L’Umbria è una regione stupenda, situata nel cuore dell’Italia. Come il resto della penisola, vanta tradizioni culinarie ed eventi culturali davvero importanti, che arricchiscono ancor di più il bel paese. Nella provincia di Terni c’è un piatto succulento, che viene servito come secondo, soprattutto nel periodo natalizio: “la faraona alla leccarda”. L’Umbria è una regione tipica per la preparazione della selvaggina e la faraona ne è un esempio tipico. In pratica, la gallina faraona è una via di mezzo tra la carne di pollo e la carne del fagiano e quindi siamo in presenza di carne bianca.
Le origini del nome
Nell’antichità e precisamente nel Medioevo nei pressi di Terni, veniva praticata nei boschi del borgo di Amelia, la caccia alla selvaggina, soprattutto del colombaccio con le reti. I cacciatori si nascondevano abilmente nei boschi e tendevano le reti, cospargendole di grano per attirare gli uccelli, che giunti in basso venivano intrappolati dalle reti stesse. Tutti gli animali cacciati venivano abilmente cotti allo spiedo con erbette e guanciale e il succo che cadeva a terra, veniva raccolto in un recipiente e utilizzato sugli uccelli, quel succo gustoso si chiama: leccarda. Oggi il colombaccio è stato sostituito dalla faraona e il succo è stato arricchito da fegatini e altre spezie a piacere.
Piatto ricco e nutriente
La faraona alla leccarda viene preparata principalmente durante le feste natalizie, in padella a fuoco lento con olio, aglio, cipolla e spezie. È una tradizione che si tramanda dai tempi del Medioevo e ancora oggi, molte casalinghe seguono la ricetta originale senza aggiungere nulla ma, con l’unica variante di utilizzare il fagiano o la faraona, al posto del colombaccio. La parte più succulenta del piatto rimane sempre la leccarda da spalmare sulla faraona a cottura ultimata.
Mi chiamo Gimigliano Francesco e faccio con passione il Seo copywriter e l’articolista su Hermes Magazine. Amo scrivere di tutto ma prediligo farlo sul food e sul travel attraverso il mio blog: www.copyfoodtravel.com