Fonte foto: Repubblica.it
Il 10 maggio 2022, aprirà i battenti il Bob Dylan Center che avrà sede a Tulsa in Oklahoma. L’annuncio è stato dato alla vigilia dell’ottantesimo compleanno del menestrello del rock.
Il Centro, situato nel quartiere delle arti di Tulsa – nelle vicinanze di un altro museo, il Woody Guthrie Center – sarà suddiviso su tre piani e sulla sua facciata è presente già adesso un’immagine del 1965 di Dylan, donata dal fotografo Jerry Schatzberg (vedere la foto di copertina); sarà il deposito di oltre centomila tesori culturali esclusivi che verranno periodicamente esposti al pubblico.
Della collezione fanno parte bozze di testi, poesie, registrazioni edite ed inedite, film di spettacoli dal vivo, fotografie e manoscritti. La messa in opera è stata affidata allo studio di progettazione architettonica Olson Kundig, di cui Alan Maskin è il responsabile del progetto. Nell’edificio ci saranno – oltre alle sale in cui verranno esposti i cimeli del cantautore americano – dei luoghi dove i visitatori potranno immergersi, in maniera pressoché totale, nel mondo di Bob Dylan.
Ci sarà uno spazio dove verranno proiettati documentari e concerti, alcuni dei quali inediti; verrà allestito uno studio di registrazione in facsimile, dove i visitatori sperimenteranno com’era essere presenti a una delle storiche sessioni di registrazione di Dylan; si potrà visionare una cronologia multimediale dedicata – ça va sans dire – alla sua intera vita.
In una sezione del museo – la Columbia Records Gallery – ci sarà la possibilità di effettuare delle immersioni profonde in alcune delle sue canzoni più famose, come Like a rolling stone, Tangled up in blue e Chimes of freedom. Tra le chicche ci sarà anche la prima versione conosciuta di Don’t Think Twice, It’s All Right, registrata da Bob Dylan nell’appartamento di un amico nell’autunno del 1962.
L’ideatore del museo
George Kaiser è un petroliere – appassionato di musica – che aveva acquistato nel 2011 i documenti di Woody Guthrie e nel 2016 i reperti appartenenti a Bob Dylan; ha avuto la brillante idea di aprire i due musei per permettere ai visitatori, che vengono da ogni parte degli Stati Uniti e, presumo, anche oltre i confini USA, di godere della visione dei cimeli dei loro idoli. Entrambi i musei fanno parte del progetto American Song Archives della George Kaiser Family Foundation.
A onor del vero, c’è da precisare che il cantautore americano, Premio Nobel per la Letteratura del 2016, non avrà alcun legame formale con il nuovo museo. Probabilmente la vendita del suo intero catalogo di produzione musicale alla Universal Music Group per la cifra poco irrisoria di 300 milioni di dollari – avvenuta alla fine del 2020 – gli ha fatto accettare l’idea della realizzazione del Bob Dylan Center.
Nato in un torrido ferragosto del 1968 a Milano, dove vive tutt’ora.
Si considera vecchio fuori, ma giovane dentro: in realtà è vecchio anche dentro.
La scrittura è per lui un piacere più che una passione, dal momento che – sua opinione – la passione stessa genera sofferenza e lui, quando scrive, non soffre mai, al massimo urla qualche imprecazione davanti al foglio bianco.
Lettore appassionato di generi diversi, come il noir, il thriller, il romanzo umoristico e quello storico, adora Calvino, stravede per Camilleri e si lascia trascinare volentieri dalle storie di Stephen King e di Ken Follett.
Appassionato di musica, ascolta di tutto: dal rock al blues, dal funky al jazz, dalla classica al rap, convinto assertore della musica senza barriere.
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, dal titolo “L’occasione.”, genere umoristico.
Ha detto di lui Roberto Saviano:”Non so chi sia”.