Abbey Road, 8 agosto 1969, mezzogiorno circa. Ian Mcmillan, noto fotografo degli anni ‘60, di lì a poco avrebbe scattato la foto più iconica della musica, la cover di Abbey Road, uno dei dischi più venduti dei Beatles.
L’idea
I Fab four avevano da poco terminato le registrazioni dell’album, le ultime realizzate insieme; tutto era pronto, ordine e titoli delle canzoni.
Mancava, però, l’elemento più importante: il nome dell’album. Le idee a riguardo, inizialmente, rimandavano al Tibet e all’Everest e si era, per questo, ipotizzato di fotografare la band sulla vetta dell’omonimo monte ed utilizzare lo scatto in copertina. Sebbene Paul McCartney fosse entusiasta all’idea di intraprendere un viaggio verso oriente, John, George e Ringo non erano dello stesso parere.
«Se non lo intitoliamo Everest e non andiamo in Tibet a posare per la foto, dove andiamo?» chiede Paul. Ringo, scherzando, risponde: «Usciamo dalla porta e intitoliamolo “Abbey Road”»
Geoffrey Emerick, ingegnere del suono dei Beatles, ci racconta, nel documentario diretto da Alan Byron “Here, There and Everywhere” (2009) di come, da uno scambio scherzoso di battute, sia nata l’idea dell’iconica cover di Abbey Road.
Paul McCartney sviluppò l’idea di Ringo e la espose al resto del gruppo facendo uno schizzo su un foglio bianco.
Gli scatti
L’8 agosto 1969 i Beatles si fanno immortalare da Ian McMillan fuori dagli EMI Studios di Abbey Road. Un poliziotto ha fermato il traffico per una decina di minuti per permettere al fotografo di scattare, in piedi su una scala a pioli, sei pose, in cui i Fab four attraversano per sei volte, in un senso e nell’altro, le famose strisce pedonali.
Lo scatto prescelto fu il quinto, quello in cui i quattro risultavano ben allineati, in marcia da sinistra a destra, come se uscissero dagli studi di registrazione, il cui ingresso era, appunto, posto sulla sinistra.
“Paul is dead” e i misteri legati alla cover
Diversi elementi presenti nell’iconica foto di Abbey Road avvalorano la gettonata ed altrettanto misteriosa tesi secondo cui Paul McCartney sia morto e prontamente sostituito da un sosia. “Paul is dead” è una leggenda che nasce con questa copertina.
Il 12 ottobre 1969, a poco più di un mese dall’uscita di Abbey Road, ad una radio di Detroit giunge una misteriosa telefonata di un tale Alfred o Tod che dichiara di essere a conoscenza di un segreto clamoroso che riguarda i Beatles e di avere delle prove, contenute ed interpretate a partire dal materiale dei Fab Four.
Leggenda vuole che Paul McCartney, il 9 novembre 1966, sia stato vittima di un incidente mortale, raccontato nella canzone A Day in the Life da John Lennon. La copertina di Abbey Road, secondo questa convinzione, rappresenta il corteo funebre di Paul McCartney.
John Lennon apre la marcia funebre vestito di bianco, colore del lutto in alcune religioni orientali; a seguire Ringo in tradizionale abito nero, portatore di bara; Paul ha gli occhi chiusi, è l’unico a piedi scalzi, così come tradizione orientale vuole per la sepoltura dei morti; George in jeans, tenuta da lavoro, rappresenta il becchino che scava la fossa.
L’auto nera parcheggiata sulla destra, simile ad un Black Maria, quello utilizzato dalla Polizia mortuaria negli incidenti stradali, è il carro funebre; la targa del Maggiolino Wolkswagen posto sulla sinistra, invece, riporta un misterioso messaggio: LMW 28IF sta per Linda McCartney Weeps ovvero “Linda McCartney piange” (per la morte del marito). 28IF “28 se” sta per 28 (anni) se Paul fosse stato vivo quell’anno.
Curiosità
Dietro John Lennon, sulla destra, compare un passante, Paul Cole. Nel 2004 in diverse interviste, l’uomo ha rivelato che si trovava lì per caso. Turista americano, aspettava la moglie in strada, perché stanco di accompagnarla per musei. Dichiarò di non aver fatto caso al set fotografico e di non aver riconosciuto i Fab four.
L’iconica foto dei Beatles è stata ripresa per numerose reinterpretazioni, il più delle volte comiche, stimolando la fantasia di artisti e grafici di tutto il mondo.
Lo stesso Ringo, qualche anno fa, nel suo profilo personale di Instagram, ha postato la classica foto di Abbey Road rivisitata ai tempi del Covid 19.
Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.