Fonte foto: Linkin Park.com
Hybrid Theory non è solo il primo album in studio dei Linkin Park registrato il 24 ottobre 2000, presso gli studi della Warner Bros Records, ma è stato, ed è tuttora, un vero e proprio inno generazionale composto da 12 tracce, di cui una strumentale.
I Linkin Park sono stati un gruppo di ragazzi che hanno segnato, e rinnovato il mondo del crossover, ridefinendo un nuovo stile musicale, con una grande capacità artistica e di composizione di testi e parole. Parole che in Hybrid Theory, non hanno risparmiato quello che in quegli anni è stato il cambiamento della società, del pensiero e di quanto la ribellione dei giovani fosse, comunque, un pensiero comune. La musica di quest’album scuoteva sia il mondo esterno che le vicissitudini interiori e più intime di chi in quelle canzoni è riuscito a ritrovarsi.
Il disco ha raggiunto le oltre 27 milioni di copie vendute in tutto il mondo e negli Stati Uniti d’America è stato certificato e riconosciuto disco di diamante, oltre ad aver conseguito le prime posizioni di molte classifiche internazionali come la Billboard 200. Grazie a questi risultati divenne l’album di maggior successo del genere “nu metal” nonché il disco di inediti più venduto degli anni duemila; si ritrovò alla posizione 78 nella classifica dei 100 dischi più venduti di tutti i tempi.
Hybrid Theory quest’anno compie vent’anni, orfano di quello che è stato uno dei suoi padri storici: la voce graffiante e potente dell’ormai scomparso frontman del gruppo Chester Bennigton.
Un disco diverso nello stile e nella presentazione: Mike Shinoda, infatti rappresentò sulla copertina dell’album un soldato con ali di libellula, che sottolineava il carattere \”ibrido\” della musica all’interno del disco. Il soldato rappresenta l’aggressività e la potenza del metal/hard rock, le ali di libellula la leggerezza e l’orecchiabilità dell’hip hop.
Hybrid Theory è l’ottimo risultato dell’unione di molti stili e ispirazioni differenti e diversificate tra loro. Il cantato di Chester si rifà molto alla musica dei Depeche Mode, dei Deftones e degli Stone Temple Pilots, mentre i riff e la tecnica del chitarrista Brad Delson s’ispirano a suoni alla Guns N’ Roses, The Smiths ed U2. Il rap di Shinoda, presente in sette brani, riconduce sia allo stile musicale dei The Roots (gruppo preferito dello stesso) ma anche a molti altri grandi rapper della scena americana. Come molti sapranno, i testi delle dodici tracce dell’album si ispirano molto alla vita e ai grandi disagi con cui Chester Bennington ha dovuto fare i conti durante la sua infanzia e l’adolescenza: violenze sessuali, eccessivo e costante abuso di droga e alcol, il divorzio dei suoi genitori, isolamento, delusioni e fallite relazioni sociali.
Raccontare una storia, raccontare di vite difficili, di momenti complessi non è mai semplice soprattutto quando fa male: Hybrid Theory in questi anni è stato di grande impatto commerciale per il mondo musicale, ma anche un importante salto della musica nella vita di tanti ragazzi, che in modo più o meno diverso si sono sentiti compresi dalle parole di “Crawling” o di “Pushing me Away”. Ragazzi che potrebbero essersi sfogati cantando sulle note di “One step Closer” o “By Myself” o sognavano di scappare via da quella vita che è risultata troppo stretta per chi riesce a sentire tutto nell’animo con il sottofondo di “Runaway”.
La canzone che ha fatto da traino alla beatificazione musicale dei Linkin Park è stata, senza dubbio, \”In the end\”, terzo singolo estratto dall’album. Come in quasi tutte le tracce, anche in questa c’è l’alternarsi dei due stili musicali di Shinoda e Bennigton.
La canzone che invece ha fatto da annunciazione per questo ritorno alle origini (un po’ malinconico senza Chester) è stata “She Couldn’t”
Oggi, uscirà il merchandising per ricordare il ventennale dell’uscita dell’abum in una nuova edizione rivisitata ed intitolata: Hybrid Theory: 20th Anniversary Edition dove Shinoda e compari hanno preparato alcuni gadgets, canzoni inedite, b-side e demo, per i loro fan, al fine di non dimenticare quello che è stato il 2000 per l’uscita di questo vero e proprio capolavoro festeggiando l’importante anniversario con una versione esclusiva del loro primo disco. Il box set deluxe include infatti 5 cd, 3 dvd, 3 album su 4 LP, una cassetta e tante altre chicche per i fan.
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Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.