Leggere mi ha sempre fatto bene, mi ha aiutato in svariati momenti della mia vita. Così come ascoltare musica, da sempre. Da bambina, da ragazza e persino ora da adulta. Da quando ho iniziato, “ad essere grade” ovvero il periodo che va dalle superiori alla vita, ho capito molte cose. Altre, anche oggi che ho trentatré anni le devo ancora comprendere. Una di queste è la cattiveria gratuita, a cui spesso sono soggetti i ragazzini che vanno a scuola. E a quanto questo sentimento d’inferiorità negli altri possa portarli a vedere il buio più totale. Perché ve ne parlo? Perché è capitato anche a me. E credo sia importante divulgare certe storie, certe parole, quando queste cose accadono e non dovrebbero accadere. Proprio il cinque febbraio è stata la giornata dei calzini spaiati, a simbolo che la diversità, l’essere unici non deve essere una limitazione ma deve essere una risorsa sia per chi lo è, ma anche per la società che lo accoglie.
Ed il mese di febbraio, è anche il mese dove molte scuole, sensibilizzano i ragazzi al tema del “Bullismo”. Cercando di creare occasioni di dialogo e formazione, contro questa piaga, che spesso molti ragazzi devono subire. Molti di loro, proprio perchè non ce la fanno più decidono di di suicidarsi.
A questo proposito, pochi anni fa sono stati realizzati film, serie tv e libri riguardo questo tema. Un tema ampio, infinito, ricco di mille sfaccettature che vanno a toccare le corde della sensibilità adulta, ma anche dei ragazzi che in quei personaggi si ritrovano, si cercano e si confondono. Una tra tante è proprio la serie tv “13 Reason Why” tratta dall’omonimo libro di Jay Asher scritto circa dieci anni fa, quando i social media non erano così importanti come lo sono oggi nella vita dei giovani e adulti. Nel libro di Jay Asher gli eventi negativi che affliggono Hannah sono influenzati dai “rumors” e dai pettegolezzi che girano nei corridoi della scuola. Al contrario la serie è ambientata ai giorni nostri, dove Hannah Baker è vittima del cyberbullismo, e molto altro. Una serie ed un libro crudo che pongono l’accento su svariati temi che portano un giovane in fase di crescita a compiere un gesto così netto come quello di togliersi la vita. E non è una cosa da sottovalutare. Non si può e non si deve mostrare indifferenza verso quello che potrebbe succedere a chiunque. In verità il libro, a differenza della serie tv, non mi era piaciuto molto. Non l’avevo trovato originale, soprattutto, perché l’ho letto in un momento della mia vita, dove essenzialmente non ero in grado di concepire: “il poco coraggio di reagire”. Poi un bel giorno non è che apri gli occhi, ma la vita stessa ti mette davanti così tante situazioni che restare indifferenti, non è e non puo’ essere umano. Ascolti storie, leggi giornali, leggi libri ed ovunque ti metti a confronto con quello che le persone provano e vivono ogni giorno. Soprattutto da quando c’è stato l’avvento dei social network. Queste piattaforme a volte possono essere preziossime, ma altre volte invece sono mari ricchi di squali pronti a farti del male. La rete, che ci fa impigliare e che non ci permette di riemergere. Questo è il cyberbullismo. Eppure, c’è ancora una parte, quella che ognuno di noi ha dentro, nel profondo, quei piccoli grandi segreti, che hanno il diritto di restare tali, anche se li dici all’amica più fidata. E che magari li divulga per gioco e poi, e poi succede il delirio. Ci sono le imperfezioni, le cattiverie, troppo grassa, troppo magra, il fatto che sei donna, il fatto che molti ti ritengano inferiore, il fatto di non essere come loro, di non essere come la società t’impone, che brucia dentro. Il fatto che ti piaccia fare sesso. Il fatto che ti sia spogliata per qualcuno che poi ti ha scattato delle foto. Il fatto di essere gay, di essere innamorato di qualcuno che ha le tue stesse fattezze fisiche. Il fatto di piangere se sei uomo, il fatto di fare sport o lavori perché sei donna. Il fatto di scrivere un diario che poi magari finisce nelle mani sbagliate. Quei risolini che si fanno spazio in aula, i capelli troppo corti, il non essere alla moda, tutto. Tutto quanto. E quanto fa male. Fa un male cane. Lo so. E se stai leggendo questo articolo, volevo dirtelo, il vuoto, le mancanze, qualsiasi esse siano, le perdite, i momenti di rabbia, fanno parte di un percorso di crescita che a volte ti lacera, e reagire non è sempre facile. Non è sempre la scelta più comoda. Ne sono consapevole. Ma sono consapevole anche che esistono tantissimi motivi per riuscire a vedere uno spiraglio. Un po’ di luce. Perché il buio l’ho visto anche io, e credimi quando quella porticina chiamata “speranza” si apre, i colori là fuori sanno essere anche bellissimi.
Ve ne elenco 13. Tredici ragioni per farvi restare. Tredici ragioni per non arrendervi. Tredici ragione per combattere.
♯13reasonwhynot
1. Il tuo sentirti diverso
Non sempre le persone vengono accettate per quello che sono. Non sei l’unico a sentirti cosi. Là fuori ci sono milioni e milioni di persone. L’una diversa dall’altra. L’una capace di fare qualcosa che l’altra non sa fare. Là fuori c’è sempre posto anche per te. Anche se ti fanno sentire sfigato, incapace, e quant’altro, ricordati che sei tu che devi sentirti indispensabile per il mondo, quando il mondo decide che per lui sei uno dei tanti. Prenditi tempo, respira e ricorda che se per milioni di persone, sei inutile, anche una sola, la fuori, ha bisogno anche di te. Magari non l’hai ancora trovata. Magari invece si. Non avere paura di essere come sei.
