Marco Antuzi: la comunicazione efficace non solo online

Marco Antuzi è life coach esperto di comunicazione, che ha unito il mondo della psicologia e delle neuroscienze al mondo della comunicazione sia orale, che scritta. Due professioni che lo stesso Marco ora ci racconterà in questa intervista:

Inizia con il raccontarmi chi sei, da dove vieni e quali sono le tue passioni, al di là del tuo lavoro.

“Mi chiamo Marco Antuzi e sono un life coach e un formatore alla comunicazione, la mia è una storia che ha alcuni punti in comune con certi miei colleghi ma in altri è molto diversa. Perché io da giovane ero il classico giovane informatico, un nerd, che finita la scuola tornavo a casa e si piazzava davanti al pc, così come dopo aver finito di studiare. Il mio sogno era programmare videogiochi. Erano i primi anni 2000, e a quei tempi si potevano programmare videogiochi anche in poche persone perché non erano le grandi produzioni che sono oggi, e decisi di mettere su un gruppo di programmazione, avevamo ancora i modem a 33 k, e con loro volevamo programmare un videogioco, io ero il game designer ovvero quello che si occupa di scriverlo, iniziammo a programmarlo, facemmo alcune trafile attirando anche l’attenzione di alcune persone molto influenti in Italia a livello di produzione. Poi però il gruppo si sfalda, perché molte persone non ci credono più di conseguenza io mi ritrovo lì con il mio capo programmatore all’età di 23 con l’idea di riparto o inizio da capo, perché sono sempre stato una persona molto molto determinata. Quindi bussavo alla porta di chiunque poteva ascoltare la mia storia. Fino a che un giorno, in quel periodo soffrivo di ansia, inizio a leggere i libri di psicologia, due libri in particolare uno di Barrans Rogers e L’altro di Victor Franklr, e questi due libri cambiano completamente il mio modo di vedere la vita. Uno perché ci dice di concentrarci sul nostro sentire, parla di vivere nel qui ed ora, togliendo ogni condizionamento del passato, e lì mi rendo conto che io ero molto legato al chi ero e al mio passato influendo sul mio presente. L’altro invece, è di questo grandissimo autore austriaco che ha vissuto gli orrori del Lager, che ci dice che anche in situazioni difficili e complesse della vita, noi siamo radialmente liberi, perché in quanto esseri umani non possiamo sempre decidere quello che ci accade nella vita ma possiamo decidere come reagire a quello che ci accade nella vita. Questi due libri danno un senso completamente diverso alla mia vita. E mi sono reso conto che mi era capitato spesso di far stare meglio le persone e ad aiutarle, allora mi sono detto se ci sono riuscito naturalmente se mi metto a studiare ci riuscirò ancora meglio! Dopo essermi formato ho pubblicato dei libri e nel 2011 parte ufficialmente la mia carriera. In questo mestiere ho trovato l’amore verso gli altri, perché io amo aiutare gli altri. Vedere le persone che possono trasformare le loro vite e non fermarsi semplicemente a quello che va bene, perché si può sempre stare meglio. Questo lavoro mi ha portato dal mio paesello, di meno di 1500 abitanti, al 2019 a parlare alla Camera dei deputati.”

Hai fatto un percorso formativo specifico per acquisire le competenze necessarie?

“Dopo aver letto quei libri, decisi di intraprendere degli studi, ho fatto una formazione come life coach, ho iniziato a studiare programmazione neurolinguistica, e subito dopo la comunicazione ipnotica e tutta una grande formazione, dal counseling a molto altro. Ho una formazione molto eclettica.”

In che cosa consiste esattamente il tuo lavoro?

“Le mie attività sono due, la prima è quella di aiutare le persone a raggiungere gli obiettivi, ovvero elaboriamo un obiettivo, un tempo, perché un obiettivo senza data di scadenza rimane un sogno, e dobbiamo fare una serie di passi prima interiore e poi a livello di comportamento per raggiungere l’obiettivo. Poi mi occupo di comunicazione, sono un formatore alla comunicazione sia scritta che orale, e questo è importante, perché per prima cosa, viviamo nella società della comunicazione e poi perché se noi non sappiamo come dire le cose, quello che diciamo non arriva con la stessa efficacia. Quindi a volte il contenuto è bello ma la forma non è efficace ed arriva il contrario, vorremmo aiutare una persona ma la facciamo stare peggio. Ci vuole sempre un saper esternare quello che c’è dentro.”

A che tipo di clientela ti rivolgi?

