Fonte foto: everyeye.it
Se siete nati fra gli anni ’90 e i primi anni 2000, probabilmente ricordate con affetto il Tamagotchi, forse uno dei primi videogiochi che avete posseduto. Rispolveriamo oggi questi vostri vecchi ricordi, parlandone un po’, magari dopo anni che non ci giocate.
Storia
Tamagotchi è il nome di un gioco elettronico portatile giapponese prodotto da Bandai. Si presenta come una console in miniatura a forma di uovo, con un piccolo schermo e un’interfaccia composto da tre tasti. Il gioco è stato messo in commercio da Bandai in Giappone nel 1996 e, visto il suo successo, l’anno successivo è arrivato nel resto del mondo.
Modalità di gioco
Il gioco era un simulatore di vita che consisteva semplicemente nel prendersi cura di una piccola creatura aliena: il Tamagotchi. Bisognava prendersene cura come se fosse un vero e proprio animale domestico, facendolo crescere da un uovo fino ad accompagnarlo allo stadio adulto.
La piccola creatura richiedeva diverse attenzioni, come dormire, mangiare, ripulire i suoi bisogni, giocare o prendersi cura di lui con una medicina nel caso si ammali e queste azioni sono svolte dal giocatore tramite i tre pulsanti. Era anche possibile educare il Tamagotchi sgridandolo, così da influenzarne la personalità e l’educazione. Il giocatore poteva inoltre decidere di passare il tempo che vuole in compagnia del proprio Tamagotchi, ma, se l’assenza era prolungata, l’animale si ammalava o raggiungeva la vecchiaia e in questi casi il Tamagotchi poteva addirittura morire. A quel punto, tramite un tasto reset, era possibile ricominciare a prendersi cura di una nuova creatura.
Accoglienza
Tamagotchi ha riscosso un notevole successo in tutto il mondo, vendendo più di 82 milioni di esemplari, diventando un fenomeno di massa nonché un elemento iconico della cultura pop a cavallo tra gli anni ’90 e gli anni 2000. Ancora oggi, anche se ormai quasi nessuno ci gioca più da anni, viene ancora ricordato con affetto e nostalgia.
Il suo successo ha ispirato anche opere secondarie, fra cui videogiochi per Nintedo DS, GameBoy e Wii, ma addirittura anime e manga.
Nonostante possa sembrare un gioco assolutamente innocente, nei suoi anni d’oro scatenò delle polemiche e controversie, per via della rappresentazione della morte e delle connesse animazioni, come quella di un fantasma con una tomba, che sono state giudicate troppo macabre per un gioco destinato ai bambini.
Sebbene fosse possibile far nascere ogni volta un nuovo personaggio, la cosa veniva indicata come diseducativa: ad avallare tale tesi, i media hanno diffuso notizie di bambini svenuti o entrati in crisi di pianto per la morte del personaggio. Nonostante ciò, il gioco non è mai stato ritenuto ufficialmente pericoloso per il benessere dei bambini e difficilmente ora lo si ricorda per esperienze negative.
Residente a Matera e laureata all’Università del Salento in Lingue, Culture e Letterature straniere, le mie più grandi passioni sono musica, film e serie tv e sono anche gli argomenti su cui scrivo di più. Amo questi argomenti così tanto che li discuto anche in un canale youtube
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