Addio ad Alitalia dopo 75 anni di volo

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L’addio ad Alitalia dopo 75 anni di volo lascia un po’ l’amaro in bocca. Il volo Az 1586 che decollerà da Cagliari oggi 14 ottobre 2021 alle ore 22.05 diretto a Roma Fiumicino sarà l’ultimo siglato Alitalia, dopo una storia lunga 75 anni.

Un ultimo atto senza lieto fine per la più grande compagnia aerea italiana.

L’Airbus 320 – intitolato a Primo Levi – sarà pieno con tutti i 180 sedili occupati.  Alla cloche il comandante Andrea Gioia, 55 anni, 15mila ore di volo, formatosi alla scuola di volo di Alitalia.

Da stasera i 98 aerei della flotta si ritroveranno tutti negli hangar di Fiumicino e Linate.

A mezzanotte Alitalia cederà il passo a ITA la nuova compagnia di bandiera, unico presidio negli aeroporti. La nuova compagnia prenderà il volo, domani il 15 ottobre alle 6.20 con una tratta Linate-Bari.

La storia di Alitalia

Alitalia viene fondata a Roma il 16 settembre 1946 con il nome di Alitalia-Aerolinee Italiane Internazionali e opera il primo volo il 5 maggio 1947 sulla rotta Torino-Roma-Catania.

Due mesi dopo decolla il primo volo internazionale, da Roma a Oslo.

A marzo 1948 viene inaugurato il primo volo intercontinentale: un volo di una durata complessiva di 36 ore, che collegava Milano a Buenos Aires con scali intermedi a Roma, Dakar, Natal, Rio de Janeiro e San Paolo.

A cavallo tra il 1949 e il 1950, cresce la flotta, entrano in servizio le prime assistenti di volo della compagnia e vengono introdotti i pasti caldi a bordo dei velivoli.

Nel 1960, Alitalia diventa sponsor ufficiale delle Olimpiadi di Roma.

Nello stesso anno, vengono introdotti i primi aerei a reazione mentre l’anno successivo segna l’apertura dell’Aeroporto di Roma – Fiumicino, nel quale la compagnia posizionerà il suo hub principale.

Dieci anni dopo la compagnia diventa la prima europea ad avere in flotta solo aerei a reazione e, con la consegna del primo Boeing 747-100 la compagnia adotta un nuovo logo, la classica ‘A’ tricolore che verrà riportata su tutte le code degli aerei in quanto parte della nuova livrea.

Anche gli anni ’70 e ’80 sono anni di sviluppo con l’espansione della flotta e con l’apertura di rotte da Roma verso l’estremo oriente, come Tokyo.

I primi segnali di crisi

Eppure, già si annidano i primi problemi, nati dall’evoluzione dello scenario dove il regime di monopolio comincia a scricchiolare e dove cambiano profondamente anche le relazioni sindacali. Mette qui radici la crisi e l’attuale chiusura della compagnia.

Gli scioperi contro la proposta di un nuovo contratto unico di tutti i lavoratori del trasporto aereo, voluto dal Cgil, Cisl e Uil, creano tensioni segnate da pesanti conflitti, e la compagnia non sembra più essere all’altezza delle sfide imposte dal mercato.

A cavallo del decennio, tra anni ’80 e anni ’90, Alitalia perde sempre più quota e imbocca il tunnel dal quale non riesce più ad uscire. A testimoniarlo é l’allarme lanciato, nel 1994, dal nuovo amministratore delegato, Roberto Schisano, detto il texano dagli occhi di ghiaccio, che, senza mezzi termini, avverte che Alitalia ha 500 giorni di vita.

I licenziamenti dei dirigenti

Schisano perde poi il posto e lascia il timone nel marzo del ’96, a Domenico Cempella. Sta a lui tracciare la nuova rotta di Alitalia con un nuovo piano industriale, supportato da un aumento di capitale e dal positivo sentiment dei lavoratori che lo avevano conosciuto ed apprezzato negli anni della sua gavetta.

Cempella ridisegna l’assetto societario della compagnia con una nuova alleanza e trova in Klm, gli olandesi volanti, il partner ideale. Le due compagnie danno vita a una fusione operativa: una formula vincente che consente ad Alitalia di realizzare l’ultimo vero utile d’esercizio della sua storia con la distribuzione di un congruo dividendo.

Gli olandesi volanti, infatti, il 28 aprile del 2000 annunciarono il divorzio da Alitalia e furono costretti a pagare una penale da 250 milioni di euro.

