Dolce Natale in Lombardia: i dolci immancabili, oltre al panettone, sulle tavole lombarde a Natale

Il leitmotiv del periodo natalizio non sono le canzoni di Michael Bublè e le lucine che illuminano le città e nemmeno “Una poltrona per due” ascoltato in sottofondo in salotto: a Natale si mangia, soprattutto i dolci! Ci sentiamo tutti giustificati a fare uno strappo alla regola, a concederci un vizio in più e non resistiamo di fronte alle tentazioni che troneggiano nelle case. La meraviglia della nostra nazione è quella di avere una varietà di dolci che sembra infinita così come il desiderio di assaggiarli. Su Hermes Magazine faremo un viaggio tra le regioni sperando di farvi sentire il profumo delle prelibatezze descritte, in un piccolo omaggio alla grande tradizione dolciaria italiana. Oggi il tuor fa tappa in Lombardia con i suoi tipici dolci natalizi.

 

Sua maestà il panettone di Milano

 

Dovendo riassumere in un dolce la tipicità natalizia lombarda questo sarebbe indiscutibilmente il panettone. In eterna lotta con il pandoro, rivale veronese, e rivisitato in decine di varianti che ne estirpano gli odiati canditi sostituendoli con cioccolato, frutta secca o creme, il panettone nella sua versione classica è l’essenza stessa del Natale lombardo, ma forse addirittura italiano. Sulla sua invenzione si sprecano le leggende: la più accreditata è quella della sua nascita dovuta allo sguattero Toni in leva nella cucina degli Sforza. Il giorno di Natale dovendo sopperire al danno del dolce bruciato per errore, improvvisò un pane dolce con uvetta e canditi. Da allora il “Pan de Toni” è diventato simbolo delle feste natalizie lombarde.

 

Cremona e il profumo del torrone che inebria il natale

 

Se il panettone è il monarca dei dolci natalizi, il torrone siede sicuramente alla sua destra nella sala del trono dei dolci di Natale lombardi. Nato a Cremona dove ogni anno lo si omaggia con una grande festa, il torrone è un’amalgama di albumi, zucchero, miele e mandorle racchiuse in due sfoglie di ostia. Secondo il disciplinare, il torrone dev’essere friabile tanto che alla sua rottura deve “comportarsi come fosse vetro“. Anche la sua nascita ha una leggenda: si narra che sia stato ideato per celebrare le nozze tra Bianca, figlia del duca milanese Filippo Maria Visconti e Francesco Sforza come dono della sposa da parte della città di Cremona.

 

Pani dolci, uvette e frutta secca nel Natale in Lombardia

 

Ci sono numerose varietà di dolci e biscotti tra le proposte natalizie lombarde accumunate dall’origine povera degli ingredienti e dall’esigenza di garantirne una lunga conservazione. Non mancano mai uvette, frutta secca e farina di mais data la forte tradizione contadina del luogo e spesso il dolce si presenta sotto la forma del pandolce, durevole e di facile conservazione.

 

La Sbrisolona di Mantova è a base di farina classica, bramata e mandorle e dove il burro, caro alla tradizione contadina ma molto pregiato, viene in parte sostituito dalla presenza della frutta secca che gli conferisce il tipico aspetto a “brise“, briciole. Frutta secca presente anche nella Spongarda di Crema, un pane dolce speziato e arricchito con canditi, miele, nocciole, uvetta e spezie che si cucina dal 1526, secondo lo storico cremasco Pietro Terni. Il nome deriva dalla consistenza soffice e spungosa del dolce, dal latino “spongia“.
Il Pantramvai profuma la Brianza: è un pane a lievitazione naturale di forma rettangolare arricchito con uvette, battezzato con questo nome ad inizio del 1900 poiché lo si comprava con il resto del costo del biglietto del tram Milano-Monza (“tramvai” in dialetto milanese significa “tram“). Altri pani dolci sono la Bisciola della Valtellina, il Mataloch di Bellagio, una via di mezzo fra il Pantranvai e il panettone, la Miascia di Como e la Tortionata di Lodi.

 

Creme, biscotti e altri dolci natalizi lombardi

 

Accanto ad un dolce natalizio non può mancare una crema al mascarpone di accompagnamento e quella lodigiana è davvero irresistibile. La tradizione ottocentesca la voleva come servita con la mostarda cremonese ma oggi la si preferisce accanto a biscotti o panettone. Biscotti come gli amaretti di Saronno, famosissimi e ormai diffusi tutto l’anno, derivano da una tradizione natalizia.

 

A Bergamo c’è un cugino di terzo grado del panettone, la “Polenta e osèi” (polenta e uccellini), un pane dolce imbevuto di liquore all’arania e rivestito di pasta di mandorle gialla e con due uccellini di cioccolato o marzapane sopra. Il dolce ricorda l’omonimo piatto della tradizione contadina, in formato dessert. Infine la Bussolà di Brescia, una ciambella soffice al profumo dei limoni del Garda divenuta famosa a partire dal 1870 grazie alla famiglia di pasticcieri Piccinelli. Il suo nome ha due probabili origini: la prima vuole che il nome derivi dalla lingua celtica con significato di “biscia arrotolata”, simbolicamente segno di potere e protezione; la seconda sposta l’origine a Venezia dove l’etimologia è riconducibile al salvagente di legno che si trovava sui galeoni.

 

Ognuno ha il suo dolce e ogni luogo ha la sua tipicità: non rimane solo che provarle tutte!