Dopo “Bohemian rapsody“, in cui si raccontano le vicende di Freddy Mercury e dei Queen e “Rocket man“, pellicola incentrata sulla storia di Elton John, è in arrivo un biopic sulla vita di Brian Epstein che fu il manager dei Beatles, dai loro esordi, nel 1962, fino al 1967, anno della sua morte.
Che cos’è un biopic?
Il termine, di origine inglese, è una crasi, una fusione, cioè, di due parole: bio e pic, dove bio sta per biography, biografia e pic sta per picture, film, quindi è un film sulla vita di una personaggio realmente esistito o che è ancora vivente.
Midas man
Ma passiamo al film che uscirà con tutta probabilità nel 2021: il titolo, “Midas man”, è ancora provvisorio ed è diretto dal regista e batterista svedese Jonas Åkerlund; la sceneggiatura è scritta da Brigit Grant e Jonathan Wakeman e le riprese girate tra Liverpool, Londra e negli USA.
Il regista
Jonas Åkerlund ha diretto molti video musicali di diversi artisti, tra i quali ricordiamo: Metallica, Ozzy Osbourne, The Rolling Stones, U2, Beyoncé e Jay-Z, Taylor Swift. Ha anche firmato “Lord of chaos”, film uscito nel 2018, incentrato sulla storia del Metal norvegese negli anni ’90.
Chi era Brian Epstein
Nato a Liverpool nel 1934, da una una famiglia agiata di origine ebrea, era diventato, ancora giovanissimo, il direttore del più famoso negozio di dischi e strumenti musicali della città. Nell’ottobre del 1961, incuriosito dal crescente successo di una band che si esibiva al Cavern, un famoso locale dove si suonava perlopiù musica beat, decise di assistere a un loro concerto e ne rimase folgorato.
Un mese dopo divenne il manager di quel gruppo, formato da quattro giovanotti talentuosi: The Beatles.
Epstein fu uno dei principali artefici del loro successo, tant’è che fu definito il quinto Beatles; c’è chi ha sostenuto che il quinto membro della band fosse George Martin, il loro produttore, ma quella è un’altra storia.
Grazie alla sua perseveranza, al suo spirito di iniziativa e alle sue doti da visionario, ha rivoluzionato il modo di promuovere una band nel mercato musicale.
Non solo Beatles
Sotto la sua ala protettiva c’erano artisti meno famosi dei Fab Four, ma non per questo meno autorevoli a quell’epoca, come Gerry And The Pacemakers, Cilla Black e Billy J. Kramer; ha anche avuto voce in capitolo nella promozione di talenti emergenti come Jimi Hendrix, The Who, i Cream e i Pink Floyd.
Una fine prematura
È morto nel 1967, a trentatre anni, per un’overdose di barbiturici mischiati ad alcool.
Ha detto di lui il regista
Durante un’intervista, Jonas Åkerlund ha affermato:
«Adoro il fatto che Brian sembrava conoscere ogni passo di ciò che nessun altro sapeva, ha visto cose che nessun altro ha visto. La sua visione era sorprendente, ha creato una cultura che non esisteva; il film assomiglia a una panoramica sulla mente di Brian e com’era lui, piuttosto alla sua ascesa grazie alla fama dei Beatles. Voglio riportarlo in vita».
Non vediamo l’ora che arrivi il 2021, per andare a vederlo al cinema.
Nato in un torrido ferragosto del 1968 a Milano, dove vive tutt’ora.
Si considera vecchio fuori, ma giovane dentro: in realtà è vecchio anche dentro.
La scrittura è per lui un piacere più che una passione, dal momento che – sua opinione – la passione stessa genera sofferenza e lui, quando scrive, non soffre mai, al massimo urla qualche imprecazione davanti al foglio bianco.
Lettore appassionato di generi diversi, come il noir, il thriller, il romanzo umoristico e quello storico, adora Calvino, stravede per Camilleri e si lascia trascinare volentieri dalle storie di Stephen King e di Ken Follett.
Appassionato di musica, ascolta di tutto: dal rock al blues, dal funky al jazz, dalla classica al rap, convinto assertore della musica senza barriere.
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, dal titolo “L’occasione.”, genere umoristico.
Ha detto di lui Roberto Saviano:”Non so chi sia”.