Covid-19 e Musica: azione e reazione contro l’emergenza

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Dopo l’emergenza Coronavirus, c’è un nuovo inizio fatto di speranze e tanta voglia di ricominciare a vivere, come e più di prima. Da oggi, è alle nostre spalle il DPCM del 10 marzo che ha costretto tutti ad un periodo di lockdown, rivelatosi lungo ben due mesi. Nessuna discriminazione, nessuna distinzione sociale: tutti sullo stesso livello, tutti in casa, ma con la voglia di restare uniti, nonostante le distanze.

 

Le drammatiche immagini dell’emergenza e dei nostri luoghi, sorprendentemente deserti hanno avuto una risposta forte e corale: la musica. Quella che ha colmato il silenzio assordante della paura e dell’impotenza di fronte al nemico invisibile attraverso l’emozionante performance di Andrea Bocelli in una piazza Duomo spettrale, l’eco della chitarra di Jacopo Mastrangelo che risuonava dai tetti di Piazza Navona a Roma la colonna sonora di “C’era una volta in America”, attraverso i consueti appuntamenti alle 18 sui balconi d’Italia per abbracciarci a distanza.

L’emergenza Coronavirus ha colpito tutto il mondo e numerose sono state le iniziative nazionali e internazionali del mondo della musica, che hanno riunito gli artisti più rilevanti nella battaglia contro il Covid-19.

 

Esibizioni live

 

Da un’idea di Lady Gaga, in collaborazione con il movimento Global Citizen, l’evento One World: Together at Home è stato un vero e proprio abbraccio al mondo, attraverso un susseguirsi di artisti del calibro di Paul McCartney, Elton John, Rolling Stones, Andrea Bocelli, Lady Gaga ognuno dalla propria casa, per 8 ore di esibizione live, a sostegno dell’OMS.

Anche i Foo Fighters sono scesi in campo nella lotta contro il Covid-19, organizzando con BBC Radio1 un live che prende il nome dalla loro canzone Times like these interpretata chiamando a raccolta grandi artisti britannici e non, in sostegno dell’associazione BBC Children in need e Comic Relief per raccogliere fondi e sostenere gli sforzi sanitari. In Italia, Fedez e la celebre fashionblogger Chiara Ferragni hanno dato il via ad una raccolta fondi, attraverso la piattaforma GoFundme che ha permesso la costruzione in tempi record di un nuovo reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano.

In tema di eventi annuali completamente stravolti, il consueto concertone del 1 maggio, tradizionalmente svolto in piazza San Giovanni in Laterano a Roma, per i diritti dei lavoratori, quest’anno ha assunto una veste diversa, alternando esibizioni in un ovattato e silenzioso Auditorium Parco della Musica di Roma, ad emozionanti performance nella surreale atmosfera di città come Bologna, Firenze, Milano e Roma, completamente deserte e dominate dalle voci prorompenti di Irene Grandi, Gianna Nannini e Alex Britti.

 

Il crollo della musica in streaming

 

È vero, ci ha tenuti uniti, ci ha aiutati a superare momenti difficili, dando voce alle nostre emozioni, ma il Coronavirus non ha risparmiato nessun settore, neppure quello della musica.

Contrariamente a quanto si possa pensare, l’epidemia del Covid-19 e l’obbligo di rimanere in casa, ha contribuito ad un crollo della musica in streaming. A metà marzo, il sito americano di Insights Quartz ha rilevato una diminuzione del 23% della fruizione della musica su Spotify, in linea con la riduzione delle normali attività svolte fuori casa. La piattaforma ha, inoltre, chiuso il primo trimestre con una perdita operativa di 41 milioni di euro, a fronte di un’aspettativa di perdita più contenuta.

Lo streaming, purtroppo, non è il solo a risentirne. I negozi di dischi, che prima del lockdown contavano sui clienti abituali e sui numerosi giovani alla riscoperta del supporto in vinile, oggi sono consapevoli del fatto che il comparto musica andrà incontro ad una crisi sempre più pesante. Molti negozianti hanno dubbi sul futuro, altri optano per un riposizionamento digitale dell’attività; altri ancora non sopravvivranno, proprio come il celebre Mariposa Duomo, storico negozio di musica che, dopo 35 anni di attività nel mezzanino della linea rossa della metropolitana di Milano, è stato costretto alla chiusura definitiva.

Per non parlare della musica dal vivo: i concerti saranno sospesi per un tempo indefinito, almeno qui in Italia. I DPCM emanati dallo Stato non fanno alcun tipo di menzione al settore dell’Entertainment, per cui oggi molte persone si ritrovano in una situazione di grande incertezza lavorativa. Il progetto C.r.e.s.c.o, ovvero il coordinamento delle realtà della scena contemporanea, con una lettera aperta, chiede risposte concrete per superare la crisi dei lavoratori dello spettacolo, duramente colpiti dall’emergenza Coronavirus.

 

Live Nation, Vivo Concerti, Barley Arts vivono sospesi nell’attesa di avere maggiori notizie in merito all’organizzazione degli eventi musicali. Per il momento, i concerti sono rinviati o annullati e non è chiaro cosa ne sarà dei biglietti già acquistati. La crisi di liquidità ha colpito tutti, indistintamente, comprese le agenzie di ticketing come TicketOne e Ticketmaster, che prendono posizioni diverse in merito: se la prima offre un rimborso tramite voucher, la seconda precisa che tutte le possibili procedure di richiesta di rimborso sono momentaneamente sospese, in attesa di nuove decisioni dall’alto.

Ma la musica è forte e reagisce: gli artisti non hanno smesso di lanciare nuove canzoni, realizzare video in casa, creare un contatto con i fan attraverso numerose dirette sui social, talvolta coinvolgendoli nella composizione di nuovi brani, in collaborazione con altri artisti.

A livello internazionale, si sperimentano le prime idee alternative ai tradizionali concerti dal vivo. La star americana Travis Scott ha dato vita ad uno show virtuale sulla piattaforma di gioco online Fortnite: 10 minuti di live per il lancio del nuovo singolo, aprendo, così, nuovi possibili scenari alla musica. In Danimarca, invece, ha fatto il suo debutto il concerto drive-in con l’artista Mads Langer, che lo scorso 24 aprile si è esibito di fronte ad una distesa di auto in un parco pubblico.

 

In Italia si sta facendo strada l’idea del Bike-in, un vero e proprio drive-in in bicicletta, per concerti e intrattenimento, più green e social, promuovendo una partecipazione empatica, per un ritorno necessario alla socialità dopo il lockdown.

 

Quale sarà il futuro della musica? Nessuno si sbilancia, ma una cosa è certa: la musica è forte, reagisce e si reinventa.


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