Fonte foto: avvenire.it
Gordon Matthew Thomas Sumner, per tutti Sting. Incredibile come in cinque semplici lettere si nasconda il mondo intero. Basta pronunciare questo breve pseudonimo per immaginarlo immediatamente mentre si esibisce nelle sue canzoni più famose. Polistrumentista invidiabile, si sa accompagnare non solo con la sua amata chitarra, ma anche con pianoforte, sassofono e contrabbasso. Prima con i Police e poi da solista, da ormai ben 40 anni ci fa sognare con la sua voce e la sua musica che ci porta dal rock al jazz al reggae. Il 2 ottobre Sting compie 70 anni e noi di Hermes Magazine abbiamo deciso di omaggiarlo con la spiegazione di uno dei suoi brani più celebri ed emozionanti.
“Fragile”: un inno alla fragilità della vita
Nothing comes from violence
and nothing ever could
for all those born beneath an angry star
Fonte foto: 45worlds.com
Pubblicata nel 1988, fa parte dell’album “…Nothing like the sun”. Il suo titolo è “Fragile” ed è un omaggio da parte del cantante ad un ingegnere statunitense che venne ucciso in Nicaragua da un gruppo militare. Una notizia che lo straziò a tal punto da volerlo rendere in qualche modo immortale.
Un testo ricco di parole significative che ci ricordano quanto sia sottile il filo che ci lega alla vita, accompagnato da una base musicale che parla benissimo da sola. Sting decise di comporla un anno prima dalla sua pubblicazione ufficiale, mentre si trovava sull’isola di Monteserrat. Il fatto che venne estratta in ritardo come singolo fu il motivo per cui non ebbe il meritato successo commerciale. Non per questo, però, non venne presa in considerazione. “Fragile” è ad oggi un delle canzoni più famose di Sting e viene utilizzata in particolar modo per sostenere le cause umanitarie.
On and on the rain will fall
like tears from a star like tears from a star
on and on the rain will say
how fragile we are, how fragile we are
“Quando la scrissi pensavo alla pioggia” – ha dichiarato Sting – “Avevo letto di questo ragazzo americano che era stato ucciso dai Contras ed ero molto triste. Era andato in Nicaragua per aiutare ed era stato scambiato per un guerrigliero marxista. Vengono spesso commessi questo genere di ‘errori’. Quest’idea della fragilità è per me molto importante. È davvero così facile uccidere qualcuno, quasi come se si trattasse di qualcosa di casuale”.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.