Scopriamo insieme l’associazione Slow Food

Fonte foto: Agendaonline.it

Il futuro del mondo è a rischio. Ce lo dicono gli esperti e ne danno risonanza ormai da tempo. Molti sono, tra noi, quelli che lo hanno a cuore e della sua difesa ne hanno fatto uno scopo primario. Gli aspetti da curare per la sua salvaguardia sono molteplici ed il fulcro sta proprio nella parola evidenziata in grassetto. La cura, cura per il Creato.

Esite dal settembre del 2015 un piano d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità. È l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta da 193 Paesi delle Nazioni Unite, tra cui l’Italia, per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano. In agenda 2030 ci sono 17 obiettivi da realizzare entro quella data e tra i primi troviamo: porre fine a ogni forma di povertà nel mondo, porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile. 

In questo s’inquadra il lavoro dell’associazione Slow Food di cui vi vogliamo parlare in questo articolo. È complesso e ramificato perciò daremo solo un quadro generale degli obiettivi, dei progetti e scopi principali.

Slow Food nasce nella città di Bra, in provincia di Cuneo nel 1986 e si pone come obiettivo la promozione del diritto a vivere il pasto innanzitutto come un piacere. Fondata da Carlo Petrini e pensata come risposta al dilagare del fast food, del cibo spazzatura e delle abitudini frenetiche – non solo alimentari – della vita moderna, Slow Food studia, difende e divulga le tradizioni agricole ed enogastronomiche di ogni parte del mondo. Cercando informazioni per questo articolo mi sono imbattuta in un’intervista che un sacerdote, Padre Mauro Leonardi ha fatto a Carlo Petrini e la sua dichiarazione iniziale mi ha molto colpita:

Noi siamo vivi grazie al cibo. Io ho dedicato la vita a questo. Il cibo è energia per la vita. Il cibo è relazione. Il cibo è amore. Questo è nella natura delle cose. Noi, quando nasciamo, non vediamo, non ascoltiamo, ma d’istinto, con le labbra cerchiamo il seno. Io trovo questo di una forza incredibile. Slow Food ha dedicato una vita a questo. Ha dovuto anche mettere dei paletti alla moda, tremenda, di fare dell’alimentazione uno show. Perché al dunque è la differenza tra la parola e l’esempio, che è il motivo per cui noi possiamo credere alla forza dei poveri. Un cuoco, un contadino, devono essere leader nell’esempio, non nella parola. La potenza dell’esempio. L’esempio è potente. Se non fosse per la forza dell’esempio dire che gli ultimi saranno i primi è solo uno slogan, belle parole: invece, grazie alla tremenda forza dell’esempio, noi dobbiamo riconoscere che gli ultimi – cioè i poveri, le donne, i giovani – hanno dalla loro, la potenza dell’esempio. Ed è quello che spiazza i parolai. Perché l’esempio trascina”.

Bèh, possiamo affermare, partendo da qui, che Slow Food di esempio ne ha dato e ne sta dando. Oggi conta, infatti, su una fitta rete di soci, amici e sostenitori in tutto il mondo grazie e con i quali si difende il cibo vero, un cibo che cessa di essere merce e fonte di profitto, per rispettare chi produce, l’ambiente e il palato. Terra Madre fa parte di questo obiettivo. Terra Madre è il sogno che diventa realtà, la globalizzazione positiva che dà voce a chi non si rassegna al modello omologante imperante. Oltre 2000 Comunità del cibo in tutto il mondo operano perché la produzione del cibo mantenga un rapporto armonico con l’ambiente e per affermare la dignità culturale e scientifica dei saperi tradizionali. Linfa di questa rete sono gli incontri regionali tenuti in tutti i continenti, per culminare nel Salone del Gusto e Terra Madre di Torino in una grande festa diventata il più importante appuntamento mondiale dedicato al cibo.

Dice Carlo Petrini, ancora a Padre Leonardi, a questo proposito:

“Sì, il mondo oggi accumula, non sa governare il limite, esagera le produzioni, non ha un rapporto vivo con la natura, con il suo “estrattivismo”, distrugge. E questa dimensione nella quale la relazione non viene “mantenuta” – cioè curata – ma serve solo per accumulare esperienze e sensazioni, è qualcosa di comune al nostro tempo. Con l’economia dell’accumulazione, che è quella del capitale, l’agricoltura della sussistenza è stata svilita. L’economia dell’accumulo ha distrutto i contadini che guadagnano pochissimo. Posso fare un esempio concreto citando un aneddoto. Una mia conversazione con una cuoca delle Langhe. Faceva delle raviole meravigliose ma cucinava solo di giorno. Allora io le dicevo: perché non tieni aperto la sera? Oltretutto la sera vengono i giornalisti, potresti farti conoscere, aumentare la tua clientela. E lei mi rispondeva “non voglio essere la più ricca del camposanto”. Molti a questa frase sorridono e non capiscono. In quell’affermazione della contadina, non c’era il desiderio di non lavorare alla sera. Lei, alla sera, lavorava, ma in altro modo. Si dedicava alla famiglia, magari preparava le conserve che le servivano il giorno dopo. Quella contadina aveva un altro concetto di economia”.

