Il termine “industria musicale” a me fa venire in mente ingegno, impegno di manager e professionisti, ma non la parola arte, a cui ingenuamente associo la musica. Ecco perchè certe frasi mi colpiscono:
«La bellezza di ciò che facciamo io e Pat è sempre stato il momento. Non ci sediamo mai a ‘lavorare’, ogni volta che io e lui ci troviamo insieme, facciamo semplicemente musica».
Le pronuncia Daniel Auerbach e il Pat di cui parla è Patrick Carney. Sono The Black Keys, un duo, radici nel rock e nel blues – come i White Stripes – e musiche di rara intensità per essere “semplicemente” una chitarra e una batteria.
Chi sono i The Black Keys
Fonte immagine: sito www.rockgarage.it
The Black Keys Iniziano la propria attività nel 2001, partendo dal luogo in cui nasce tutta la magia del mondo moderno: lo scantinato di uno dei due in una città sperduta per gli stati uniti (Akron, Ohio in questo caso). Canzoni proprie, cover blues e dei beatles. Si fecero notare con il primo album e ancor più con il secondo: stesso scantinato, stessa musica. Finiscono nelle colonne sonore di film e serie tv: the Hung, RocknRolla. Sons of Anarchy, School of Rock, I Love You, Man, Die Hard – Vivere o morire e Zombieland. E siamo solo al 2009. Ed escono dal garage, ma perderanno anche lo spirito?
Ritorno al blues del 2021
Fonte immagine: sito The Black Keys
Il loro ultimo album risale al 2021, nato durante il lockdown, e ripercorre proprio quell’intensità particolare del Delta Blues. Si chiama “Delta Kream” ed era, appunto, una rivisitazione, un omaggio al blues del delta del mississipi. Un album di “reset” del gruppo, per ritornare alle origini:
«L’abbiamo registrato in un giorno, senza sovraincisioni, ed è uno dei miei dischi preferiti che abbiamo mai fatto», afferma Auerbach di Delta Kream. «E questo ci ha fatto desiderare di ripetere il progetto, semplicemente entrando e lasciandolo andare e vedere qualunque cosa accadesse». «È finito per essere un grande reset della band. Ci ha appena mostrato che la cosa più importante è che è divertente», ha detto Carney.
Fonte immagine: sito Dropout Boogie
A maggio del 2022 uscirà il loro nuovo album: Dropout Boogie (segui il link). Un album nato in studio dove uil protagonista è proprio il “momento”, l’essere li insieme e suonare, non produrre un album. «Non sapevamo cosa avremmo fatto, lo facciamo e basta ed è cool», ha dichiarato Auerbach, «C’è una chimica naturale tra di noi ed essere in una band per così tanto tempo ne è la testimonianza. Si tratta di un dono».
L’album conta collaborazioni importanti con Greg Cartwright dei Reigning Sound, il cantante americano Sierra Farrell e Billy Gibbons degli ZZ Top. «Sento che io e Pat siamo in un posto migliore di quello che siamo mai stati», dice Auerbach, con Carney che dice a Rolling Stone: «Questo, abbiamo pensato profondamente a quello che stavamo facendo ma non abbiamo mai lottato con nulla. Nessun grande disaccordo».
«Io e Pat abbiamo sempre voluto questo», aggiunge Auerbach. «Abbiamo ancora la stessa spinta. Vogliamo creare qualcosa di buono. Non l’abbiamo mai perso, non credo. È la nostra cosa preferita da fare, questa passione per fare record».
Il primo singolo Wild Child
Fonte immagine Wild Child: canale ufficiale band su youtube
Ascoltando il nuovo singole estratto dall’album Wild Child, e soprattutto il video, dispobile sul canale youtube della band, sembra che ci stiano veramente provando.
il video anticipa un coraggioso ritorno alle loro “umili” origini? I due The Black Keys, sono diventati inservienti in un istituto scolastico selvaggio e appena prima di iniziare il loro duro lavoro contro i giovani di oggi, si ripetono i loro intenti:
«You ready?»
«Just like you planned it, we’re going to reconnect to our blue collar roots then we’re out»
«For… the… album.»
«How do we know when we’re done?»
«We’ll know»
La musica de The Black Keys?
Che dire? Dopo due album interlocutori sono finalmente ritornati alla loro “vera” musica?
Wikipedia definisce il loro genere “Rock alternativo, Indie rock, Garage punk, Punk blues“: questo si che si chiama avere uno stile ben preciso! Se non li conoscete ancora, The Black Keys hanno un’innata capacità di farti sorridere e farti battere i piedi. Sono là fuori che fanno musica di classe senza sforzo. Anche se si avventurano in un nuovo territorio, c’è sempre qualcosa che colpisce il nostro punto G musicale.
Antonio Di Cesare, classe 68, lavoro nel mondo dell’informatica. Negli anni ’90 pubblico articoli tecnici e di costume sul mondo ‘nerd’ su alcune riviste specializzate. Recentemente riscopro il piacere di scrivere in una dimensione più intima, quasi come strumento terapeutico, per cercare, per chiarire. E per esibire me stesso.