Mark Knopfler e lo scioglimento dei Dire Straits

Mark Knopfler e lo scioglimento dei Dire Straits

Il 15 settembre 1988 Mark Knopfler, virtuoso della chitarra che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della musica grazie alla sua fedele Stratocaster e alla tecnica inconfondibile di fingerpicking, annunciava lo scioglimento della band che aveva fondato insieme al fratello nel 1977, i Dire Straits.

Nonostante il chitarrista si sia allontanato dalla band quando si trovava all’apice del successo, le canzoni dei Dire Straits continuano ancora oggi a conquistare il pubblico, per le loro sonorità a cavallo tra il blues, il rock e il country, ma soprattutto per la qualità degli album che hanno pubblicato, realizzati da artisti di eccezionale spessore.

La storia dei Dire Straits

Tutto nacque quando Mark Knoplfer, timido e schivo professore nelle scuole superiori nato a Glasgow e cresciuto a Newcastle, affittò un appartamento a Deptford, nel Sud di Londra, insieme allo studente di sociologia, nonché bassista, John Illsley. Da lì, i fratelli Knopfler concepirono l’idea di creare un gruppo, in cui oltre a John si aggiunse in seguito l’eccellente batterista Pick Withers e, nel tempo, vari altri componenti. La band cominciò a esibirsi con il nome di Café Racers, che venne presto cambiato nel più accattivante Dire Straits (traducibile come tremende avversità).

I membri del gruppo all’epoca non erano dei giovinetti, visto che avevano già compiuto trent’anni, ma il successo per fortuna arrivò presto, vista anche la novità che una band del genere, che produceva musica raffinata con venature di rock, blues, jazz e folk, costituiva in mezzo al punk e alla disco in voga alla fine degli anni ’70. Il gruppo venne ingaggiato prima come supporter per i mitici Talking heads, dopo la pubblicazione del primo album omonimo “Dire straits”, e in seguito prese il volo con concerti propri, come lo strepitoso tour mondiale che seguì la pubblicazione del secondo album, “Communiqué”.

Mark Knopfler e lo scioglimento dei Dire Straits

Fonte foto: wikipedia.org

Il disco “Making movies” li lanciò nell’Olimpo dei grandi grazie soprattutto allo splendido pezzo “Romeo And Juliet”, ma il vero trionfo del gruppo si verificò con gli album successivi, “Love over Gold” e “Brothers in Arms”. Quella dei Dire Straits è una delle poche band che risultano ancora più valide dal vivo che nella registrazione di studio: vi consigliamo di ascoltare, per rendervene conto, l’indimenticabile esibizione di “Sultans Of Swing” all’Hammersmith Odeon di London del 1983, e quella ancora più iconica di “Money For Nothing” al Live Aid del 1985, in cui il gruppo ha sfoggiato come corista addirittura il cantante Sting.

Le canzoni migliori

Nonostante la loro produzione non sia sterminata, vista la pubblicazione di soli sei album in studio, quasi ogni canzone dei Dire Straits meriterebbe di essere citata come una piccola perla, visto che il sound dei loro brani è sempre raffinato e coinvolgente, e l’esecuzione rimane impressa per l’abilità di Mark Knopfler, considerato uno dei migliori chitarristi di tutti i tempi.

Alcune delle più belle musiche dei Dire Straits possono essere quasi considerate delle sinfonie, vista la durata dei brani e l’accuratezza di composizione, per cui se volete farvi un’idea della produzione del gruppo non potrete perdervi la meravigliosa “Telegraph Road” contenuta nell’album “Love over gold”, di ben quattordici minuti, che vi avvolgerà come un abbraccio. La trascinante “Sultans of swing”, la loro canzone d’esordio di circa sei minuti tratta dall’album “Dire Straits”, invece, vi conquisterà, oltre che per il ritmo travolgente, anche per il leggendario assolo di Mark Knopfler alla chitarra.

Se volete continuare a ballare a ritmo con la loro musica apprezzerete anche “Money for nothing”, scritta insieme a Sting e divenuta celebre grazie al riff di chitarra del brano, mentre se volete gustarvi un momento più introspettivo, e così commovente da portarvi alle lacrime, dovete ascoltare la sublime “Brothers in Arms”, che descrive con un tocco poetico la desolazione della guerra.

Vi consigliamo infine una piccola chicca: se volete vivere un momento introspettivo, lasciatevi trascinare in un mondo onirico dalla malinconica ballad “On Every Street” del 1991, frutto di una temporanea réunion del gruppo per la pubblicazione dell’album omonimo.