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La Pasqua si avvicina sempre più e quindi, perché non parlare di una delle ricette più tipiche della tradizione italiana? In questo articolo vi racconterò alcune curiosità su uno dei dolci più amati da grandi e piccini, la colomba pasquale.
Dovete sapere che, per quanto riguarda le sue origini, vi sono diverse versioni, il che ci lascia pensare che questo dolce, dall’impasto semplice e accompagnato dalla glassa alle mandorle, sia talmente tanto amato da essere addirittura conteso da diversi luoghi tra Lombardia e Veneto. Per prima cosa bisogna precisare che, per definizione, la colomba pasquale è quella che è stata inventata a Milano, dalla famosa azienda dolciaria Motta. Pare infatti che nel 1930 il direttore Dino Villani ebbe l’idea di creare un dolce ispirandosi al panettone, in modo da poter utilizzare non solo gli stessi ingredienti, ma anche gli stessi macchinari per cucinarlo. Per individuare il periodo in cui nacque, secondo la leggende che si raccontano, dobbiamo però volare insieme a lei molto indietro nel tempo.
Un dolce a cui si deve molto
La leggenda più famosa narra che la colomba pasquale risale all’epoca dei Longobardi e che addirittura portò in salvo Pavia. Il re Alboino, in quegli anni, assediò la città lombarda e riuscì ad occuparla il giorno della vigilia di Pasqua del 572. Proprio in quel momento, il suo cavallo stramazzò al suolo e Alboino non riuscì a farlo risollevare in alcun modo. Fu un anziano signore a riuscirci, grazie ad una pagnotta di pane appena sfornato, e poi ammonì il re con queste parole: “Sappi che Dio conosce il tuo proposito iniquo di sterminare la popolazione. Se non ti penti, il tuo cavallo stramazzerà ancora, per non alzarsi più”. ll giorno successivo fu recapitato ad Alboino un dolce a forma di colomba in segno di pace. Fu proprio in quel momento che il re iniziò a portare rispetto a Pavia e ai suoi abitanti.
La seconda leggenda narra invece che, nel periodo di Quaresima dell’anno 612, San Colombano e i suoi monaci arrivarono a Pavia e furono invitati dalla regina Teodolinda ad un pranzo a base di selvaggina. Pur non essendo venerdì, essi rifiutarono le pietanze, offendendo la regina. San Colombano dichiarò così che si sarebbero serviti solo dopo aver benedetto il cibo. Trasformò così la selvaggina in colombe, ed è proprio per questo che il santo viene sempre rappresentato con una colomba sulla spalla.
Esiste poi una terza leggenda che ci porta in volo dritti al 1176. In questa versione il dolce pasquale venne creato per omaggiare tre colombe che, durante la battaglia di Legnano, vennero considerate simbolo di una protezione divina.
Salutiamo ora la Lombardia e andiamo in Veneto, precisamente a Verona. Pare infatti che la colomba lì esista dalla fine dell’Ottocento e quindi da molto tempo prima che venisse creata nell’azienda Motta. Parliamo in questo caso di una variante della focaccia veronese, ovviamente sotto forma di colomba.
Quale sarà la verità?
E voi da che parte state? Chi ha creato realmente questo delizioso dolce? Una cosa è certa: come da tradizione non mancherà sulle tavole di tutti noi.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.