“La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte!”
Ve lo siete mai chiesti, (cari maschietti) o mai chieste (dolci donzelle) perché questa Befana ha le scarpe tutte rotte? Perché forse ha fatto troppa strada, e molti di noi se ne dimenticano. Perché forse ha superato tante fatiche, ma nessuno di noi lo sa. Forse perché è dovuta scappare, da qualcuno che le prometteva il fuoco di un rogo, anziché quello della passione. Chissà…
La Befana nella storia
L’epifania rappresenta per la tradizione cristiana la presentazione di Gesù ai re Magi, era un giorno celebrato anche nelle culture precristiane e di cui ci è rimasto un’importante testimonianza nella vecchietta che tutti i bambini aspettano con gioia: la Befana. Ma questa vecchietta un po’ bruttina chi è? E come si è evoluta la sua figura nella storia del mondo?
Etimologia
L’etimologia del nome “Befana” sarebbe, secondo alcuni studiosi, una derivazione volgare di “Epifania” ovvero la festività ad essa collegata che richiama i vecchi riti agrari di cui sono rimaste alcune importanti testimonianze nelle tradizioni contadine anche nel nostro paese. Non solo, svolgendo alcune ricerche c’è molto altro, da raccontare, proprio su questo termine. Precisamente la parola ‘befana’ deriva da una storpiatura lessicale da ‘epifania’, come già detto e attraverso “bifanìa” o “befanìa”. Quello che però risulta di più difficile comprensione è come si faccia a trasformare “l’apparizione, il mostrarsi” (tale la traduzione del termine greco) della gloria del Signore in una vecchina che porta i doni.
I doni della Befana ed il loro significato per i Romani
Una possibile associazione tra la vecchina e il buon Jesus è quella con l’antichissima divinità del bel paese Strenna, Strenia o Strenua (identificabile con la Salute al tempo dei romani e rivisitazione della parola “strega” per quelli che sanno vedere oltre) colei che presiedeva ai doni per il nuovo anno visti come “un buon augurio salutare”. Questi doni nell’antica Roma si scambiavano proprio durante le feste dei Saturnalia che chiudevano l’anno (dunque fine dicembre) ma anche alle Calende di Gennaio (il nostro Capodanno) per essere di buon auspicio per il nuovo ciclo. In in particolar modo dei doni, chiamati sigillaria (i sigilla erano statuine di terracotta a cui si accompagnavano dolci vari) erano offerti ai bambini.
Fonte foto: Pexels
Strenua era la dea che “strinava” (che ad oggi sarebbe un vocabolo riferito agli incendi, pensate un po’!!) i campi, cioè li ‘purificava’ proprio col fuoco proprio nelle notti dopo il solstizio d’inverno per salutare l’anno vecchio. Ecco, dunque, che molto probabilmente, specie nelle campagne, il culto di questa dea antichissima (forse di origine sabina) veniva fatto per garantire fertilità ai campi e per le donne e buona salute.
La Befana e i Re Magi
Le Befana è, come abbiamo visto, un po’ una strega tutta all’Italiana ed è rappresentata in modo erroneo come una vecchia brutta e trasandata che si sposta da qui a là volando su una scopa, nonostante le sue fattezze, pero ella, è una strega buona che porta doni ai bimbi buoni e carbone a quelli un po’ monelli. La storia vuole che la Befana fosse una vecchina che si sarebbe rifiutata di dare indicazioni ai Re Magi per trovare la strada di Betlemme (ma non gli bastava la stella cometa?). Ella, però, (ed è qui che arriva il suo essere donna), in preda ai sensi di colpa è saltata in groppa alla sua scopa per distribuire regali a tutti i bimbi che quella notte dormivano nella speranza che uno di lo fosse il piccolo Gesù.
Gli auguri alle donne il sei gennaio
Lo sappiamo spesso il sei gennaio, quasi a scherno viene fatto a noi l’augurio di “E’ la tua festa oggi!“. Ecco, se per caso dovessero farveli e voi sempre per caso, avete letto questo articolo, siate fiere di essere delle Befane, perché la storia ci insegna che l’essere una di loro, significa essere entrata nella storia, nella mitologia, nella religione e persino nel cuore dei bambini. Ogni anno, da secoli.
Se tutti fossero Befane come noi, il mondo sarebbe un luogo migliore!
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.