“Non sono madre, non sono sposa, Io sono un Re”.
Questi sono i versi del ritornello di un pezzo tratto da Dance Fever, disco fresco d’uscita, di Florence Welch, leader della band britannica The Machine.
In un insieme di sonorità che ricordano le atmosfere di una certa Annie Lennox in Sweet Dreams, (ve la ricordate, la leader degli Eurythmics?), la nota cantante Florence Leontine Mary Welch, nata a Londra il 28 agosto 1986, da poco ultratrentenne, riesce a trasmettere le vibrazioni e, aggiungo, le emozioni, della donna moderna.
I suoni e gli arrangiamenti del brano sono alquanto basic (per i primi quattro giri la base musicale è composta di batteria e basso; una cosa davvero anomala, nel 2022), se non fosse per il ricercato fondamento sonoro rappresentato dal suo deciso modo di cantare.
Ha una voce splendida, vibrata e sussurrata in alcuni momenti. Capace di infondere armonia e sensualità a gocce, condito da un leggero ma soave controcanto nelle strofe. Lo special, cantato a gran voce, quasi urlato, rappresenta un qualcosa che a oggi appariva dimenticato. A quanto ricordi, mi fa venire in mente il modo di esprimersi di Bono nella leggendaria With or without you.
Non sono madre, non sono sposa, Io sono un Re.
Il significato
Proviamo a dare una spiegazione.
È il grido muto di una donna che, artista fino al midollo, chiede a sè stessa, alla gente, e anche al Cielo, cosa deve fare? Perchè lo deve fare? Si sente assolutamente sconvolta, perchè tutto ciò che ha sempre inseguito e raggiunto, tutto ciò in cui ha sempre creduto, incredibilmente lo avverte in modo diverso, come se fosse superato.
No, lei non si sente assolutamente vecchia, lei si sente viva più che mai, ma in lotta con sè stessa. In realtà è subentrato un sentimento di donna, quando per donna si intende una Lei in senso assoluto, capace di essere il punto di riferimento del partner. Con la sua personalità inquieta, Florence conferma il suo modo di essere libera, artista a tempo pieno, non rinnegando il passato in cui prendeva ad esempio i suoi coetanei artisti maschi. A questo punto di svolta, forse irreversibile, Florence dimostra la sua debolezza, la sua criticità e sente il bisogno di esprimersi per completarsi.
Non sono madre, non sono sposa, Io sono un Re.
Ecco le parole di un’artista che, ha mostrato una vocalità più accentuata insieme a sonorità ben più assortite negli album precedenti (Spectrum e Shake it up), ma, benchè il brano non sposi il gusto del sottoscritto, si sente una forte maturità e una voglia di cambiamento che non può essere assolutamente trascurata.
Perchè è un brano sofferto?
Il rapporto uomo/donna, compare in ogni parola del brano. L’artista afferma che chiunque si scontra nella consueta vita quotidiana, con il proprio partner, emergendo ordinarie problematiche di vita. Affiora nella coppia la consueta mal comunicazione, forse dettata da opposti punti di vista egoistici.
Provate ad ascoltare il brano più e più volte, evitando di guardare il video, (seppur molto bello) ma socchiudendo gli occhi e facendovi cullare dalla musica.
Perchè?
Fonte: cultura e spettacolo
Perchè le atmosfere rappresentate dal regista, ai limiti dell’horror e la danza coinvolgente, purtroppo, disorientano e non permettono di concentrarsi sul reale significato dell’artista.
Per concludere, vorrei affermare che, da un punto di vista tipicamente maschile, non si possono recepire a pieno, le sensazioni di Florence, però si possono toccare alcuni punti essenziali.
La donna
La donna, intesa come nostro punto di forza, capace di darci la morte e la vita, capace di renderci schiavi o Signori del Tuono, ci rende migliori, soprattutto se si condivide vivendo l’uno al fianco dell’altra.
Contemporaneamente, cerchiamo di accettare e portare rispetto all’essere donna, cangiante, soprattutto se dotata di un’anima artistica.
Chiuderei con un piccolo fiore. La frase della strofa finale è bellissima.
Non pensavo che il mio assassino potesse venire dall’interno.
È la fotografia del mondo di oggi, dove tutti guardano in casa degli altri, senza rendersi conto che il dolore parte da se stessi.
Io sono un Re…
Fonte foto: Rock cellar magazine
A buon intenditore poche parole.