“Framing Britney Spears”, il documentario e il movimento #freeBritney

Il 5 febbraio 2020 è uscito il documentario “Freaming Britney Spears”, prodotto dal New York Times e diretto dalla regista Samantha Stark.

 

 

 

La cantante

 

Britney Spears è una cantautrice e performer statunitense. Il suo debutto è avvenuto a soli 11 anni grazie al “Mickey Mouse Club” e ha raggiunto il successo mondiale in pochissimi anni, grazie all’album discografico “Baby One More Time”.

 

 

Il documentario

 

L’opera, visibile solo negli Stati Uniti sui canali streaming a pagamento FX e Hulu, mette in risalto la campagna mediatica di odio che ha investito la cantante fin dal suo esordio e che l’ha vista sottoposta a una pressione costante, continuamente inseguita dai fotografi e costretta più volte a rispondere a domande intime, sulla sua sessualità e sul suo corpo. Difatti, nonostante Britney abbia più volte provato a spiegare il suo ruolo di performer, che consisteva nel fingere e interpretare una parte sul palcoscenico, non è stata mai risparmiata dalle critiche più aspre. Le sue movenze erotiche hanno attirato l’astio di tutta una generazione di genitori e giornalisti incapaci di comprendere il cambiamento sociale di cui l’artista è stata ­­— forse inconsapevolmente — protagonista.

 

Il lungometraggio ha inoltre provato a ripercorrere i fatti accaduti dal tristemente noto “breakdown’’ che l’ha portata ad un esaurimento nervoso nel 2007 e le ha causato la perdita delle sue facoltà mentali. Il lungometraggio riporta le testimonianze di tutte le persone che ruotavano attorno all’artista nel suo periodo di maggior successo, mettendo in risalto l’assenza dei genitori, che da sempre hanno provato a sfruttare economicamente la figlia.

 

I temi trattati dal documentario sono, quindi, quello della salute mentale, della patria potestà, del ruolo della famiglia nella fase formativa dei figli, della strumentalizzazione ai fini economici.

 

 

 

 

 

Movimento #freeBritney

 

A seguito del crollo mentale avvenuto quando la Spears non aveva compiuto ancora 30 anni, il tribunale ha deciso di nominare dei tutori che si occupassero momentaneamente di lei per darle la possibilità di riprendersi. Tuttavia, la cantante si trova ancora oggi ostaggio della cosiddetta “conservatorship”, la tutela giuridica che ha permesso prima al padre e dopo alla sua manager, di prendere pieno possesso della sua vita. I fan di Britney e gli amici che la frequentano, sostengono che attualmente lei sia totalmente in grado di badare a sè stessa, e che i suoi affari e tutte le sue ricchezze siano in mano alle persone sbagliate. L’accusa è quella di sfruttare la sua fragilità per depredarla dei suoi beni. Nonostante le proteste, secondo la legge Britney è ancora incapace di agire e non ha diritto a frequentare i suoi figli.