New York è la città dei grattacieli per antonomasia. Anche se molte altre metropoli nel mondo hanno ormai sorpassato i primati in altezza dei grattacieli della Grande Mela, lo skyline della metropoli americana resta comunque un’icona dell’estensione verticale perpetrata nelle grandi città nell’ultimo secolo.
Nel centro di Manhattan è stato ora finalmente ultimato il One Vanderbilt Palace, una torre di 427 metri che si staglia accanto al Gran Central Terminal.
L’edificio, il quarto per altezza della capitale e tra i primi trenta del pianeta, è stato anche concepito come attrazione artistica. L’artista Kenzo ha infatti allestito all’interno del novantunesimo piano, diversi spazi per far vivere ai visitatori una esperienza unica.
Passeggiare tra le nuvole
“Air” è un ambiente completamente trasparente; le pareti, il pavimento, i soffitti sono costituiti da specchi e vetri per cui la struttura appare senza confini, priva di una forma definita e quasi fluttuante nel cielo di New York.
La scelta poi di alcuni oggetti, come le sfere translucide sospese a diverse altezze, l’inserimento di materiali ed elementi naturali nella installazione, oltre al panorama irripetibile, costituiscono quindi per chi la visita una intensa immersione sensoriale in una prospettiva nuova dello spazio.
Kenzo Digital
L’autore di questa “Narrazione innovativa nella migliore vista di New York City, la massima espressione della democratizzazione dell’arte ”, che peraltro ricorda le installazioni ottiche degli anni ottanta : le stanze di specchi e zucche gialle a pois neri dell’artista giapponese Yayoi Kusama, ha un passato da artista di strada.
Dopo gli studi artistici presso la Carnegie Mellon University di Pittsburg, David Kenzo ( Digital definisce la scelta del media) passerà da una carriera come deejay, ai graffiti newyorkesi, sino alla direzione creativa della Wieden + Kennedy, importante agenzia pubblicitaria. Oggi ha una sua agenzia che realizza grandi installazioni e performance come quella realizzata per il brano “ Run the World (girls)” della cantautrice Beyoncé.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.