Così parlò Bellavista

“Così parlò Bellavista” torna al Teatro Augusteo di Napoli

“Così parlò Bellavista”, l’adattamento teatrale di Geppy Gleijeses, torna a calcare le scene dopo i successi degli anni scorsi e dopo la chiusura dei teatri a causa della pandemia.

La pièce teatrale sarà questa volta in scena al Teatro Augusteo di Napoli dal 19 al 28 novembre 2021 e vedrà in scena, tra gli altri, lo stesso Geppy Gleijeses, Marisa Laurito e Benedetto Casillo.

Le musiche, sia nuove che originali sono di Claudio Martone.

Dal romanzo alla commedia

Lo spettacolo si basa sull’omonimo romanzo di Luciano De Crescenzo del 1977, da cui fu tratto il film uscito nel 1984.

Saranno riproposte le scene più famose ed esilaranti, quelle che ogni buon napoletano conosce a memoria e cita alla prima occasione. Ci sanno “il cavalluccio rosso”, “la lavastoviglie”, “il Banco lotto”, “la 500 tappezzata di giornali” e il contrasto tra il professor Bellavista e Cazzaniga, presidente dell’Alfasud trasferitosi da Milano a Napoli.

Geppy Gleijeses, che nell’ormai mitico film interpretava Giorgio, fidanzato disoccupato di Patrizia, figlia di Bellavista, si trova ora nelle vesti di regista e protagonista dello spettacolo. Accanto a lui Marisa Laurito, amica storica di Luciano De Crescenzo, nei panni della moglie di Bellavista. Benedetto Casillo è l’unico nel ruolo che già ebbe nel film, quello di vice sostituto portiere mentre Gianluca Ferrato veste i panni di Cazzaniga. Ci sono poi Nunzia Schiano, Salvatore Misticone e Vittorio Ciorcalo.

Così parlò Bellavista

Fonte foto: teatrovittorioemanuele.it

L’esperimento ha avuto inizio da un’idea di Alessandro Siani e Benedetto Casillo quando Luciano De Crescenzo era ancora in vita. Si racconta che Gleijeses, impegnato in altri lavori, sia stato inseguito a lungo prima di riuscire a convincerlo e pare che De Crescenzo abbia concluso con un “Sulo tu ‘o ppuò ffà!”

L’adattamento teatrale, curato dalla stesso Gleijeses, non è un mera trasposizione delle scene del film. Come spiega il regista, infatti:

“Chi sa di cinema e di teatro ci insegna che sono necessari codici di comunicazione molto diversi. Lo spazio scenico a cui ho pensato e che Roberto Crea ha splendidamente realizzato, ritrae il Palazzo dello Spagnolo, che con i suoi incroci di scale e le sue prospettive diventa un luogo della mente.”

La scenografia

La scenografia, innovativa e dinamica, riprodurrà la facciata del palazzo in cui il film fu ambientato, con varie scale praticabili dall’interno ed elementi a carrello che subentrano dai lati o che scendono dall’alto per le scene esterne al palazzo.

Così parlò Bellavista

Fonte foto: napoliteatro,it

Racconta il regista:

“Nella corte del palazzo, suddividendo a volte la scena in settori, si svolge tutto il racconto, con il cenacolo, il tavolo dei pomodori, la trattoria, il negozio di arredi sacri e via dicendo.”

Aggiunge inoltre:

“Abbiamo voluto ambientare lo spettacolo negli stessi anni del film e in realtà non abbiamo dovuto adeguare all’oggi nemmeno una battuta. Come ci ha insegnato Luciano, dobbiamo avere fede: “Napoli, con il suo spirito d’adattamento, è forse l’ultima speranza che ha il genere umano per sopravvivere.”

Insomma, come direbbe Bellavista: “Mò ho capito chi è Giorgio.”