2. Le cose belle di una giornata
Anche nelle giornate più buie piu difficili nascondono un dettaglio felice. Può essere un semplice sorriso per strada. Cercalo. Trovalo e annotalo da qualche parte. E poi rileggilo.
3. Occhi come specchi
Quello che vedi tu, non deve per essere quello che vedono gli altri. E soprattutto, non devi far si che le persone siano giudici di quello che vedi riflesso dall’altra parte. Impara a sentire, ad ascoltare anche quella piccola, piccolissima parte dentro di te, che ti rende fiero.
4. La musica
Se è nelle parole altrui che maggiormente ti ritrovi, ascolta quelle parole che potrebbero farti bene. Che potrebbero spronarti a tenere il cuore aperto anche quando ti va di chiuderti. Ci sono canzoni che sanno raccontare un’emozione. Vivi, anche di quello.
5. Impara a bastarti
Nella vita, spesso ci si ritrova a fare i conti con il sentirsi soli. Non è un’esperienza facile, ma può essere importante impegnare quel tempo a fare cose che ti piacciono. Cose che piacciono solo a te.
6. Il mare d’inverno
Può suonare poetico e fin troppo smielato, ma credo sia uno di quegli spettacoli che può aiutare le persone a dire a chiunque che la bellezza sta nella libertà di restare anche quando non è il tuo tempo. E che sei uno spettacolo meraviglioso comunque.
7. I concerti
Sembrerà banale, ma sopratutto per chi ha un indole sensibile il saper ascoltare è fondamentale. E come arrivano cose brutte alle orecchie arrivano anche cose belle. Una di queste è la musica, e sapete? La musica live è ancora meglio. Chi sa raccontarvi con una canzone, davanti a milioni di persone, vi da una possibilità bellissima, quella di raccontare quello che sentite, la vostra storia a milioni di persone. Ecco, secondo me i concerti sono un buon motivo per restare. Perchè voi valete, la vostra storia, vale e va raccontata.
8. Le braccia di chi sa tenervi stretti
Può essere mamma, papà, nonni, un amico di quelli che si sentono un pò come voi. Puo’ essere un piccolo appiglio, a cui credere quando il buco nero ri risucchio. Sapete a volte le persone non comprendono certe situazioni, non sanno il male che fa, e neppure quello che serve, pero’ se esite qualcuno che non ha paura a sentirvi piangere, e che ha voglio di conoscervi nel profondo, o che semplicemente prova dirvi “Ci sono” ecco dategli (e datevi) una possibilità.
9. Il cuore che ha ancora voglia di battere
Vi emozionerete ancora. Anche se non lo sapete, anche se ora vi sembra che potrebbe piu’ accadervi, accadrà, perchè se avete toccato il fondo, bastera’ qualcosa d’insignificante per farvi tornare a credere. Credetemi. Sarà un’attimo, un momento, ma è in quell’istante, quello dove una piccola luce tornerà a fare chiaro, che vi accorgerete, che si può ancora essere felici.
10. Aiutare chi si trova nella vostra stessa situazione
Fare qualcosa di significativo serve sempre. Potrebbe accadervi di dare una mano un giorno a chi, si sentira’ in un futuro prossimo esattamente come voi. Oppure potrete far si che quello che vi è successo, che quello stato d’animo in cui vi siete sentiti possa essere spiegato, anche a chi non lo comprende. Sarete luce nel buio altrui.
11. Il sole (e la pioggia)
Il sole insegna che una fine, porta sempre con sè una nuova alba, un nuovo giorno, una nuova possibilità. Il sole, poi c’è sempre anche quando piove, sapete? E’ solo nascosto dietro le nuvole, ma c’è è li. Sempre. Ricordatevelo.
12. Le risate con chi vi sa capire
Non è cosi scontato ridere e sorridere. Bisogna imparare a farlo e prendersi tanta cura della propria e dell’altrui felicità. Impegante le vostre energie a praticare questo esercizio ogni giorno. Abbiate cura dei sorrisi.
13. Solo con il buio la luce brilla di più
Spesso è nei miei momenti più duri che dimostriamo a noi stessi quanto valiamo. E’ una considerazione scontata, ma esiste, c’è e va tenuta presente. Quindi ecco, provateci, sforzatevi di comprendere e capire il vostro dolore. Fatelo anche attraverso l’aiuto di un terapista, ma quella luce, aspirate a trovarla. Perchè c’è. Credetemi che c’è. Fatele spazio.
Inoltre, non va dimenticato, che di fronte a certe problematiche emotive siano esse cause di molteplici ragioni fuori e dentro il nostro vissuto devono essere seguite da chi ne sa. Rivolgersi a psicologi, terapisti, persone che hanno studiato il male di vivere, non è un’ammissione di fragilità, ma il primo coraggiosissimo passo verso una rinascita.
Chiunque tu sia, che stai leggendo questo articolo, semmai un giorno ti troverai, a dover sopportare un peso come quello della vita, che ti affossa la realtà, ricordati che io credo in te, e come me, molti altri. Fallo anche tu. Perchè le persone, a volte sanno davvero far male, ma sanno anche fare tanto bene, e caro lettore, io spero di essere tra le seconde citate.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.