“Per l’ambito coaching mi rivolgo a tutte quelle persone che hanno dei sogni, vogliono essere felici, utilizzando il mio metodo realizzarsi senza scuse, ma si sentono di non poterlo essere, dicendosi: sono troppo giovane, sono troppo vecchio, sono una donna, ecc. Il mio obiettivo è avere questi clienti, perché a me piace lavorare con queste persone. Sono stimolato dall’idea di aiutare a realizzare i sogni, non per le persone alle quali risulterebbe facile realizzarli, ma proprio per quelle persone che lo troverebbero molto complesso. Come formatore alla comunicazione invece, mi ricolgo e lavoro con chiunque voglia usare la comunicazione in modo efficiente. Copywriter, imprenditori, liberi professionisti, chi non ha un budget da multinazionale da investire nella comunicazione, ma ha tanta voglia di ottenere il massimo con il minimo investimento. Chiunque voglia migliorare la comunicazione per il proprio business o per la vita di tutti i giorni per migliorare le relazioni.”

Come viene percepito il tuo mestiere? È inusuale o abbastanza diffuso?

“In Italia fino a qualche anno fa era molto inusuale, quasi nessuno sapeva cosa fosse un Life coach. Oggi è più conosciuto, anche se c’è confusione tra, business coach, mental coach e Life coach. Diciamo che sta tutto nel sapere dire chiaramente cosa fai facendoti capire.”

Le persone sono diffidenti oppure reagiscono con entusiasmo quando scoprono che lavoro fai?

“Le persone solitamente si incuriosiscono, la maggior parte reagisce bene, ci sono alcuni che hanno dei pregiudizi, ma dovuti ad un’incomprensione e ad una convinzione sul significato di Life Coach.”

Hai avuto a che fare con persone particolari a causa del tuo lavoro? Raccontami qualche episodio divertente.

“Ricordo la storia molto divertente, di un ragazzo che voleva migliorare il suo approccio con l’altro sesso, e io gli diedi un esercizio per superare la paura del rifiuto. Quindi gli chiesi di cercare più rifiuti, lui era comunque un tipo molto estroverso, quindi doveva semplicemente fare delle richieste alle quali doveva ricevere un no. Peccato che questo ragazzo si trovava in un paese del nord Europa, dove per cultura non si dice mai di no per non offendere le persone. Quindi lui chiedeva, ma erano tutti sempre gentilissimi. E questo episodio lo ricordo sempre in modo molto divertente.”

Ti è capitato invece di sentirti a disagio a causa di un cliente?

“Quando iniziai la mia carriera sì, perché comunque mi sentivo non sempre all’altezza, comunque siamo persone. Tendenzialmente sono due i clienti che mi mettevano in difficoltà. Quelli oppositivi, quindi che facevano di tutto per rimanere come stavano e poi lamentarsi, o quelli iper-entusiasti, che si aspettano che tu gli faccia fare sport estremi per aumentare l’autostima.”

Questo tipo di attività ha un buon riscontro economico?

“È un’attività molto flessibile, dipende da come ti poni tu sul mercato, da quali sono i tuoi obiettivi e da quanto ti impegni.”

Cosa consigli a chi vorrebbe intraprendere la tua carriera lavorativa?

“Oltre che a frequentare il mio corso, scherzi a parte, quello che gli consiglio è di partire non focalizzandosi sui dogmi, bisogna formarsi e continuare a formarsi. Avere il coraggio di imparare dalla propria esperienza e usare molto le nostre abilità relazionali. Inoltre, imparate anche da altri mondi, io ad esempio ho studiato recitazione e utilizzo della voce, bisogna essere eclettici. Importante è anche crearsi subito un personal branding, perché le persone devono trovare voi e non un concorrente.”

Se tornassi indietro, sceglieresti ancora di fare questo mestiere?

“Assolutamente sì, amo talmente tanto il mio mestiere che occupa 7 giorni su 7. Parte del mio tempo lo passo a scrivere, formarmi e continuare a leggere, perché prima di tutto è un amore e poi un mestiere.”

 

La pandemia attualmente in atto ha modificato in qualche modo il tuo lavoro?

“Si, onestamente non in modo negativo, perché iniziando a lavorare da casa ho anche iniziato a lavorare con clienti addirittura fuori Europa. Si è modificato in termini di contatto, perché non si possono più fare i corsi di persona, però da un altro punto di vista mi ha aperto tantissime altre opportunità, soprattutto nel lato comunicazione.”

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