Arriva l’11 settembre del 2001. L’attacco terroristico alle Twin Towers provoca uno tsunami sul trasporto aereo mondiale. Alitalia, già debole di suo, perde colpi e chiude importanti destinazioni intercontinentali. Una ciambella di salvataggio, l’incrocio azionario con Air France. Ma da quel colpo Alitalia non riesce a risollevarsi:  arriva un altro cambio al vertice: nel maggio del 2004 approda Giancarlo Cimoli, con nuovi piani e nel 2007 si apre il fronte della privatizzazione.

La concorrenza

Diventa però stretta la concorrenza sempre più agguerrita delle compagnie low cost e dall’arrivo dell’alta velocità ferroviaria, che chiude l’epoca d’oro della ricca tratta Roma-Milano.  I bilanci  Alitalia chiudono in perdita. Nel giro di cinque anni, la compagnia cambia tre amministratori delegati.

Per Alitalia si rende necessaria una nuova ricapitalizzazione alla quale non partecipa Air France, che diluisce così la sua quota.

Parte la ricerca di un nuovo partner che arriva dalla Penisola Arabica e, per la precisione da Abu Dhabi. Etihad, compagnia più piccola rispetto a Emirates e a Qatar Airways, nell’agosto del 2014  firma l’accordo che sancisce l’ingresso degli arabi con la quota massima consentita.

Decolla il 1 primo gennaio del 2015. Invece del pareggio operativo, Alitalia continua a registrare perdite: un buco nero nei conti, provocato da una emorragia da due milioni al giorno, che crea forti tensioni tra le banche azioniste ed Etihad.

È il 2017 e si tenta il tutto per tutto con una nuova operazione di salvataggio, che prevede una ricapitalizzazione e un accordo con i sindacati. Accordo che viene clamorosamente bocciato da un referendum ad aprile.

L’amministrazione straordinaria

Il 2 maggio 2017 Alitalia viene messa in amministrazione straordinaria.

Si parla di una fase transitoria di pochi mesi mentre si avvia la vendita della compagnia. Si affaccia Lufthansa ma fa paura il suo piano di tagli.

La pandemia a partire dal marzo del 2020 mette a terra il trasporto aereo globale.

Un altro colpo di grazia per la malandata Alitalia.

Ma poi il governo con il decreto Cura Italia, istituisce una nuova compagnia sotto l’ala pubblica, l‘ITA.

A guidare la nuova squadra vengono chiamati Fabio Lazzerini  e Francesco Caio presidente. Comincia una complessa fase di preparazione con la predisposizione del nuovo piano industriale in vista del decollo previsto per la primavera del 2021, che slitta fino al 15 ottobre 2021: domani.

L’addio ad Alitalia con il suo ultimo volo, oggi dunque.

Sarà anche l’ultimo collegamento italiano con la Sardegna, destinazione storica di Alitalia: nella gara per la continuità territoriale con l’isola, infatti, la low cost spagnola Volotea ha avuto la meglio su Ita.

Ma cosa accadrà da domani all’ex compagnia di bandiera italiana e cosa cambia per i passeggeri? Quali saranno le nuove rotte e che fine farà lo storico brand

Alitalia, cosa cambia da domani

Dei 98 aerei concentrati a Fiumicino e a Linate, da domani 52 riprenderanno il volo per conto della nuova società Ita, che li ha rilevati dall’amministrazione straordinaria con l’attività di volo. Al momento, però, Ita non ha diritto al marchio Alitalia, dato che la gara d’appalto è andata deserta. Almeno nei primi giorni, dunque, si potrebbe assistere a un paradosso: la flotta di Ita contrassegnata con il logo Alitalia, in attesa della definizione del brand e della nuova livrea.

Si parte con 2800 dipendenti

Si parte, dunque, con 2800 dipendenti e 52 aerei con la previsione del piano industriale di una progressiva crescita della flotta fino a raddoppiarla, di fatto, nel 2025.

Il lavoro che abbiamo da fare è quello di recuperare un mercato che è stato perso” spiega l’amministratore delegato di Ita Fabio Lazzerini.

Mantenere il mercato è stato difficile, l’hanno eroso le low cost, noi entriamo con l’obiettivo di riprenderci il mercato” rimarca Lazzerini. “Noi siamo nella stagione più difficile dell’anno che è quella invernale però forse ci sarà la possibilità di cominciare a occupare quegli spazi che low cost lasciano naturalmente“.

Nell’augurare un destino più roseo a ITA, non possiamo non stringerci solidali attorno ai lavoratori Alitalia che hanno attraversato e continueranno ad attraversare, un periodo duro di lotte e rivendicazioni per il riconoscimento dei loro diritti.

Vi offriamo la visione di un breve filmato a memoria di un addio a un pezzo della nostra storia dei trasporti aeroportuali.


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