Sono ormai passati 23 anni dalla tragedia dell’11 settembre; un evento che, secondo gli studiosi, ha dato origine a una nuova fase della nostra Storia, non a livello prettamente locale ma in una dimensione più ampia, mondiale, che ha stravolto e poi riassemblato gli equilibri internazionali, modificando gli assetti delle alleanze tra Nazioni e i rapporti tra popoli.
È sempre bene continuare a riflettere non solo su come sia stato possibile che una simile tragedia avesse luogo, poiché le modalità dell’attentato sono state ampiamente sviscerate da ogni sorta di esperto; ciò su cui è bene soffermarsi sono i cambiamenti che l’11 Settembre ha portato nel mondo sul lungo periodo da un punto di vista economico, politico e anche di immagine.
11 Settembre: la fine del sogno di un mondo globale
Dopo l’11 Settembre molte persone hanno smesso di credere all’idea che la globalizzazione e l’internazionalizzazione rappresentino l’unico modo possibile di vivere. All’improvviso milioni di persone guardavano con sospetto le culture diverse dalla propria, e non vedevano più nell’immigrazione una necessaria fonte di scambi culturali e di accrescimento economico e sociale. Per molti, si è trattato di un brusco risveglio dal sogno di poter vivere in un mondo costantemente connesso grazie allo scambio pacifico di idee e tradizioni, che nel tempo ha dato vita al risveglio del nazionalismo.
Il ritorno dei nazionalisti
In tutto il mondo, da Nord a Sud, i nazionalismi hanno vissuto una nuova primavera, e così l’idea che aprirsi a nuove culture sia non solo pericoloso ma anche sbagliato, poiché l’identità di un popolo, secondo le teorie più estreme, è minacciata e non arricchita da influenze esterne. Nel tempo i nazionalismi hanno creato intorno all’11 Settembre una sorta di mito al contrario, usato come monito per attrarre a sé nuovi elettori e per rendere la paura il principale motore delle loro campagne elettorali.
L’ossessione per la sicurezza
Sembra incredibile anche solo pensarlo, ma prima dell’Undici Settembre andare in aeroporto e prendere un volo era un’operazione molto più semplice e veloce: i controlli erano scarsi e non c’erano tutte le regole odierne relative al trasporto di liquidi e altri materiali. Dopo l’Undici Settembre la sicurezza è diventata un tema caldo che ha coinvolto sindaci di grandi e piccole città, ambasciate, intelligence operanti in tutto il mondo e ovviamente persone comuni, che hanno cominciato a convivere con regole sempre più stringenti, e che solo in parte servono a contrastare il terrorismo.
Il sogno americano è stato rivalutato
Nei giorni immediatamente successivi alla tragedia dell’11 Settembre, il mondo intero si è stretto intorno all’America, dimostrando una solidarietà decisamente memorabile ai newyorkesi e agli americani. Tuttavia, già nei primi mesi dopo la tragedia l’opinione pubblica mondiale, avvallata da storici, studiosi ed esperti di geopolitica, ha cominciato a vedere le cose con maggior lucidità, addossando parte della colpa di ciò che è accaduto a politiche di espansione degli USA definite aggressive e poco rispettose della sovranità altrui.
Tutto ciò ha generato nelle persone, europei primis, un grande cambiamento di percezione di ciò che sono gli Stati Uniti dal punto di vista culturale ed economico. L’egemonia US è stata messa in forte discussione e sviscerata sotto ogni punto di vista, spesso contrastata e a volte persino vietata apertamente, in maniera ostile. Le sue politiche economiche, nonché le ingerenze nella politica di Stati esteri, sono arrivate all’attenzione del grande pubblico, generando un certo livello di antiamericanismo in diversi paesi, Italia compresa.
Elisa Serra è nata e vive a Torino. Di professione editrice, insegnante e social media manager, nel tempo libero principalmente dorme. E’ una persona estremamente ironica, anche se conoscendola non si direbbe.
Nei ritagli di tempo scrive per Hermes Magazine e Land Magazine.