Slow Food promuove il diritto al piacere per tutti con eventi che favoriscono l’incontro, il dialogo, la gioia di stare insieme. Perché dare il giusto valore al cibo, vuol dire anche dare la giusta importanza al piacere, imparando a godere della diversità delle ricette e dei sapori, a riconoscere la varietà dei luoghi di produzione e degli artefici, a rispettare i ritmi delle stagioni e del convivio. L’educazione alimentare, sensoriale e del gusto è un progetto che coinvolge adulti e bambini presentando cibo con tutte le sue valenze culturali, sociali e naturalmente organolettiche. Con gli Orti in Condotta si avvicinano scolari e famiglie alla cultura alimentare, si impara il valore di semi e frutti, a tutelare le risorse della terra, per poi scegliere ciò che mangiamo in base alle nostre esigenze e non secondo quelle del mercato. I Master of Food sono un percorso educativo innovativo e originale, basato sul risveglio e l’allenamento dei sensi, sull’apprendimento di tecniche produttive del cibo e sulla degustazione come esperienza formativa. 

Con l’associazione Slow Food, ancora, ci si prepara al futuro più fecondo che ha bisogno di terreni fertili, specie vegetali e animali, meno sprechi e più biodiversità, meno cemento e più bellezza. Conoscere il cibo che si porta in casa, può aiutare il pianeta. Ecco perché Slow Food coinvolge scuole e famiglie in attività ludico didattiche, tra cui gli orti nelle scuole, già citati, e i 10.000 orti in Africa. Nelle scuole, nei villaggi e nelle periferie delle città africane, gli operatori dell’associazione coltivano 10.000 orti per creare una rete di giovani che lavorano per salvare la straordinaria biodiversità dell’Africa, per valorizzare i saperi e le gastronomie tradizionali, per promuovere l’agricoltura familiare e di piccola scala.

È così, anche, che si valorizza la cultura gastronomica per andare oltre la ricetta, perché mangiare è molto più che alimentarsi e dietro il cibo ci sono produttori, territori, emozioni e piacere. Per favorire la consapevolezza del consumatore, promuovere un’agricoltura pulita, e intrattenere con ricette e proposte gastronomiche, nel 1990 nasce Slow Food Editore. Il secondo anno di attivitá pubblica il best-seller Osterie d’Italia – Sussidiario del mangiarbere all’italiana, per poi proseguire con un percorso editoriale che affianca l’evoluzione dell’associazione e oggi conta oltre cento titoli.  

Slow Food favorisce la biodiversità e un’agricoltura equa e sostenibile ovunque, non solo in Africa, dando valore all’agricoltura di piccola scala e ai trasformatori artigiani attraverso il progetto dei Presìdi Slow Food, e proteggendo i prodotti a rischio di estinzione con l’Arca del GustoI Presìdi sono comunità di Slow Food che lavorano ogni giorno per salvare dall’estinzione razze autoctone, varietà di ortaggi e di frutta, pani, formaggi, salumi, dolci tradizionali. Si impegnano per tramandare tecniche di produzione e mestieri. Si prendono cura dell’ambiente. Valorizzano paesaggi, territori, culture. Circa 600 Presìdi coinvolgono contadini, artigiani, pastori, pescatori e viticoltori di 70 Paesi. Ne abbiamo fatto un esempio nell’articolo sulla salvaguardia della tradizione delle moeche

Nella salvaguardia del territorio, Slow Food Italia fa parte del forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio, un aggregato di associazioni e cittadini che lavorano per tutelare il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio. Perché negli ultimi 30 anni abbiamo cementificato un quinto dell’Italia, circa 6 milioni di ettari. Perché in Italia ci sono 10 milioni di case vuote, eppure si continua a costruire. Perché i suoli fertili sono una risorsa preziosissima e non rinnovabile. E li stiamo perdendo per sempre.

 

La conclusione di questa panoramica veloce sul mondo dell’associazione Slow Food si può riassumere in poche parole. Prendiamoci cura anche noi del Creato. Le occasioni, le possibilità non mancano. Basta voler fare la differenza.