Se le feste natalizie vi fanno venire il bruciore di stomaco, se le note musicali di rito delle serate di dicembre per le strade affollate, vi provocano pizzicore agli occhi, o se le vetrine colorate di muschio e stelle filanti vi innervosiscono, fermatevi al sud e precisamente a Bari. Fate una passeggiata per le vie del centro storico e i vostri sensi resteranno inebriati dal profumo dei dolci natalizi.
Fra questi, oggi vogliamo presentarvi le cartellate, note a Bari con il nome di carteddate in dialetto. Sono un tipico dolce pugliese che si prepara, appunto, nel periodo natalizio. Si tratta di piccole coroncine di pasta che si possono gustare passate nel vin cotto, nel miele o semplicemente fritte. Restano in ogni caso molto golose.
La ricetta ufficiale risale al XVI secolo, esiste però una scuola di pensiero che le daterebbe addirittura al VI secolo avanti Cristo in quanto raffigurate in un dipinto rupestre nei dintorni della zona oggi occupata dalla città di Bari. Il procedimento per prepararle è molto semplice: si crea un impasto omogeneo a base di farina, olio e vino. Si conferisce la tipica forma che le distingue e si fanno poi friggere in olio bollente. Dopo la frittura vengono passate o nel vino cotto o nel miele. Pochi passaggi che assicurano però un risultato sorprendente.
Ricetta
Ingredienti per 6 persone
1 Kg farina di grano duro
200 ml olio evo
200 ml vino bianco dolce
q.b. sale
q.b. zucchero a velo
q.b. cannella
Procedimento
Per preparare le cartellate pugliesi, disponiamo su un piano la farina a fontana e al centro vi versiamo l’olio. Cominciamo ad impastare aggiungendo il vino poco alla volta. Aggiungiamo anche un pizzico di sale e impastiamo fino a che l’impasto diventa omogeneo. Una volta completata questa operazione lasciamo riposare per circa un’ora. Dividiamo a questo punto il composto in tante pagnottelle che poi andremo ad appiattire con un mattarello formando così delle sfoglie sottili. Lo spessore non deve supere i 3 mm. Con una rotella smerlata tagliamo strisce di pasta di 4 cm di larghezza e di 20 cm di lunghezza. Uniamo poi gli estremi lunghi delle strisce facendoli combaciare. Ogni 3-4 cm pizzichiamo la pasta con le dita e arrotoliamo poi la striscia a spirale realizzando una specie di rosetta. Sembra facile a dirsi, ma provare risulta ben più impegnativo, benchè divertente. Facciamo riposare il tutto ancora un paio d’ore per evitare che poi perdano la forma caratteristica durante la cottura.
A questo punto riempiamo una padella con dell’olio e scaldiamo fino a diventare bollente. Friggiamo le cartellate finché non raggiungono la tradizionale doratura. Scoliamole e lasciamole in un piatto avvolte nella carta assorbente.
Scaldiamo poi del vin cotto (o in alternativa del miele) in una padella e immergiamo le cartellate per circa un minuto. Rigiriamole con una forchetta affinché assorbano la farcitura in maniera omogenea.
Disponiamole infine su un vassoio e diamo una spolverata di zucchero a velo e cannella. Una variante più recente prevede una decorazione con della granella colorata.
Il profumo della pasta fritta e del vin cotto che aleggia nelle case baresi nel periodo Natalizio è qualcosa da provare, non solo per il bene dell’olfatto che contribuirà a rendere gioviale l’umore, ma anche per la produzione di endorfina che avviene quando si vive la calda e familiare atmosfera delle generazioni che si incontrano. Le nonne insegnano ai nipoti, che assieme anche ai propri genitori, siano essi madri laboriose o padri golosi, si divertono e imparano le tradizioni. Il senso e la bellezza della famiglia riunita che con le mani in pasta, crea non solo gusto, ma soprattutto amore.
A volte basta questo a far riscoprire la magia del Natale.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.