Castel Sant’Elmo, invece fu costruito sulla collina del Vomero, infatti questo maestoso castello sorge nel posto in cui c’era la chiesa di Sant’Eframo, da cui ne deriva l’attuale denominazione. Durante la Rivoluzione Napoletana nel 1799 il Castello fu prima conquistato dal popolo, per poi essere occupato dai repubblicani. Il castello divenne anche la prigione dei più importanti protagonisti della rivoluzione, quali Luisa Sanfelice, Giovanni Bausan e Giustino Fortunato.
Il Castello del Carmine o Sperone fu edificato nel 1382 da Carlo III di Durazzo. Esso fu posto all’angolo meridionale della cinta muraria cittadina come baluardo difensivo. Il progetto originale era caratterizzato da due torri cilindriche, un elevato torrione e mura merlate congiunte da robusti blocchi di piperno. A differenza degli altri castelli, questo non presentava sale regali, in quanto costruito solo ed esclusivamente ad uso militare. Oggi ne rimane solo la Torre Spinella ed un piccolo tratto di cinta muraria di epoca aragonese.
Altro castello, forse il più suggestivo di Napoli è il Castello di Nisida, costruito per volontà del vicerè Don Pedro de Toledo, come vertice del sistema difensivo che partiva da Baia fino ad estendersi allo Sperone. Durante l’epidemia di peste il castello fu adibito a lazzaretto per gli ammalati, diventando successivamente, per volere dei Borbone, un carcere. Oggi ospita la sede penitenziaria per i Minorenni di Napoli.
Ultima, ma non meno importante, è la Fortezza di Vigliena, fatta costruire dal vicerè Juan Manuel Fernandez Pacheco y Zuniga marchese di Villena. Essa fu costruita a San Giovanni a Teduccio e durante il Regno delle Due Sicilie fu utilizzata per l’istruzione alla pratica di artiglieria dei cadetti della Reale accademia militare della Nunziatella. Grazie alla sua posizione strategica, poi, divenne baluardo difensivo, di grande importanza durante la Rivoluzione Partenopea. Oggi resta ben poco della struttura originaria.
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