“White album”, o semplicemente “The Beatles”, fu il nono capolavoro dell’omonima band britannica, pubblicato il 22 novembre 1968 dalla Apple Record e contenente ben trenta tracce oscillanti dal pop rock al rock psichedelico.
La forte influenza della meditazione
John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison avevano da poco terminato una lunga sessione di meditazione trascendentale in terra indiana, guidati dal maestro spirituale Maharishi; la sua fu una figura tutt’altro che marginale nella vicende musicali dei Beatles in quanto, come da loro stesso dichiarato in più interviste, gli insegnamenti esoterico-induisti cambiarono notevolmente il loro modo di percepire la vita in tutti i suoi aspetti, compreso la musica.
La composizione
La pubblicazione di quello che sarebbe passato alla storia come una vera e propria pietra miliare del rock non fu agevole: diverse critiche accompagnarono addirittura la stessa composizione dei brani, ancor prima della loro incisione. Ma, come spesso accade, le regole del successo non sono ben definite, ed ecco che il 22 novembre del ’68 vide un vero consenso plebiscitario della critica, a differenza degli altri lavori precedenti dei Beatles accompagnati spessissimo da critiche musicale abbastanza aspre.
Il White Album – per la copertina di color bianco – racconta di spacconate e di litigi che si alternano tra sonorità soavi e immense profondità poetiche: celeberrime saranno “Glass onion”, “Julia”, “Dear Prudence”.
Le controversie
Come tutte le opere che si rispettino, non potevano di certo mancare apposite controversie giudiziarie. Il tristemente noto Charles Manson, pluriomicida, interpretò il White Album come una profezia dell’Apocalisse di Giovanni: addirittura, stando alla sua bizzarra interpretazione, i quattro giovani di Liverpool sarebbero stati la reincarnazione di Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
In ogni scena del crimine della setta Manson non mancano riferimenti a diversi brani di questa pietra miliare del rock; a tal proposito, “Piggies” di George Harrison, fu di grande ispirazione: la condanna al materialismo dilagante alla fine dei 60s, raccontato attraverso la metafora di uomini che, come maiali, mangiano il bacon con forchetta e coltello, viene ricreata in tutte le scene dei crimini commessi nell’agosto ’69. Il titolo – “White album” – sarebbe stata secondo Manson l’esegesi della imminente distruzione della razza bianca.